LOU-LAN
Trascrizione cinese del nome di un antico centro del Turkestan situato nella regione del Lop-nor, sul ramo meridionale dell'antica via carovaniera della seta. Fu la capitale del piccolo regno omonimo il cui territorio si estendeva nella parte inferiore del bacino del Tarim. In varî documenti redatti in scrittura kharoshti il nome ricorre nelle forme Kroraina e Kroraimna; per un'epoca più tarda è testimoniata anche la forma Raurata. Attendibile sembrerebbe l'identificazione di taluni con la Kharaun di Tolomeo.
Nelle fonti cinesi L. figura per la prima volta citata nel 176 a. C. in una lettera di Mao-tun, Shan-yü dei Hsiung-nu, indirizzata all'imperatore della Cina. La regione fu nota ai Cinesi ad opera del celebre viaggiatore Chang Ch'ien e prese posto nella storia della Cina, insieme agli altri paesi del Turkestan e dell'Asia Centrale, a partire dalla metà del II sec. a. C. allorquando, sotto l'impero di Wu-ti (141-87 a. C.), la Cina iniziò una profonda espansione nel bacino del Tarim e nelle altre regioni dell'Asia Centrale, assicurandosi il controllo delle vie carovaniere e dei traffici commerciali che univano l'Estremo Oriente con i mercati dell'Asia occidentale.
Fonti cinesi informano che nel 77 a. C. il re di L. fu decapitato dai Cinesi per il suo comportamento ostile nei loro riguardi, e che fu insediato al suo posto un principe più favorevole all'ambiente di corte. La capitale del regno venne allora trasferita a Shan-shan, nell'attuale località di Čarliq. L'antico nome di L. rivisse però, nei secoli successivi all'èra cristiana, in seguito all'insediamento da parte dei Cinesi di una guarnigione militare o meglio ancora di una vera e propria colonia. La stazione ebbe vita fiorente fino ai primi decenni del IV secolo. Successivamente, a causa del processo di saharificazione subito dalla regione dopo il mutamento di corso del Tarim, essa dovette essere abbandonata e non vi poté aver luogo alcuna occupazione ulteriore.
Dagli inizî di questo secolo, nel bacino del Tarim si sono susseguite varie spedizioni archeologiche, a cominciare da quelle di S. Hedin e di A. Stein. A merito delle ricerche compiute, una quantità considerevole di documenti consente oggi di ricostruire a grandi linee le vicende storiche di questa regione, che intorno ai secoli dell'èra cristiana ebbe parte attiva sia come via di traffici commerciali che come centro di diffusione di particolari elementi culturali ed artistici.
Le ricerche condotte in particolare a L. dalle varie spedizioni hanno avuto per risultato la scoperta sia dei luoghi di abitazione e di culto (per lo più strutture di case e di stūpa) che dell'area adibita a cimitero. Quest'ultimo, situato su una zona collinosa, ha restituito numerosissime tombe con ricco corredo funebre e spesso anche con i cadaveri ancora intatti, inumati in bare di legno, talvolta in forma di zattere.
Fra gli articoli di corredo funebre, oltre le lacche e gli oggetti d'ornamento, rivestono particolare importanza i tessuti, sia di seta che di lana, eccezionalmente ben conservati. I tessuti di seta si rivelano di lavorazione o di imitazione cinese. L'ornato è a vari colori ed il disegno si compone di figure di animali o di motivi floreali e geometrici. I tessuti di lana, che comprendono frammenti e parti di tappeti e di arazzi, suggeriscono, invece, palesi accostamenti con i motivi ornamentali dell'arte tessile iranica o delle tappezzerie copte e bizantine.
Oltre una copiosa serie di manoscritti, redatti in scrittura kharoshti, la stazione di L. ha restituito parecchie opere di scultura in legno e di bassorilievi. In questi ultimi lo svolgimento di particolari motivi figurativi, come fenici e draghi o varie specie di volatili ed altri animali, riporta ad una chiara influenza cinese, mentre il motivo geometrico si rivela di spunto e di derivazione occidentale. Ad una influenza diretta da regioni occidentali sembra inoltre che rimandino alcuni esemplari di scultura in legno, nei quali spesso la figura umana trae suggerimento dalle forme iconografiche del buddismo. Ciò si rivela tanto più attendibile in quanto che la regione stessa - come le altre dell'Asia Centrale e del Turkestan - ebbe grande importanza nella propagazione in Cina del buddismo e nella diffusione dei suoi canoni artistici ed iconografici.
Bibl.: A. Conrady, Die chinesischen Handschriften und sonstigen Kleinfunde Sven Hedins in Lou-lan, Stoccolma 1920; A. Stein, Serindia, 5 voll., Oxford 1921; id., Innermost Asia, 4 voll., Oxford 1928; A. Hermann, Lou-lan, Lipsia 1931; A. Stein, On Ancient Central-Asian Tracks, Londra 1933; F. Bergman, Lou-lan-Wood-carvings and Small Finds Discovered by Sven Hedin, in Bulletin of the Museum of Far Eastern Antiquities, VII, 1935, pp. 71-144; F. Bergman, Archaeological Researches in Sinkiang, Stoccolma 1939; W. Samolin, Historical Ethnography of the Tarim Basin before the Turks, Kodaigaku (Palaeologia), IV, 1955; W. Samolin, Ethnographic Aspects of the Archaeology of the Tarim Basin, in Central Asiatic Journal, IV-i, 1958, pp. 45-67.