NAVIER, Louis-Marie-Henri
Ingegnere, nato a Digione il 15 febbraio 1785, morto a Parigi il 23 agosto 1836. Entrato nel 1802 nell'École Polytechnique e nel 1804 in quella di ponti e strade, uscì da questa ingegnere nel 1807 e venne addetto al servizio del dipartimento della Senna; vi rimase fino al 1822, prendendo parte alla costruzione dei ponti di Choisy, d'Asnières, d'Argenteuil e al ponte pedonale della Cité. Fu a Roma qualche tempo, progettandovi lavori di cui le circostanze politiche impedirono l'esecuzione. Nel 1813 iniziò la pubblicazione del trattato sulla costruzione dei ponti lasciato da suo zio É.-C.-M. Gauthey, e quella della Science de l'ingenieur e dell'Architecture hydraulique di B. Forest de Bélidor. Questi lavori lo fecero nominare supplente alla cattedra di meccanica applicata della scuola di ponti e strade; nel 1821 vi era nominato professore aggiunto e nel 1830 professore titolare. Nel 1819 pubblicò la memoria Sur la flexion des verges elastiques courbes, ad essa seguirono quella Sur les lois de l'équilibre et du mouvement des corps solides élastiques (1821) e il rapporto all'Accademia delle scienze di Parigi: Sur les ponts suspendus (1823). L'Accademia lo nominò suo membro nel 1824. I tre lavori citati sono fondamentali per il primo sviluppo della scienza delle costruzioni e della resistenza dei materiali. Classiche sono rimaste le sue lezioni; in special modo la 3ª edizione di esse, arricchita da A.-J.-C. Barré de Saint-Venant di note che per estensione e per importanza sono superiori anche all'opera commentata. Tra le sue costruzioni, una gli fu causa di grandi amarezze, il ponte sospeso di 155 m. sulla Senna, che, col pretesto di cedimenti avvenuti alle spalle (1826), venne abbattuto; la mancanza di responsabilità del N. in questo doloroso fatto venne dimostrata da H.-C.-M. Riche de Prony nel 1837. Nel 1834 fu nominato ispettore divisionario di ponti e strade. Tra le formule oggi d'uso comune nei calcoli d'ingegneria sono quelle relative alla flessione e al carico di punta, che portano il suo nome perché da lui indicate la prima volta.