Fabiani, Luca
Ignota è la data di nascita di F., originario di Montegonzi, nel Valdarno superiore. A partire dagli anni Settanta del Quattrocento lo troviamo al fianco di Marsilio Ficino, con cui visse sotto lo stesso tetto almeno fino al 1491, nella duplice veste di raffinato copista e di segretario personale. Di sua mano sono vergati alcuni tra i più splendidi manoscritti ficiniani destinati a Lorenzo il Magnifico, primo fra tutti il cod. Plut. 82, 10-11 (BMLF), decorato da Attavante degli Attavanti e contenente la traduzione e il commento alle Enneadi di Plotino (1490). La mano di F., inoltre, collabora e si alterna assiduamente con quella di Ficino nello scrivere testi, siano essi opere originali dell’umanista, o missive, o persino postille nei margini di codici greci destinate poi a rifondersi nelle opere maggiori.
Già prima di lasciare la casa di Ficino, F. diviene notaio («iudex ordinarius notariusque publicus»), come mostra il protocollo dei suoi atti (ASF, Notarile antecosimiano 4196, c. 1r) che va dal novembre 1487 al febbraio del 1520, a meno di un anno dalla sua morte, avvenuta il 16 dicembre 1520. Nel 1491 F. aggiunge al suo nome – la cui forma estesa è «Lucas Fabiani Angeli» – il cognome «de Ficinis», o «Ficinius», volgarizzato in «Ficini». Nel solo frontespizio (c. 1r) degli atti notarili conservati nel registro sopra citato F. si presenta con un cognome diverso, proprio della sua famiglia, di cui evidentemente non volle mai servirsi e che poi abbandonò, vale a dire «de Cappuccionis» (su questo cognome: Arrighi 2005).
Nel 1491 F. entra a far parte della cancelleria fiorentina come coaudiutore di Bartolomeo Scala, che era allora a capo della prima cancelleria, prendendo il posto di Filippo Redditi, destituito dall’incarico; in quello stesso anno F. «entra a graveza», inizia cioè a pagare le tasse. F. resta al suo posto in cancelleria anche dopo la cacciata dei Medici nel 1494; il 2 gennaio del 1517 gli viene assegnato un vitalizio per i suoi servigi; continua tuttavia a prestare la sua opera nella cancelleria, e in particolare in quella delle Riformagioni, almeno sino all’agosto del 1518 (cfr. ASF, Notarile antecosimiano 4196, c. 214r; O. Tommasini, La vita e gli scritti di Niccolò Machiavelli nella loro relazione col machiavellismo, 2° vol., 1911, p. 1052: «coadiutor ad Reformationes comunis Florentie»).
Gli atti conservati nel protocollo notarile sono per lo più legati a Ficino e alla sua cerchia. Molti di questi atti vennero rogati in «cancelleria dominorum Decemvirorum» e membri della cancelleria sono spesso nominati o come testimoni presenti alla stesura degli atti stessi o come diretti interessati. Vi troviamo, dunque, negli anni in cui M. fu segretario, tutti quei personaggi che lavoravano nella prima o nella seconda cancelleria: Biagio Buonaccorsi, Antonio della Valle, Agostino Vespucci, Raffaele Fedini e Ottaviano da Ripa. Sono i colleghi e amici che ritroviamo nella corrispondenza di Machiavelli. Qui, in lettere di Buonaccorsi e di Vespucci a M. è ricordato anche F.: sono le lettere del 20-29 ottobre 1500 (Lettere, pp. 29-30), del 25 agosto 1501 (Lettere, p. 38), del 12 novembre 1506 (Lettere, p. 155) e del 28 dicembre 1506 (Lettere, p. 159) di Vespucci e le lettere del 20 settembre 1501 (Lettere, p. 41) e del 21 dicembre 1502 (Lettere, p. 77) di Buonaccorsi. Di particolare interesse è la lettera del 20-29 ottobre 1500, in latino, in cui Vespucci informa M., allora in Francia, della situazione fiorentina, soffermandosi su F. che, indebitato con il fisco e reduce dalla costruzione di una casa, si trovava in pessime condizioni economiche; proprio l’indebitamento e il mancato appoggio di chi lo avrebbe potuto comunque far eleggere gli impedivano di essere nominato scriba al posto di Francesco Alfani; Vespucci sottolineava, inoltre, quanto F. si fosse adoperato per la cancelleria, la sua lealtà, la rapidità e l’armonia della sua scrittura («quantumve in scribendo velociter et concinne literarum caracteres exprimat»), augurandosi che M. al suo ritorno a Firenze intervenisse a suo favore. F. viene nominato nei Ricordi di Buonaccorsi (cfr. D. Fachard, Biagio Buonaccorsi. Sa vie, son temps, son oeuvre, 1976, pp. 14, 175, 182, 198, 205), che aveva sposato una nipote di Marsilio Ficino, e lo ritroviamo con altri membri della cancelleria tra i testimoni del primo testamento di M. (22 nov. 1511). Tra gli atti conservati nel suo protocollo notarile due riguardano specificamente M.: il primo, del 10 luglio 1507, lo vede locatore di una casa «in populo Sancti Andree in Percussina»; nel secondo, del 23 giugno 1510, M. nomina suo procuratore Giovanni Vernacci, autorizzandolo a riscuotere il suo salario e ogni altro suo credito. Si segnala infine che alla mano di F. va attribuito un importante manoscritto machiavelliano, il cod. Plut. XLIV 41 (BMLF), per la parte comprendente il primo Decennale (cc. 1r- 22r; siglato L; su di esso, cfr. da ultimo F. Bausi, Tipologia degli autografi machiavelliani, in “Di mano propria”. Gli autografi dei letterati italiani, 2010, pp. 287-318, 294-305).
Bibliografia: S. Gentile, Note sullo ‘scrittoio’ di Marsilio Ficino, in Supplementum festivum. Studies in Honor of Paul Oskar Kristeller, ed. J. Hankins, J. Monfasani, F. Purnell Jr, Binghamton 1987, pp. 339-97 (in partic., pp. 361-94); V. Arrighi, Marsilio Ficino e Luca Fabiani. Nuovi documenti, in Letteratura, verità e vita. Studi in ricordo di Gorizio Viti, a cura di P. Viti, 1° vol., Roma 2005, pp. 227-33; S. Gentile, Nello ‘scriptorium’ ficiniano; Luca Fabiani, Ficino Ficini e un inedito, in Marsilio Ficino. Fonti. Testi. Fortuna, Atti del Convegno, Firenze 1999, a cura di S. Gentile, S. Toussaint, Roma 2006, pp. 145-82; S. Gentile, Questioni di autografia nel Quattrocento fiorentino, in “Di mano propria”. Gli autografi dei letterati italiani, Atti del Convegno internazionale, Forlì 2008, Roma 2010, pp. 185-210 (in partic. pp. 197-99 e nota 38).