LOT (ebraico Lōṭ)
Figlio di Aran e nipote di Abramo. Insieme con Abramo partì da Ur in Caldea, loro patria, e andò in Ḥaran (Mesopotamia); indi in Canaan (Genesi, XI, 27; XII, 1-6). Avendo entrambi molti greggi ed essendovi frequenti risse fra i pastori, Abramo propose a L. di separarsi e gli lasciò la scelta della regione che preferiva. L. scelse la regione situata presso il Giordano, la valle di Siddim, ove si trovava la Pentapoli, regione assai fertile (Genesi, XIII, 1-13). Là, poco dopo, anche lui fu implicato nella strage inflitta dal re elamita Codorlaomor alle cinque città, un tempo a lui vassalle ed allora ribellatesi. Imprigionato con tutta la sua famiglia veniva condotto schiavo, quando suo zio Abramo lo soccorse e lo liberò (Genesi, XIV, I-6). È ben noto l'episodio dell'incendio di Sodoma punita per la sua perversità, la fuga di L. avvisato da due angeli in figura di forestieri, la trasformazione della moglie di L. in statua di sale per essersi voltata a guardare l'incendio, l'incesto commesso dalle due figlie di L. con il padre ubriacato, incesto dal quale nacquero Moab ed Ammon, capostipiti dei due popoli Moabiti ed Ammoniti, perpetui nemici di Israele (Genesi, XIX). Dopo di ciò nella Bibbia non è più detto nulla di L., perché, dopo essersi separato interamente da Abramo, la sua vita diviene senza importanza nella storia del popolo eletto.
Da taluni critici moderni molti tratti della figura di L. sono considerati eponimici, in quanto rappresenterebbero fatti avvenuti, non a singole persone, ma a collettività; ad es. l'incesto di L. con le sue figlie sarebbe il ricordo simbolico di fusioni avvenute fra clan o tribù affini. Qualcuno ritiene L. figura totalmente eponimica.