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lubricus

di Pier Vincenzo Mengaldo - Enciclopedia Dantesca (1970)
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lubricus

Pier Vincenzo Mengaldo

L'aggettivo è impiegato in accezione retorica in VE II VII 2 e 4, a indicare le parole aliene dalla necessaria misura dello stile ‛ tragico ' per eccesso di morbidezza e levigatezza; anche in questo caso, come spesso nel trattato, D. attribuisce un carattere stilisticamente negativo all'esagerazione di una qualità positiva, indicata nello stesso contesto con il metaforico pexus (v.).

Tra i vocaboli urbana - egli osserva - alcuni appaiono pexa et lubrica, altri all'opposto yrsuta et reburra, ma solo quelli pexa o yrsuta sono veramente magnifici (grandiosa), mentre i lubrica e i reburra colpiscono in modo sgradevole l'orecchio col loro eccesso, rispettivamente, di mollezza e di asprezza (in superfluum sonant). Come esempio concreto di parola l. viene citata femina, in cui verosimilmente D. individua la compresenza di una forma fonica troppo morbida, scivolosa (accento sdrucciolo) e di una connotazione morale negativa sul piano del significato (rispetto al ‛ sinonimo ' più nobile donna, presente infatti al successivo § 5 tra gli esempi tipici di vocaboli pexa e illustri); per cui è probabile, giusta il suggerimento del Marigo, che in l. si cumulino qui il senso proprio (" sdrucciolevole ", ecc.) e quello traslato etico, con relativo arricchimento della categoria di giudizio in questione. E v., per maggiori particolari, vocaboli, teoria dei. Un precedente di questo uso dantesco di l. si può comunque indicare nell'autorevole Donato Ars gramm. (maior) III 4 " Synaliphe est per interceptionem concurrentium vocalium lubrica quaedam lenisque conlisio... haec a quibusdam syncrisis nominatur ".

Vocabolario
lùbrico
lubrico lùbrico (meno corretto lubrìco) agg. [dal lat. lubrĭcus] (pl. m. -ci, raro o ant. -chi). – 1. a. letter. Sdrucciolevole, che fa scivolare: camminare su un l. pendio; terreno l., anche in senso fig., situazione precaria, in cui è...
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