LOVANIO
(fiammingo Leuven; franc. Louvain; Lovanium nei docc. medievali)
Città del Belgio e capoluogo della prov. fiamminga del Brabante.L. si sviluppò da un villaggio di età merovingia sorto all'incrocio di strade in un punto di attraversamento del fiume Dyle, divenendo capoluogo di contea fin dal periodo carolingio. Nell'891 Arnolfo di Carinzia sconfisse i Normanni sul luogo poi occupato dal complesso del Grande Beghinaggio (Groot Begijnhof); nel 1106 L. divenne capitale del ducato di Brabante, funzione perduta all'inizio del sec. 15°, quando la residenza ducale fu trasferita a Bruxelles.Dopo che L. assunse il ruolo di capitale di contea, Lamberto il Barbuto vi istituì intorno al Mille un Capitolo di canonici, che ebbe come sede la chiesa di S. Pietro (Sint Pieter). Questa era una basilica a tre navate su pilastri, il cui impianto, che seguiva i dettami del primo Romanico mosano, era paragonabile alla cattedrale di S. Servazio a Maastricht; nel sec. 12° venne aggiunto alla primitiva costruzione un edificio a pianta centrale sul modello del Santo Sepolcro di Gerusalemme, come è risultato dagli scavi del 1956; nel sec. 15° il complesso religioso fu sostituito da una fabbrica gotica.Durante la prima metà del sec. 12°, L. divenne città libera; questo nuovo clima politico condusse intorno al 1150 alla realizzazione della prima cinta di mura, conservatasi in più punti, che seguiva un circuito circolare ed era munita di ca. trenta torri e undici porte. Nel 1165 fu innalzata presso una porta cittadina la parrocchiale dedicata a s. Michele, demolita alla fine del sec. 18°; altre parrocchiali furono costruite fuori le mura, come le chiese di S. Quintino (Sint Kwinten), nel 1200, e di S. Giacomo (Sint Jacobs), nel 1220-1230. Entrambe le fondazioni conservano il tradizionale impianto romanico, arricchito dall'elevazione di una torre sulla prima campata occidentale del corpo longitudinale a tre navate. Il conte Enrico III istituì a L. sul finire del sec. 11° un ospedale, del quale ancora si conserva l'ingresso romanico, risalente al 1220 ca.; nel suburbio della città sorsero l'abbazia benedettina di Vlierbeek e il monastero premostratense di Park, fondati rispettivamente nel 1125 e nel 1127, che, nonostante i ripetuti rimaneggiamenti, mantengono parti medievali.Intorno al 1230 il duca Enrico IV spostò la sua residenza su un'altura esterna al circuito cittadino; il nuovo complesso palaziale, noto soprattutto attraverso alcuni disegni del sec. 17°, fu demolito sotto l'imperatore Giuseppe II (1765-1790), tranne alcuni tratti della recinzione e le cantine del 14° secolo. Il trasferimento della sede ducale fuori dal centro urbano fu dovuto anche alla forte crescita demografica di L., cui fecero seguito il fiorire dell'industria della lana e l'insediamento di numerosi conventi.L'arrivo degli Ordini mendicanti coincise con la diffusione del Gotico, che inizialmente si limitò a innestarsi nella tradizionale intelaiatura architettonica romanica. Il nuovo stile è riconoscibile per la prima volta nel blocco orientale della chiesa dei Domenicani che, priva di transetto, fu completamente voltata con crociere nervate (1255-1276); le ultime quattro campate occidentali furono però aggiunte dopo il 1350. Seguirono la fondazione mendicante altre fabbriche in stile gotico, come la ricostruzione del corpo longitudinale della chiesa romanica di S. Giacomo, avvenuta fra il 1290 e il 1320. La cappella dedicata a s. Giovanni Battista del Grande Beghinaggio, iniziata nel 1305, come ricorda un'iscrizione sul portale settentrionale, ripete la semplice architettura degli Ordini mendicanti con la zona del coro a terminazione piatta e la facciata priva di ornamentazioni; la plastica fu limitata ad alcuni capitelli e mensole lavorati a motivi animali.Presso la cappella di S. Gertrude (Sint Geertruid), già esistente prima del 1200, il duca Enrico IV fondò un monastero; tra la fine del sec. 13° e gli inizi del 14° i Canonici vi edificarono una semplice chiesa gotica a copertura lignea, ricostruita dopo i bombardamenti del 1944; la torre, innalzata intorno al 1380, fu provvista nel 1453 di una guglia traforata in pietra da Jan van Ruysbroeck, architetto del municipio di Bruxelles; soltanto alcuni frammenti architettonici si sono salvati dell'edificio claustrale trecentesco, un tempo riccamente decorato di sculture.Gli architetti di L. Jan Stevens, Arnold Hore e Godfried Raes costruirono a partire dal 1317 il mercato dei panni (Lakenhal), nei pressi del centro cittadino, divenuto dal 1432 sede dell'Università. Il piano terreno dell'edificio, di pianta rettangolare, conteneva un locale a due navate adibito alle vendite pubbliche, mentre il magazzino era al piano superiore; le testate del complesso monumentale, fornite di grandi portali, sono ancora decorate da sculture.L'erezione di un secondo giro di mura, concentrico al primo, si rese necessaria per l'aumento della popolazione; i lavori iniziarono nel 1357 sotto la direzione degli architetti Hendrik Sammen e Jan Hore. La nuova cinta era costituita da un muro merlato in laterizio rinforzato al piede da un pendio artificiale di terra; le mura, fornite di quarantotto torri e otto porte, furono demolite nel 1821-1827. Ugualmente scomparsa è la cappella di Nostra Signora fuori porta (Onze Lieve Vrouw van Ginderbuiten), costruita nel 1364 sotto il patrocino della Grande corporazione della balestra. A differenza di altre costruzioni trecentesche, si scelse qui un Gotico più avanzato, che annunciava lo stile tardogotico che a L. avrebbe toccato l'apogeo nel secolo successivo.Anche dopo il trasferimento della residenza ducale a Bruxelles nel sec. 15°, L. mantenne una posizione di prestigio all'interno del ducato di Brabante; la città guadagnò importanza dopo la fondazione dell'Università nel 1425 e da allora in avanti gli edifici universitari contribuirono a determinare la sua nuova immagine urbana. La chiesa di S. Pietro, ricostruita a partire dal 1410, costituisce, insieme alla cattedrale di S. Rumoldo di Malines, un monumento chiave per lo sviluppo del Gotico brabantino. La conduzione del cantiere fu affidata, in ordine di tempo, agli architetti Sulpitius van Vorst, Jan Keldermans II e Matheus de Layens; i lavori erano pressoché ultimati alla fine del 15° secolo.Nelle immediate vicinanze della chiesa di S. Pietro venne iniziata nel 1439 la costruzione del municipio (Stadhuis), progettato da Sulpitius van Vorst; Jan Keldermans e Matheus de Layens curarono il completamento della fabbrica. L'edificio rettangolare conta in alzato tre piani; le facciate, decorate da ricchi programmi plastici, sono state oggetto nel corso degli ultimi due secoli di ripetuti e profondi restauri.I portali dell'ospedale e l'ingresso occidentale di S. Giacomo, entrambi risalenti al 1220 ca., mostrano ancora parte della loro scultura architettonica. Risalgono al pieno sec. 13° il monumento sepolcrale del duca Enrico IV di Brabante (m. nel 1235), della consorte Matilde di Boulogne e della loro figlia Maria, e quello del duca Enrico VI (m. nel 1261) e della moglie Aleidis (m. nel 1273); entrambi i complessi funerari furono realizzati in pietra di Tournai, forse da maestri locali, e si trovano ubicati rispettivamente in S. Pietro e nella chiesa del convento domenicano.Lo Stedelijk Mus. Vander Kelen-Mertens conserva una statua della Sedes Sapientiae del sec. 11°-12°, proveniente dal convento delle Monache nere (Zwartzusters), e alcune sculture mariane della fine del sec. 14°, che mostrano come lo stile manieristico del Gotico internazionale venisse mitigato da una tendenza più naturalistica; la testa appartenuta a una figura di Cristo, frammento di una deposizione lignea del sec. 13°, è invece custodita nel Mus. voor Kerkelijke Kunst Sint Pieterskerk.Nella costruzione della chiesa di S. Pietro e del municipio si era fatto appello a scalpellini provenienti da Bruxelles, fra cui Willem Ards, ma dalla seconda metà del sec. 15° la produzione locale fiorì considerevolmente. Nonostante essa si collochi nell'ambito del Gotico brabantino, si qualifica tuttavia per elementi di originalità. Accanto a Joes Beyaert, Bartholomeus van Kessel e Hendrik Roesen, numerosi maestri anonimi ricevettero varie ordinazioni da un'ampia committenza; ciò dimostra che la tendenza realistica della scultura di L. trovava vasti consensi.Le più antiche testimonianze a L. di pittura monumentale e di arte vetraria datano dalla seconda metà del Duecento; la chiesa dei Domenicani fu allora decorata con pitture murali e vetrate istoriate, note soltanto attraverso disegni del sec. 17°, dove furono raffigurati membri della famiglia ducale del Brabante e benefattori del convento; al principio del sec. 14°, sempre su commissione ducale, il coro fu arricchito da nuove vetrate. Il più antico frammento di arte vetraria conservato a L., databile alla seconda metà del sec. 14° e rappresentante la Madonna con il Bambino, proviene dal coro della cappella del Grande Beghinaggio (Stedelijk Mus. Vander Kelen-Mertens).Un documento del 1360 testimonia l'esistenza di una corporazione di pittori che, insieme ai maestri vetrari, costituirono la Confraternita di s. Luca, ma già dal 1297 un certo Arnoldus Gaelman eseguì pitture murali nell'abbazia premostratense di Park; recentemente sono state rinvenute pitture a fresco dei secc. 14° e 15° nella cappella del Grande Beghinaggio e nella chiesa di S. Quintino.La più antica traccia di un dipinto su tavola eseguito a L. riguarda una rappresentazione della Trinità, destinata alla chiesa di S. Pietro (1414). I documenti di archivio riferiscono per il sec. 15° i nomi di settantasei pittori, ma non è sempre possibile attribuire loro le opere. Di qualche rilievo fu Hubert Stuerbout, che nel 1440 ca. lavorò fra l'altro per l'abbazia di Park; da quegli anni la città dispose di un pittore ufficiale, tuttavia taluni committenti si rivolsero ad artisti di altre città. La Grande corporazione della balestra commissionò una Deposizione a Rogier Van der Weyden (Madrid, Mus. del Prado) e il segretario municipale Gerard van Baussele si rivolse all'atelier del pittore per un epitaffio con la SS. Trinità, destinato alla cappella sepolcrale della sua famiglia nella chiesa di S. Pietro (Stedelijk Mus. Vander Kelen-Mertens). La città godette di grande fama con l'arrivo, prima del 1440, di Dirk Bouts (m. nel 1475) da Haarlem; per il nuovo municipio egli dipinse scene di giustizia e inoltre un Giudizio universale e un'Ultima Cena per la Confraternita del SS. Sacramento nella chiesa di S. Pietro. Insieme al suo atelier dipinse numerose scene devozionali destinate a conventi e a privati. I suoi figli, dei quali il più noto è Albrecht (m. nel 1549), insieme ad altri pittori di L., fra cui Jan Rombouts, Jan Vanden Berge e Jan Vander Cautheren, continuarono la tradizione di Bouts per numerosi decenni. Dirk Bouts peraltro influenzò il Maestro della Sibilla tiburtina, un pittore originario delle province settentrionali, e persino artisti tedeschi e spagnoli.Durante la seconda metà del sec. 15° vi fu una grande fioritura dell'arte vetraria: gli ateliers di L. produssero numerose vetrate per edifici civili e religiosi, lavorando anche in altre città del Belgio.Per quanto riguarda la miniatura, pochi sono gli artisti documentati a L., tra i quali si ricordano i nomi di Arnoldus de Thenis, che lavorò prima del 1300 nell'abbazia di Averbode, di Guillielmus e Arnoldus van Aerschot, nonché di Arnoldus Gaelman, che si ritiene siano stati attivi nel 14° secolo. Dopo il 1433 lo scriptorium del convento di S. Martino (Sint Maartensdal) lavorava per le istituzioni religiose e universitarie della città.Nel 1360 è attestata a L. anche l'esistenza di una corporazione di orafi ed erano presenti in città botteghe di fonditori, la cui prima opera documentata rimane la lastra sepolcrale in ottone di Machteit Roelants (m. nel 1396) nella cappella del Grande Beghinaggio; l'attività di questi artigiani sembra essere stata considerevole nel Tardo Medioevo. Ne sono esempi le acquasantiere nelle chiese di S. Giacomo (1467) e di S. Michele (1473) e il fonte battesimale di S. Pietro (1490).All'inizio del sec. 14°, quando si manifestò il declino dell'industria del panno, molti tessitori avviarono la produzione di arazzi, raggruppandosi in corporazione nel 1388. Nel 1477 la città contava cinquanta tessitori di tappeti, che già dal 1453 offrivano i loro prodotti ai mercati di Anversa; sembra che Filippo il Buono abbia comprato parati di Lovanio. A causa della concorrenza di Bruxelles l'arte del ricamo ebbe invece scarso sviluppo. La crisi che afflisse il Brabante e soprattutto L. alla fine del sec. 15° ebbe un influsso negativo anche sulla produzione artistica.
Bibl.: E. Van Even, Louvain monumental, Louvain 1860; id., L'ancienne école de peinture de Louvain, Louvain 1870; id., Louvain dans le passé et dans le présent, Louvain 1895; Aspekten van de Laat-gotiek in Brabant [Aspetti del Tardo Gotico in Brabante], cat., Louvain 1971; Bouwen door de eeuwen heen. Inventaris van het cultuurbezit in Vlaanderen. Architectuur [Costruire attraverso i secoli. Inventario del patrimonio culturale nelle Fiandre. Architettura], I, 1, Leuven 1971; R. Van Uytven, Nieuwe bijdrage tot de studie der Leuvense tapijtwevers XIVe-XVIIe eeuw [Nuovo contributo allo studio dei tessitori di tappeti di L. nei secc. 14°-17°], Arca Lovaniensis 1, 1972, pp. 13-34; J. Crab, Het Brabants beeldsnijcentrum Leuven [Il centro di incisione brabantino a L.], Leuven 1977; A. Maesschalck, J. Viaene, Het stadhuis van Leuven [Il municipio di L.], Arca Lovaniensis 6, 1977, pp. 7-255; M. Smeyers, Het inwendig gebeeldhouwd decor van het Leuvens stadhuis [La decorazione scolpita nel municipio di L.], ivi, pp. 257-349; Leuven ''de beste stad van Brabant'' [L. ''la migliore città del Brabante''], a cura di R. Van Uytven, Leuven 1980; P.V. Maes, Leuvens brandglas [Il vetro artistico di L.], Arca Lovaniensis 13, 1987.M. Smeyers