DELLA GHERARDESCA, Lotto
Figlio del celebre Ugolino conte di Donoratico, compare nella documentazione a noi nota a partire dal 1270: al calendimaggio di quell'anno, con il fratello maggiore Guelfo e con altri esponenti d'importanti famiglie pisane, fu tra coloro che si opposero al tentativo dei Visconti d'impadronirsi del potere a Pisa. L'8 giugno 1275 uscì da Pisa insieme con il padre ribelle al Comune e si uni ai guelfi toscani che combattevano contro la città: in particolare, insieme con il fratello Guelfo, sconfisse truppe pisane a Bolgheri in Maremma nel medesimo mese di giugno. Rientrò in città col padre il 16 luglio 1276, dopo la pace di Rinonico. Partecipò con il padre alla battaglia della Meloria, il 6 ag. 1284, e fu catturato dai Genovesi. Egli rimase in prigione a Genova sino al 1292, ossia fino a quattro anni dopo la fine della signoria del conte Ugolino a Pisa, dunque quando già era in atto la ribellione contro i Pisani capeggiata dal fratello Guelfo, che si trovava in Sardegna.
Il 28 maggio 1292 il Consiglio maggiore del Comune di Genova e degli anziani accettò una serie d'impegni del D., il quale agiva anche per i fratelli Guelfo e Matteo. Dopo aver ricevuto la garanzia dei Comuni guelfi toscani di Pistoia nel settembre, di Lucca e Firenze nell'ottobre, il D. si era infatti obbligato ad acquistare immobili in Genova e nel suo territorio. Insieme con i fratelli superstiti divenne allora cittadino genovese; sposò anche, in seconde nozze, una genovese, la figlia di Uberto Spinola. Nel 1293 - dopo il 12 febbraio - si recò in Toscana per combattere contro i Pisani; rimasto escluso, insieme con i fratelli, dalla pace di Fucecchio del 12 luglio 1293, che pose fine alle ostilità in Toscana tra la lega guelfa e Pisa, raggiunse il fratello Guelfo in Sardegna, a Iglesias. Presa questa citta dai Pisani e catturato Guelfo - verosimilmente nei primi mesi del 1295 -, egli lo riscattò cedendo alcuni castelli. Poco più tardi però, quando, dopo il 19 ott. 1295, Guelfo morì, il D., stando alla cronaca sarda edita dal Putzulu, sarebbe tornato in Toscana, e lì sarebbe morto qualche tempo dopo.
Dalla prima moglie, di cui le fonti non ci riferiscono né il nome né il casato, aveva avuto almeno un figlio, quell'Anselmuccio che morì in tragiche circostanze col nonno, il conte Ugolino e altri famigliari, rinchiuso a Pisa nella torre dei Gualandi, che da allora fu detta torre della Fame (marzo 1289).
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Pisa, Dipl., Alliata, 1296 giugno 23; F. Dal Borgo, Raccolta di scelti diplomi pisani, Pisa 1765, n. 37, pp. 279-285; Liber iurium Reipublicae Genuensis, II,a cura di E. Ricotti, in Historiae Patriae Monumenta, IX,Augustae Taurinorum 1857, nn. 113-116; Codex diplomaticus Sardiniae, I,a cura di P. Tola, ibid., XV, ibid. 1861, sec. XIII, nn. 130, 133; Codex diplomaticus Ecclesiensis, II,a cura di C. Baudi di Vesme, ibid., XVII,ibid. 1877, n. 4 coll. 321-324; Le consulte della Repubblica fiorentina dall'anno 1280 al 1298, a cura di A. Gherardi, II, Firenze 1898, pp. 197, 252, 276, 278, 388, 390, 493, 666, 677; R. Davidsolm, Forsch. zur Gesch. von Florenz, II,Berlin 1906, nn. 1406, 1416; U. Dorini, Il tradim. del conte Ugolino alla luce di un documento inedito, in Studi danteschi, XII(1927), pp. 61-64; Annali genovesi di Caffaro, V,a cura di L. T. Belgrano-C. Imperiale di Sant'Angelo, Roma 1929, in Fonti per la st. d'Italia, XIV bis, pp. 56, 147; E. Cristiani, I combattenti alla battaglia della Meloria e la tradizione cronistica, in Boll. stor. livornese, II(1952), 1, p. 13; E. Putzulu, Una sconosciuta cronaca sarda del '400 (sec XI-XV), in Nuovo Boll. bibl. sardo, X(1955), 2, pp. 4 s.; E. Cristiani, Gli avvenimenti pisani del periodo ugoliniano in una cronaca inedita, in Boll. stor. pisano, XXVI-XXVII (1957-1958), pp. 70, 94, 100 ss.; P. Lisciandrelli, Trattati e negoziazioni politiche della Repubblica di Genova (958-1797). Regesti, in Atti della Società ligure di storia patria, LXXV (1960), nn. 462-465; M. Maccioni, Difesa del dominio de' conti Della Gherardesca sopra la signoria di Donoratico, Bolgheri, Castagneto... I,Lucca 1771, pp. 45, 46, 76 s.; R. Roncioni, Istorie pisane libri XVI, a cura di F. Bonaini, I, Firenze 1844, pp. 576, 616, 655 s., 658; E. Besta, La Sardegna medievale. Le vicende politiche dal 450 al 1326, Palermo 1908, pp. 258 s.; F. Ardito, Nobiltà, popolo e signoria del conte Fazio di Donoratico in Pisa nella prima metà del secolo XIV, Cuneo 1920, pp. 132 s.; R. Davidsolm, Storia di Firenze, a cura di G. B. Klein-R. Palmarocchi, III, Firenze 1957, pp. 150, 342, 437, 493, 685, 687; N. Toscanelli, Iconti di Donoratico Della Gherardesca signori di Pisa, Pisa 1937, pp. 120, 128, 143, 154, 161, 164, 241-245 (fantasioso e ricco di errori); V. Salavert y Roca, Cerdeña y la expansion mediterránea de la Corona de Aragón, 1297-1314, Madrid 1956, I, p. 132; E. Cristiani, Nobiltà e popolo nel Comune di Pisa. Dalle origini del podestariato alla signoria dei Donoratico, Napoli 1962, pp. 107, 237, 260 s.; M. L. Ceccarelli Lemut, Ilconte Ugolino Della Gherardesca: un episodio della storia di Pisa alla fine del Duecento, Pisa 1982, pp. 11, 13, 18; Id., Ipisani prigionieri a Genova dopo la battaglia della Meloria: la tradizione cronistica e le fonti documentarie, in 1284. L'anno della Meloria, Pisa 1984, pp. 82, 85; P. Litta, Le famiglie celebri italiane, s. v. Conti Della Gherardesca di Pisa, tav. V.