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BACCIOLANI, Lotario

di Arianna Scolari Sellerio - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 5 (1963)
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BACCIOLANI, Lotario

Arianna Scolari Sellerio

Nacque a Collegara (Modena) il 18 ott. 1796. Nel 1820 partecipò alle cospirazioni dei carbonari modenesi e nel gennaio 1821 fu tra i compilatori del proclama in latino diffuso in Modena fra i soldati ungheresi di passaggio per la città diretti a stroncare la rivoluzione napoletana. Riparò poi in Spagna dove, agli ordini del colonnello Giovampaolo Olini, combatté dalla parte dei costituzionali. Nel 1824 tornò in Italia e ottenne di restare a Modena, rimanendo però sotto la continua sorveglianza della polizia estense.

Nel 1831 fu tra i protagonisti della rivoluzione in Emilia e nelle Romagne, prima come aiutante del gen. Maranesi, poi del gen. Zucchi. Insieme con A. Montanari e a N. Fabrizi, a capo dei rivoluzionari di Bomporto e di Marsiglia, il 3 febbr. 1831 tentò, in seguito ad accordi presi con C. Menotti, di entrare in Modena, ma, accortosi del capovolgimento della situazione, sciolse le truppe e, con pochi altri, si diresse alla volta di Bologna, ove giunse il 5 febbraio. Venuto a conoscenza della fuga del duca, richiamò i volontari e il 7 febbraio entrò alla loro testa a Modena, proclamandovi la libertà e l'indipendenza nazionale; due giorni dopo fu tra i firmatari dell'atto di decadenza della dinastia estense. Comandò poi, come capitano di Stato Maggiore, la ritirata di Rimini, e seguì infine il governo provvisorio fino ad Ancona, dove essendo stata giudicata impossibile ogni resistenza, per il sopravvenire di truppe austriache, sotto il falso nome di Antonio Ferrari si imbarcò, con altri compromessi, sul brigantino "Isotta" diretto a Corfù, fidando in un salvacondotto concesso dal legato pontificio, cardinale Benvenuti, già prigioniero degli insorti. Ma, giudicato non valido il salvacondotto, l'"Isotta" venne raggiunta da due navi austriache. Il B. ed i suoi compagni, fatti prigionieri, furono condotti nelle carceri di S. Severo a Venezia, ed ivi trattenuti fino al maggio 1832 per essere interrogati dal Di Call; quindi fu loro concesso di esulare a Marsiglia.

Dal 1832 al 1850 il B. rimase quasi sempre in Francia, insieme con la moglie Luisa Moreali, occupandosi di agricoltura; si mantenne però sempre in contatto con gli esuli italiani e nel 1834 prese parte alla spedizione di Savoia. Dopo il fallimento di questa, venne prima assegnato al "deposito" di Nevers, poi a quello di Sarcey-Les Sauvages.

Nel 1848 volle andare a combattere in Italia, con la mazziniana Legione italiana, ma giunse quando le sorti della guerra erano definitivamente compromesse e dovette tornare immediatamente in Francia, per sfuggire alla condanna a morte che gli era stata comminata dalla commissione militare di Modena, con sentenza 6 giugno 1837, per la partecipazione ai moti del 1831. Espulso dalla Francia il 10 dic. 1850, tornò in Italia, approfittando dell'amnistia da poco concessa, e continuò ad occuparsi di agricoltura.

Nel 1859 fu nominato dal generale M. Fanti capitano nell'esercito della Lega, dal Fanti stesso costituito dopo la rivoluzione nell'Emilia e nelle Romagne, ma ben presto il B. rassegnò le sue dimissioni.

Morì a Modena il 22 giugno 1868. N. Fabrizi, che era stato suo carissimo amico, ne pronunciò l'elogio funebre.

Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Milano, Processi dei Carbonari,cart. 79; N. Fabrizi, Inmorte di L. B.,s. l.1868; Il Panaro,Modena 23 giugno 1868, n. 143; C. Cantù, Della indipendenza italiana. Cronistoria,II,Roma 1877, p. 275; A. Vannucci, Imartiri della libertà italiana,II,Milano 1878, pp. 40, 62, 143-145; G. Sforza, La rivoluz. del 1831,Roma-Milano 1909, pp. 80, 81, 82, 131, 272, 287, 289, 318, 338; Protocollo della Giovine Italia (Congrega centrale di Francia), II [1843], Imola 1916, p. 79; G. Ruffini, La congiura estense nell'Inquisiz. dei modenesi catturati dall'Austria nel 1831, in Rass. stor. del Risorgimento,XII (1925), III, pp. 480, 484 s., 487, 488, 495, 541-81, 647.

Vedi anche
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