LOS ANGELES (XXI, p. 509)
Architettura e urbanistica. - I problemi posti dallo sviluppo urbano di L. A. negli ultimi quarant'anni non trovano riscontro in alcun'altra città americana. La grande estensione della città (1202 km2) ha infatti determinato crescenti difficoltà nel sistema dei trasporti, che non può avvalersi, per ragioni sismiche, di una rete metropolitana sotterranea; inoltre, L. A. ha registrato, unica fra le cinque più grandi città americane, un costante aumento della popolazione (1940: 1.504.277; 1950: 1.970.358; 1960: 2.479.015; 1970: 2.816.061), passando nel 1960 al terzo posto dopo New York e Chicago. Questo incremento è dovuto anche allo sviluppo dell'attività del porto e delle industrie aeronautiche e navali durante e dopo la seconda guerra mondiale. La crescita di L.A. ha coinvolto una più vasta area metropolitana, che comprende oltre 70 municipalità e che, con sette milioni di abitanti (1970), è la seconda negli SUA dopo quella di New York.
Il modello di sviluppo urbano di L. A. è strettamento connesso con la diffusione del trasporto privato, che, dopo la legge californiana del 1939 per la formazione di un sistema di freeways, ha ricevuto un notevole impulso con il piano decennale del 1947 di modernizzazione delle highways e sviluppo delle freeways. La sola sezione di freeway terminata prima della guerra è la Arroyo Seco Parkway, sul modello del Parkway system studiato da R. Moses per New York; nel dopoguerra, una fitta rete di freeways ha solcato l'intero territorio metropolitano, sostituendosi al vecchio sistema ferroviario. La diffusione dell'automobile ha indotto un particolare uso dei servizi: supermercati, cinema, banche, chiese, ristoranti sono generalmente drive-in, usabili cioè senza scendere dall'autovettura; questi edifici assumono talvolta impreviste forme in relazione alla loro funzione. Il centro della città è situato lungo un asse, il Wilshire boulevard, la prima downtown lineare. Lo spazio destinato all'automobile occupa i 2/3 dell'intera area metropolitana, che è anche ricca di parchi e aree per il divertimento, fra le quali Disneyland.
Problemi tuttora pressanti riguardano anche l'approvvigionamento idrico, con acquedotti che arrivano fino al fiume Colorado, a 630 km dalla città, l'inquinamento atmosferico, contro cui esiste dal 1947 lo Air pollution control district, gli slums, per i quali si prevedono programmi di ristrutturazione, specie nel quartiere negro di Watts e a "Little Tokio".
L. A. è costruita prevalentemente con case basse. Nel 1956 il limite massimo di altezza è stato portato a 40 m, anche in relazione al crescente costo delle aree, e sono sorti edifici alti per uffici e residenze collettive. I tipi edilizi residenziali più diffusi restano la casa singola unifamiliare e i dingbats, residenze d'affitto, generalmente in linea e a due piani, per più famiglie. L'architettura più recente, abbandonati i modelli che evocavano teorici stili ispano-anglosassoni od orientali, si è andata caratterizzando per un verso dalla raffinata produzione di architetti come C. Eames, C. Ellwood, P. Koenig, per l'altro dalla diffusione delle case mobili, che formano ora interi quartieri.
Bibl.: R. Nadeau, Los Angeles from mission to modern city, New York 1960; D. Gebhard, R. Winter, A Guide to architecture in southern California, Los Angeles 1965; R. Banham, Los Angeles. The Architecture of four ecologies, Harmondsworth 1973; G. Brino, Verso la metropoli post-urbana: Los Angeles, in Comunità, 172 (1974), pp. 316-414.