CALEVARIS, Luca
Nacque a Udine nel 1665; giovanissimo, soggiornò a Roma, dove imparò, specialmente da Gaspare Vanvitelli, il gusto delle vedute. È questo il suo maggiore pregio; ma spetta anche a lui, matematico più che artista, che s'ingegnava a passare mastici nelle pitture per renderle meno stridule, la responsabilità di avere insegnato l'uso della "camera oscura" al discepolo Canaletto, che se ne valse anche troppo, pur superandolo di gran lunga come pittore. Tanto che il C. ne morì di crepacuore, nel 1731, non nel 1718, come viene erroneamente riferito dai più. Fu detto di Ca' Zenobio dalla famiglia patrizia veneziana che lo protesse e ospitò. Oltre che pittore Luca fu anche incisore, e si debbono a lui oltre un centinaio di vedute di Venezia, eseguite nel 1703 (due edizioni; seconda 1705), a cui in seguito ne aggiunse altre venti; anche in questo precorrendo il Canaletto.
La figlia Marianna, pastellista, educata da Rosalba Carriera, è nota per qualche buona opera, in cui mescola il fare del Longhi e del Guardi.
Bibl.: P. Paoletti, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, V, Lipsia 1911 (con la bibl. precedente); G. Moschini, Dell'incisione in Venezia, Venezia 1924, p. 147 segg.; G. Fiocco, La pittura veneziana del '600 e del '700, Monaco-Firenze 1929, pp. 48-49-70; Campbell Dodgson, L.C., in Print Collector's Quarterly, XVII (1930), pp. 155-68; G Delogu, Pittori veneti minori del Settecento, Venezia 1930.