low carbon economy
<lë'u kàabën ikònëmi> locuz. sost. ingl., usata in it. al femm. – Economia fondata su un sistema di produzione e consumi a basso contenuto di carbonio, ovvero a ridotte emissioni di CO2 in atmosfera. La transizione verso la low carbon economy è promossa a livello globale dalle politiche per ridurre il rischio associato ai cambiamenti climatici, in particolare nell’UE. Sviluppo e innovazione tecnologica nei settori , energie pulite (v. CCS), efficienza energetica, edilizia e trasporto sostenibili (edifici a basso consumo e ridotti carichi ambientali, veicoli elettrici, a idrogeno, a celle di combustibile) ne costituiscono il nucleo industriale (v. ), oltre a comportare aspetti finanziari di notevole importanza, quali per es. la quotazione e il mercato dei titoli di emissione di gas in atmosfera (v. ET). Peraltro, e non secondariamente, la low carbon economy può assolvere al compito di promuovere la crescita economica in generale. La capacità di tradurre i limiti fisici della finitezza di risorse ed ecosistemi in valore di scambio, attraverso le attività volte a ridurre la vulnerabilità ambientale (aumento della resilienza) e le emissioni in atmosfera (mitigazioni degli effetti climatici secondo lo sviluppo di tecnologie a basso impatto di carbonio), rappresenta, infatti, la migliore opportunità per svincolare il tasso di crescita dell’economia mondiale dai problemi che ne determinano l’attuale sofferenza. Tra le criticità che troverebbero soluzione grazie all’affermazione di un’economia a basso contenuto di carbonio, sono da evidenziare la dipendenza eccessiva dalla disponibilità di risorse energetiche fossili non illimitate, e non omogeneamente distribuite, e il sempre maggiore rilievo della finanza speculativa. L’incremento di tecnologie, servizi e lavoro nell’ambito low carbon consentirebbe inoltre di fondare il tasso di crescita dell’economia in misura maggiore sul patrimonio di conoscenze, prospettando orizzonti di espansione anche in termini di vivacità di mercato associata all’apprezzamento di prodotti innovativi. Tuttavia, il successo di una tale economia, sottoposto al vincolo di gravose barriere (per es., la competitività globale sui costi di produzione), è condizionato anche dalla necessità di trasformazioni di notevole portata, sia negli aspetti politici di gestione e pianificazione del bene comune sia nei modelli culturali che orientano il costume individuale. In questi ambiti fervono gli sforzi della ricerca: per es., gli studi del premio Nobel per l’economia nel 2009 Elinor Ostrom sull’efficacia di politiche multiscala e multilivello (locale, regionale, nazionale), e le prospettive dell’economia evolutiva finalizzate alla comprensione dei feedback inibenti, indotti dai comportamenti individuali consolidati, che ostacolano l’azione degli apparati tecnico-decisionali.