DOMINICI, Luca
Nacque a Pistoia tra il 1363 e il 1364 da Bartolomeo.
Il padre, che prese parte alla vita politica cittadina e nel 1368 fu podestà di Tizzana, gli sopravvisse: il fratello del D., Paolo, di lui più giovane di 25 anni, nell'agosto del 1415 attesta infatti che il padre aveva allora più di 76 anni. Il D. sposò Piera di Girolamo da San Gimignano, che gli premori, senza avergli dato figli, il 27 luglio 1400 nel corso di quella stessa pestilenza che il D. raccontò nella sua Cronaca prima della venuta dei Bianchi e della moria.
Per un quindicennio, dal 1395 alla morte, il D. ricopri quasi ininterrottamente incarichi anche di prestigio all'interno dell'amministrazione cittadina e, pur schierato a favore dei Panciatichi, dovette operare con imparzialità e discrezione se nei 20 volumi di protocolli che a suo nome sono conservati nell'Archivio di Stato di Firenze, e che comprendono rogiti del ventennio 1391-1410, compaiono spesso anche nomi di partigiani dei Cancellieri, la fazione che in opposizione ai Panciatichi divideva allora la città toscana. E del resto l'insistenza con cui, dopo le vicende del 1401, che portarono alla sottomissione di fatto di Pistoia a Firenze, la nuova amministrazione ne richiese l'opera - nonostante le riserve e i tentativi di sottrarsi ai vari incarichi, sempre debitamente registrati nei rispettivi decreti di nomina -, testimonia di un prestigio e di un'autorità notevoli che facevano del D. un personaggio rappresentativo della vita politica cittadina.
Morì a Pistoia il 18 sett. del 1410.
Il D. fu uomo pio e sinceramente devoto, e l'uno e l'altro aspetto della sua vita e della sua personalità si riflettono fedelmente nelle due Cronache che di lui ci restano, la Cronaca della venuta dei Bianchi e della moria e, per distinguerla da essa, la Cronaca seconda. Le due trattazioni, svolte in forma diaristica, coprono un arco di tempo compreso tra il 1399 e il 1402 (rispettivamente dall'agosto 1399 al maggio 1401 la Cronaca prima, dal 4 ag. 1401 al 14 sett. 1402 la seconda, che ci è giunta però mutila della conclusione). In particolare, la prima è tutta dedicata ad illustrare il movimento religioso dei bianchi o flagellanti - al quale il D. aderì e che seguì con "pia curiosità" (Tognetti, p. 256) nelle loro pratiche devote - e le loro processioni in area pistoiese. Di taglio più decisamente politico, la Cronaca seconda narra, seguendoli progressivamente nel loro sviluppo quasi quotidiano, i rivolgimenti che videro la contrapposizione prima e poi la vittoria dei filofiorentini Panciatichi sui filomilanesi Cancellieri e, soprattutto, la perdita della libertà per Pistoia.
Diversa anche la fortuna delle due cronache. Più nota la prima, che il fratello trascrisse e integrò con un lungo elenco di morti delle "cappelle" di Pistoia e con il testo di una laude cantata contro la peste. I quattro manoscritti che ce l'hanno conservata (di altri quattro o cinque si ha solo notizia) sono la riprova dell'interesse perdurante per un'opera che dovette essere intesa come una monografia su un fatto che si mantenne a lungo nella memoria non solo popolare. Meno interessante invece la seconda, confusa nel novero dei "ricordi" e delle cronache cittadine e del tutto ignorata fino alla fine dell'Ottocento, quando ne scopri l'autografo e su di esso richiamò l'attenzione il Gigliotti.
Della prima delle due Cronache del D. riportarono brani G. Lami (nel Catalogus codicum manuscriptorum qui in Biblioteca Riccardiana Florentiae adservantur, Liburni 1756, pp. 267 ss., e nelle Lezioni d'antichità toscane, Firenze 1766, II, pp. 684 ss.) e G. Romagnoli (nella dispensa XX [Bologna 1862, pp. 5-141 della Scelta di curiosità letterarie inedite o rare dal sec. XIII al XIX); quest'ultimo, in particolare, pubblica, col titolo Le compagnie de' Battuti in Roma nell'anno 1400, la "Lettera di un fattore di Salnello di messer Bartolommeo Panciatichi" già edita dal Lami. Le edizioni complete vennero curate rispettivamente da G. C. Gigliotti per la Cronaca prima e da Q. Santoli, per la seconda, in Rerum Pistoriensium scriptores, voll. I (1933) e III (1937).
Fonti e Bibl.: Sul D. notaio e scrittore cfr. M. Salvi, Delle historie di Pistoia e fazioni d'Italia, II, Roma 1656-62, pp. 179 ss.; V. Capponi, Bibliografia pistoiese, Pistoia 1874, pp. 41 s., e Biografia pistoiese, ibid. 1878, pp. 35 s.; G. C. Gigliotti, Saggio di uno studio sopra ser L. di Bartolomeo D. e le sue cronache, Firenze 1896, poi ripreso e ampliato nell'Introduzione alla sua ed., cit., della Cronaca prima. Un rapido profilo del D. in Ilnotariato nella civiltà italiana. Biografie notarili dall'VIII al XX secolo, a c. del Consiglio nazionale del notariato, Milano 1961, p. 232; per la bibliografia essenziale cfr. il Repertorium fontium historiae Medii Aevi, IV, p. 240, sub voce. Sulla Cronaca prima, e in particolare sul suo valore di fonte documentaria per lo studio del movimento dei bianchi, cfr. A. Frugoni, La devozione dei bianchi del 1399, in L'attesa dell'età nuova nella spiritualità della fine del Medioevo, in Convegni del Centro di studi sulla spiritualità medievale, III, Todi 16-19 ott. 1960, Todi 1962, pp. 232-48 passim, e G. Tognetti, Sulmoto dei bianchi del 1399, in Bull. dell'Ist. storico ital. per il Medio Evo e Archivio Muratoriano, LXXVIII (1967), pp. 205-343, specialm. le pp. 241-256.