BONETTI, Luca
Della famiglia veneziana dei Bonetti si trovano notizie che risalgono al sec. XV: sul finire del Quattrocento un Andrea Bonetti (Andrea de Bonetis) ebbe bottega di tipografo "in Merzaria" dal 1482 al 1486. Non sono stati ancora rinvenuti documenti di archivio che permettano di determinare quale vincolo di parentela sia esistito tra quell'Andrea e il R., che poco dopo la metà del Cinquecento era già tipografo provetto e che attorno al 1565 si trasferì a Firenze, quando la stamperia di Lorenzo Torrentino (morto nel 1563) era condotta dai suoi figli e, non più sorretta dalla liberalità di Cosimo I, andava rapidamente declinando. Il B. ne divenne il proto e tale restò sino al 1570, quando la tipografia fu chiusa. Una delle ultime pubblicazioni cui prese parte il B. fu la Orazione di M. Bartolomeo CarliPiccolomini in lode di s.Giovanbattista recitata publicamente nel duomo di Siena..., Firenze 1569. L'edizione non ha nome di tipografo, ma i caratteri e la xilografia architettonica con veduta di Firenze e stemma mediceo che sta sul frontespizio (che è quella caratteristica usata dal Torrentino e che si vuole sia stata disegnata da Giorgio Vasari) ne indicano chiaramente la provenienza. La dedica "alla molto nobile et valorosa Giovane M. Fulvia Spannocchi de' Sergardi" è firmata: "Luca Bonetti venetiano stampatore nella Stampa del Duca". Quando i figli di Lorenzo Torrentino liquidarono la già gloriosa "Stamperia ducale", da più anni a Firenze gli eredi di Filippo Giunti avevano ripreso a lavorare a pieno ritmo, affiancati da altri editori-tipografi che saturavano le possibilità commerciali della piazza; il B. perciò decise di lasciare Firenze per Siena.
Quella città mancava praticamente di un editore e di un tipografo già da più anni e - sebbene avesse perduto con la libertà gran parte della sua importanza - poteva tuttavia offrire possibilità commerciali favorevoli ad un imprenditore non privo di cultura e tecnicamente abile qual era il B., tanto più se, come sembra, i fratelli Piccolomini lo assicuravano del loro favore.
Nell'anno 1570 il B. è a Siena con i figli e pone la sua bottega "alle Loggie del Papa". Nel 1571 iniziò a stampare nitidamente con bei caratteri nuovi, su ottima carta, con grande senso di eleganza. Ebbe successo: divenne presto "stampatore del pubblico" e "stampatore del collegio dei giuristi"; fu l'editore dei più celebri letterati senesi allora viventi che formavano l'Accademia grande degli Intronati. Per un trentennio fu l'unico tipografo di Siena - finché non vi aprirono botteghe il Marchetti e il Florimi, dopo il 1600 - e stampò non meno di quattrocento edizioni. Scarse notizie offrono di lui i repertori settecenteschi e anche presso i più moderni bibliografi il nome del B. spesso è soltanto menzionato. La sua attività dové essere tuttavia abbastanza rilevante e si svolse su due fronti: pubblicava per conto degli autori le loro opere letterarie ed erudite e divulgava per conto proprio quelle cose popolaresche più gradite alla cittadinanza senese. A queste edizioni si aggiunsero le pubblicazioni ufficiali commessegli dalla comunità e dal collegio dei giuristi. Così, accanto agli scritti di Alessandro Piccolomini, di Girolamo e Scipione Bargagli, di Diomede Borghesi, di Belisario Bulgarini, di Orazio e Gregorio Lombardelli il B. andò ristampando commedie e rime piacevoli di Ascanio Cacciaconti (Lo Strafalcione), di Nicolò Campani (Lo Strascino), di Mariano Trinci (Il maniscalco da Siena), di Antonio detto Stricca Legacci, di Salvestro cartaio (Il Fumoso), di Giovan Battista sarto (Il Falotico) e di altri "Rozzi".
Il primo volume edito a Siena dal B. gli venne affidato dal celebre Alessandro Piccolomini, e fu L'Hortensio,Comedia (1571); per il medesimo autore pubblicò nel 1572 Il libro della Poetica di Aristotele che ha la sottoscrizione: "per Luca Bonetti stampatore dell'Eccell. Collegio de SS. Legisti". Di Girolamo Bargagli pubblicò nel 1572 il Dialogo de' giuochi chenelle veglie sanesi siusano di fare, che ebbe repliche in Venezia nel 1574, 1575, 1592, 1598, nonché La Pellegrina. Commedia (1589), composta nel 1564, ma fatta rappresentare solo nel 1589 da Scipione, fratello di Girolamo, in occasione delle nozze di Ferdinando I con Cristina di Lorena. L'edizione fu replicata in Venezia nel 1606 ed in Siena (per il Florimi) nel 1611. Di Scipione Bargagli stampò la Prima parte delle Imprese (1578). Belisario Bulgarini gli fu sempre fedele e gli fece stampare tutte le sue opere critiche e polemiche: Alcune considerazioni soprail Discorso di G.Mazzoni in difesa dellaCommedia di Dante (1583), Repliche alle risposte di OrazioCapponi (1585). Risposta a' Ragionamenti di I.Zoppio intorno alla Commedia di Dante (1586), Difesa di B. B.in risposta alla Apologia e Palinodiadi Alessandro Carrieroad alcune Letterepassate tra Lodovico Botonioe il Bulgarini per occasione dellecontroversie nate tra esso Bulgarini il Zoppioil Carriero e ilMazzoni (1588), Riprova delle ParticellePoetiche soprala disputadi I. Zoppio (1602), Annotazioni sopra la prima parte della Difesadi G. Mazzoni (1608). Quando Diomede Borghesi - dopo la lunga assenza da Siena - tornò in patria come lettore nello Studio, il B. pubblicò le sue Orazioni accademiche (1589, 1590, 1596) nonché l'ultimo tomo (postumo) delle sue Lettere discorsive (1603), i cui primi due tomi erano stati editi nel 1584 rispettivamente dal Pasquati a Padova e da F. de Franceschi a Venezia. Fedelissimo al B. fu il domenicano Gregorio Lombardelli, infaticabile biografo di beati e santi senesi e autore di altri libri ascetici: Vita delgloriosissimo s. Galgano (1577), Vita della b. Nera Tolomei (1583), Vita del gloriosissimo s. Marziale (1584), Vita della b. Aldobrandesca Ponzii de' Bellanti (1584), Vita del b. Gio. BattistaTolomei (1584), Vita del b. Sorore da Siena (1585), Vita della b.Genovese da Siena (1586), Vita del Bonaventura Tolomei (1593), Difesa delle ss. Stimmatedi s. Caterina da Siena (1601), e così via. Di Orazio Lombardelli pubblicò alcuni opuscoli: Del modo diaiutar l'anima nell'agonia della morte (1578), Del Purgatorio e degli aiuti che si fanno per l'anima de' morti (1584). Da ricordare anche il curioso trattatello tecnico di Francesco Pifferi: Monicometro instromentoda misurar con la vista (1595). Una sconosciuta edizione del B. è quella di una raccolta di rime giovanili e di "imprese" di Ascanio Piccolomini procurata dallo stesso B., che ne stampò venticinque soli esemplari col titolo: Rime et Imprese di Mons.Ascanio Piccolomini. Fatte nellaprimavera della età sua,salvo le spirituali et alcune pochelugubri, Siena, nella Stamperia del Bonetto, 1594.
Nella dedica del raccoglitore-editore si legge: "ho deliberato di dedicarle a V.S.I. istessa e di stamparne solo venticinque libri, e darli tutti a Lei proprio, sì come faccio, acciò che Ella sia libera di nasconderle, d'emendarle, e di farne quel che parerà convenire al suo ottimo giudizio". Dopo le Rime, nel libretto figurano dodici belle tavole intagliate su legno rappresentanti le "imprese". Una edizione a tiratura così limitata è cosa più che eccezionale nel sec. XVI.
Per le edizioni delle commedie e rime varie dei "Rozzi" è ancora utile consultare le notizie che dà C. Mazzi. Amplissima fu la sua produzione: sacre rappresentazioni (oltre centosettanta diverse edizioni), cantari d'ogni genere, agiografico, cavalleresco, leggendario, di argomento classico (oltre sessanta edizioni), cui si debbono aggiungere opuscoli di rime varie giocose, novellette in rima destinate al pubblico dei cantambanchi. Tutte queste operette sono oggi rare o rarissime e sono tutte illustrate. Quelle stampate tra il 1571 e il 1580 hanno belle xilografie tratte da legni fiorentini e sono stampate su ottima carta con bei caratteri; negli anni successivi - specie dopo il 1600 - le edizioni divengono sempre più sciatte: la qualità della carta è deteriore, le figure sono copie di quelle precedentemente usate, ma sono opera di intagliatori inabili che lasciano scoprire una estrema rozzezza espressiva. In generale queste edizioni non portano il nome del B., ma la sola indicazione "alla Loggia del Papa" e mancano spesso dell'anno di stampa.
Allo stato attuale delle ricerche bibliografiche è assolutamente impossibile precisare il numero totale delle edizioni pubblicate dal Bonetti. Dalle ricerche fatte nelle biblioteche pubbliche di Siena, Firenze, Roma, Venezia e Milano e da notizie ottenute da raccoglitori di libri figurati del Cinquecento, nonché dall'esame del catalogo dei libri posseduti dal British Museurn (centotrentacinque edizioni cinquecentine e cinquantuno del secolo successivo) si può giungere all'affermazione che il B. stampò non meno di quattrocento diverse edizioni, senza tener conto delle pubblicazioni ufficiali fatte come "stampatore del pubblico".
Il B. fu uomo di buona cultura letteraria: talune sue dediche e prefazioni sono notevoli per il garbo della prosa ove non è quasi traccia dell'enfasi comune a molti contemporanei. Volle anche cimentarsi nella poesia e lo fece non senza decoro e buon gusto: sono del 1565 quelle Rime in onore della marchesa di Mantova ricordate dal Mazzuchelli, che non conobbe le altre che formano la raccolta intitolata: Rime e versi nellamorte del Reverendissimo Monsignor Alessandro PiccolominiArcivescovo di Patrasso edEletto di Siena (1579). Anche Emilio Bonetti (figlio del B.) ci ha lasciato una Canzone nel felicissimo Nataledel Gran PrincipePrimogenito del Serenissimo Don FerdinandoMedici Gran DucaIII di Toscana messa a stampa nella tipografia paterna nel 1590.
Ignoto è l'anno della morte del Bonetti. L'ultima volta che il suo nome si incontra su una stampa è nel 1623. La tipografia però continuò a funzionare, sia con la indicazione generica "alla Loggia del Papa", sia con la sottoscrizione "presso i Bonetti". Ma già dal 1610 circa l'attività della bottega era diminuita, anche perché a Siena si erano aperte le tipografie del Marchetti e del Florimi. Quando a Siena venne costituita la "Stamperia del pubblico", gli eredi del B. ne ebbero la direzione che mantennero sin verso l'anno 1670.
Fonti e Bibl.: Siena, Bibl. Com., cod. C V 3, c. 201; Ibid., cod. E IX 3, passim; G. Cinelli Calvoli, Bibl. volantecontinuata da L.A. Sancassani, II, 1, Venezia 1734, p. 181; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, III, 3, Brescia 1762, p. 1600; L. De Angelis, Biografia degli scrittori senesi, I, Siena 1824, p. 147; C. Mazzi, La Congrega dei Rozzi di Siena, Firenze 1882, passim; F. Ascarelli, La tipografia cinquecentinaital., Firenze 1952, p. 146; A. Cioni, Bibl. delle Sacre Rappresentazioni, Firenze 1961, passim; Id. La poesia religiosa:I cantari agiografici, Firenze 1963, passim.