loro
1. Del pronome personale obliquo e aggettivo e pronome possessivo di III plur. la forma scorciata ‛ lor ' appare prevalentemente in poesia: ivi ne ricorrono le 9 attestazioni della Vita Nuova e 9 su 10 del Convivio (tranne in II XIII 21 per lor medesimi molte volte s'accendono), sempre di fronte a parola iniziante con consonante (tranne di fronte a s implicato).
Con quest'uso è coerente la distribuzione di ‛ lor ' e ‛ loro ' nelle Rime e nella Commedia, rispettivamente con 36 attestazioni contro 10 e 202 contro 61: invece, ‛ loro ' ricorre 72 volte nelle prose della Vita Nuova e 270 in quelle del Convivio. In poesia, ‛ loro ' è raro in rima: 6 volte nella Commedia (If XXII 74, XXIX 86, Pg XII 32, XIV 36, XXIX 45, Pd XXVIII 92), mai altrove. In interno di verso, ‛ loro ' ricorre nella Commedia e nella Vita Nuova di fronte a parola iniziante con s implicato (cfr. If II 129 aperti in loro stelo, IV 101 la loro schiera) o con vocale (cfr. Vn XXXIII 8 25, If XI 32 dico in loro e in lor cose); soltanto in If VII 87 persegue / suo regno come il loro li altri dei, e Pg XXX 10 e un di loro, quasi da ciel messo, gli editori preferiscono la forma non scorciata di fronte a consonante, sebbene nel primo luogo alcune tradizioni manoscritte rechino lor. Un diverso uso propongono le Rime, in C 35 (lor spirito) e LXV 4 (per loro altezza e per lor esser nove).
1.1. Nella Commedia la forma scorciata ritorna una novantina di volte nell'ottava e nella nona sillaba del verso (nella quale ‛ loro ' ricorre 15 volte), di fronte a sostantivi o a verbi trisillabici e bisillabici (If II 110 a far lor pro o a fuggir lor danno; III 103 Bestemmiavano Dio e lor parenti; Pg XIII 55 quando fui sì presso di lor giunto; If XIX 59 per non intender ciò ch'è lor risposto), anche preceduti rispettivamente da articolo o preposizione e da avverbi o pronomi (cfr. If XXV 49 Com'io tenea levate in lor le ciglia; Pg III 42 ch'etternalmente è dato lor per lutto; XXVI 123 prima ch'arte o ragion per lor s'ascolti; If XXII 123 saltò e dal proposto lor si sciolse; Pg XXIX 63 e ciò che vien di retro a lor non guardi; Pd XXII 100 La dolce donna dietro a lor mi pinse; XIII 57 da lui né da l'amor ch'a lor s'intrea; si ricordi anche If XX 10 Come 'l viso mi scese in lor più basso).
2. Rarissimo quale pronome possessivo (soltanto in Cv IV XIII 5 dal desiderio de la scienza, la scienza non è da dire imperfetta, sì come le ricchezze sono da dire per lo loro, e in If VII 87, citato in 1.), l. è usato come aggettivo possessivo 29 volte nella Vita Nuova, altrettante nelle Rime, 186 volte nel Convivio e 148 nella Commedia (di cui 111 nella forma ‛ lor '). Con questa funzione, ‛ lor ' non .è preceduto da articolo nelle 4 attestazioni in poesia della Vita Nuova (ad altra causa si attribuirà la mancanza dell'articolo in XIX 9 34 per che onne lor pensero agghiaccia e pere), mentre l. è sempre preceduto da articolo nelle 23 attestazioni in prosa, in 4 delle quali è posposto al sostantivo di cui è attributo (VIII 7 lo segnore loro piange, XI 2 elli si rimanea nel luogo loro, XIV 14 Amore uccide tutti li miei spiriti... salvo che fuori de li strumenti loro; XXXIII 8 25 e lo intelletto loro alto, sottile / face maravigliar: è l'unico esempio in poesia di questo costrutto).
2.1. Nelle Rime, l. non è preceduto da articolo in 15 attestazioni (cfr. XCI 96 con rei non star né a cerchio né ad arte, / ché non fu mai saver tener lor parte; C 35 e 40 Passato hanno lor termine le fronde; LXV 4 si veggion cose ch'uom non pò ritrare / per loro altezza e per lor esser nove), mentre è preceduto da articolo nelle 14 restanti (cfr. CIV 14 Tempo fu già nel quale, / secondo il lor parlar, furon dilette; LXVII 42 li spiriti... piangon tuttavia, / però che perdon la lor compagnia), in 2 delle quali l. è posposto al sostantivo (LXXVII 13 per lo sangue lor, del male acquisto / sanno a lor donne buon cognati stare; LXXXIII 50 ne' parlamenti lor tengono scede).
2.2. Nel Convivio, l. non è preceduto da articolo in 42 passi in prosa (cfr. I I 14 a molti loro bellezza più che loro bontade era in grado; VII 13 contra loro volere; IX 10 sì come ne' loro principii si può udire apertamente; II XIV 10 le cose naturali corruttibili, che cotidianamente compiono loro via) di fronte a sostantivo per lo più astratto; per la costruzione con articolo, più frequente, cfr. II VI 9 li raggi di ciascuno cielo sono la via per la quale discende la loro vertude in queste cose di qua giù. In poesia, l. non è preceduto da articolo 3 volte su 5 (cfr. IV Le dolci rime 51 però che vili son da !or natura, e 65 onde lor ragion par che sé offenda). L. è posposto al sostantivo in 13 luoghi (cfr. IV Le dolci rime 111 o vero il gener lor, ch'io misi avanti; I VIII 6 desiderio di vedere l'origine loro; III VIII 18, IX 7, X 4 per ogni lato mi passava lo raggio loro), per lo più di fronte a interpunzione. Il costrutto senza articolo è da attribuirsi alla funzione di complemento predicativo (III XIII 11 quelle cose che li altri fanno loro signori), e al comparativo (IV XIV 2 poi, a maggiore loro confusione, questa loro ragione anche si distrugge). Posizione analoga di l., tra aggettivo (o participio) e sostantivo, si osserva in altri 6 casi: cfr. IV VII 4 alcuno lumetto di ragione per buona loro natura vive ancora; XI 4 ne lo indiscreto loro avvenimento... nel pericoloso loro accrescimento... ne la dannosa loro possessione; XII 1, XV 1 la premessa loro oppinione.
2.3. Nella Commedia, ‛ loro ' non è preceduto da articolo in 9 luoghi, ‛ lor ' in 71, cioè nella quasi metà delle attestazioni di I. quale aggettivo (cfr. If XXVII 77 le coperte vie / io seppi tutte, e sì menai lor arte, con Pd VI 103 Faccian li Ghibellin, faccian lor arte; e XXXII 73 Dunque, sanza merzè di lor costume, con XXXIII 88 ustanze e accidenti e lor costume). Quando l'articolo manca, l. è sempre preposto al sostantivo, cui l. è, invece, posposto in 27 luoghi (cfr. If II 3 l'aere bruno / togliea li animai che sono in terra / da le fatiche loro; Pd XXIII 57 del latte lor dolcissimo più pingue; XII 36 così la gloria loro insieme luca).
3. Come pronome, l. ricorre 42 volte nella Vita Nuova, 17 nelle Rime, 95 nel Convivio e 115 nella Commedia, con frequenza appena minore di quella di l. come aggettivo. Senza preposizione, l. indica raramente complemento oggetto, per lo più complemento di termine: in questa funzione è spesso preceduto da ‛ a '; non infrequente ne è l'uso dopo altre preposizioni.
Come complemento di termine, l. ricorre 12 volte nella Vita Nuova non preceduto da preposizione, per lo più con verbi di ‛ dire ' e ‛ rispondere ' (IV 2 e 3, XI 2, XVIII 4, XXII 11, XXIII 14, 29 e 31; con ‛ mandare ', in XXXVII 2, XLI 1; soltanto in XVIII 2 domandai che piacesse loro), e 10 volte preceduto da ‛ a ', senza una chiara discriminazione (cfr. XXIII 15 rispuosi a loro; XXIII 29 io dissi a loro; XLI 1 pregando che io mandasse loro di queste mie parole rimate... propuosi di mandare loro... una cosa nuova, la quale io mandasse a loro). Quale complemento oggetto, l. vi è attestato una volta in poesia (XXXII 6 9 Voi udirete lor chiamar sovente), e una in prosa (XXXIX 5 sì che loro potesse trarre a simile intendimento).
3.1. Le scarse attestazioni delle Rime recano 2 casi di l. quale complemento oggetto (LI 5 mal lor prenda!), una come complemento di termine (XCIX 11 ciò ch'è posto loro in mano) e 2 con ‛ a ' (LXIII 13 e a lor sì comanda).
3.2. Nel Convivio, l. senza preposizione funge in 3 casi quale complemento oggetto (in II III 1 questo terzo cielo lo quale dico loro muovere, " dico che essi muovono ", l. funge da soggetto di frase oggettiva; IX 6 non dee sé riprendere di provvedimento, ma loro di non ubbidire; III VI 4), in una ventina di casi come complemento di termine, in molti dei quali è preceduto dalla preposizione ‛ a ' (cfr. II XIV 19 dando e lasciando a loro la sua dottrina).
3.3. Nella Commedia l'uso più frequente di l. senza preposizione è quello di complemento di termine (24 attestazioni; cfr. If VII 74 fece li cieli e diè lor chi conduce; Pg V 35; Pd XXIX 111 ma diede lor verace fondamento; If III 67 Elle rigavan lor di sangue il volto), pur preceduto da ‛ a ' in una decina di casi (cfr. If XXIII 94, XXIX 101, Pd XIII 57 da lui né da l'amor ch'a lor s'intrea, XXVI 66, If V 115 Poi mi rivolsi a loro e parla'io); in 5 casi l. è complemento oggetto (If XXII 151 E noi lasciammo lor così 'mpacciati, XXXIII 36, XXIII 55, Pg XI 34, XII 4: nella '21 Lascia loro e varca, ma nell'ediz. Petrocchi Lascia lui; cfr. ad l.).
4. Del Fiore, ove l. ritorna un centinaio di volte, si ricordi la grafia co llor (LXXXVIII 10, CI 8, CXXVIII 12; e v. LUI 3.). Come aggettivo, l. non è preceduto da articolo, ad es. in CXIII 11, CXXXII 2 Malabocca sì 'nchiede i pellegrini / di loro stato e di lor condizione, CLXXX 8; è pleonastico in LXV 13 queste giovanette damigelle, / cu' la lor terra non è stata arata. Come pronome, l. vale " a loro ", ad es., in CXVIII 13 fo creder lor che ciascheun sì erra, e LIII 3 giurando loro Iddio e tutti i Santi.