COMERIO, Luca Fortunato
Nacque a Milano il 19 nov. 1878 da Francesco e Claudia Francioli. Dopo aver terminato le scuole elementari, iniziò a lavorare nel caffè di cui il padre era proprietario: ivi conobbe il fotografo-pittore milanese B. Croci e nel 1890 entrò nel suo studio come giovane assistente. Nel 1894, dopo quattro anni di apprendistato, acquistò di seconda mano una macchina fotografica a cassetta, con la quale realizzò di nascosto un servizio fotografico su Umberto I in visita a Como: con il negativo stampò una gigantografia che inviò al sovrano, ricevendone gli apprezzamenti e l'ordinazione di altre cinque copie.
Il successo fu tuttavia da lui raggiunto soltanto nel 1898, quando egli effettuò un servizio insieme con il fotografo A. Perelli sui moti popolari avvenuti a Milano tra il 6 e il 10 maggio di quell'anno.
Rischiando personalmente (il servizio fu fatto con un apparecchio a cassetta pesante dai tempi di posa lunghi), il C. fotografò dall'alto delle barricate gli scontri e la repressione del generale Bava Beccaris, conclusisi con numerosissimi morti (sul fotografo delle barricate e l'accenno alla presenza del C. vedi P. Valera, Le terribili giornate del maggio '98, a cura di E. Ghidetti, Bari 1973, pp. 20-22). La rivista milanese di E. Treves Illustrazione italiana ne acquistò immediatamente i diritti di pubblicazione (19-22 maggio 1898).
Tra il 1898 e il 1906 il C., che nel 1900 sposò Ines Negri, grazie a una cinepresa Lumière realizzò le sue prime riprese cinematografiche con l'attore L. Fregoli: Una burla di Fregoli, Fregoli alcaffè, Fregoli al ristorante, Fregoli dietrole quinte, Fregoli illusionista, Il sogno diFregoli, Un viaggio di Fregoli. La possibilità di una svolta verso l'attività esclusiva di cineasta si ebbe nel 1907 quando, grazie ad un bel fotomontaggio sulla vita milanese, vinse il concorso Hernemann con il cui premio di 500 lire poté acquistare una nuova cinepresa Pathé. L'occasione di utilizzarla si presentò poco dopo: convinse il ministro della Marina, Carlo Mirabello, ad affidargli l'incarico di riprendere la crociera effettuata dal re Vittorio Emanuele III nel Mediterraneo sulla nave "Trinacria": Viaggio del Re d'Italia in Grecia sul battello Trinacria. Per la realizzazione di questo documento di cronaca venne nominato fotografo della Real Casa. Ciò gli permise l'ingresso nel campo industriale. Nel 1907 fece costruire a Milano in via Serbelloni un piccolo stabilimento, sede di laboratori cinematografici e di due teatri di posa.
La rapida ascesa è testimoniata dal trasferimento, sempre nel 1908, dell'azienda del C. a Precotto, con la ragione sociale S.A.F.F.I. (Società anonima fabbricazione films italiani) e nel settembre 1909 a Turro con la trasformazione della ragione sociale in Milano Films. Fu questo il più grande stabilimento fotografico realizzato dal C.: all'interno di questo fu attrezzato ▭uno dei più grandi teatri di posa cinematografici (m 70 × 25) allora esistenti in Europa. Basti ricordare che per coprire il tetto, fatto esclusivamente di vetro, il C. acquistò la vecchia tettoia della stazione romana di Trastevere.
Un fallimentare contratto con D'Annunzio e alcuni dissidi con i soci circa la gestione finanziaria della società portarono il C. ad abbandonare la Milano Films. Prima tuttavia aveva realizzato come operatore, insieme con il regista A. Padovani, il film S. Paolo (1909). Mentre la Milano Films continuava a rimanere una delle più grosse case di distribuzione italiane, da parte sua il C. fondava nel 1910 la Comerio Films, realizzando come primo lavoro un documentario sul giro ciclistico d'Italia (Giro d'Italia) e nel 1911 Riprese dall'aereo di Mario Caldara, effettuate facendosi legare allo stesso aereo del Caldara. Ancora nel 1911 realizzò la ripresa della Crociera Torino-Roma del Touring Club Italiano. Parallelamente all'attività cinematografica, la società coprì anche il mercato pubblicitario delle case produttrici di automobili: è il caso delle foto pubblicitarie della Isotta-Fraschini. Il successo pieno nel campo documentaristico giunse al C. in occasione della guerra di Libia, a cui egli partecipò come fotografo ed operatore cinematografico, diffondendo per primo tra i documentaristi italiani le immagini di guerra dal fronte.
Nel 1914, di ritorno dalla Libia, decise di lanciarsi in due costose produzioni: La class di Asen, El duell del sciur Pànera, Massinelli in vacanza (tutti del 1914, per la Musical Films) e il Ballo Excelsior, azione foto-coreografica di L. Manzotti con la musica di R. Marenco. Le due iniziative non riscossero un grosso successo di pubblico, confermando che l'attività a lui più congeniale era quella di documentarista.
Scoppiata la prima guerra Mondiale, il C. fu l'unico civile ad essere autorizzato dal ministero della Guerra ad effettuare riprese cinematografiche.
Egli per l'occasione fece progettare e costruire dall'ing. Navarro una grossa auto blindata al fine di poter effettuare rapidi spostamenti da un fronte all'altro. Di questa produzione documentaristica vanno principalmente ricordati: A 3000 metri sull'Adamello, La battaglia di Gorizia, La battaglia tra Adige e Brenta. Si trattava di veri e propri lungometraggi, che venivano spesso presentati in anteprima alle autorità militari e civili: i loro incassi erano devoluti a favore delle associazioni combattentistiche.
La crisi della produzione iniziò per il C. quando si costituì, dopo la disfatta di Caporetto, la sezione cinematografica del Regio Esercito, che assunse fino alla fine della guerra il monopolio delle riprese. Finite le vicende belliche, poté filmare due avvenimenti: l'entrata dei cavalleggeri italiani a Trento, nel novembre 1918, e nel 1919 l'impresa di Fiume, su richiesta dell'industriale S. Borletti, sostenitore di D'Annunzio.
La crisi del dopoguerra costrinse il C. a chiudere la Comerio Films. Nel 1920, mentre riprendeva dall'auto di A. Ascari le fasi culminanti della Coppa delle Alpi, rimase seriamente ferito. Dopo una lunga degenza in ospedale, riprese il lavoro a Milano in un piccolo stabilimento sito in via Teodosio e, in seguito, in un laboratorio in corso Venezia. Tentò di nuovo di raggiungere il successo con il montaggio dei suoi documentari più importanti in La campana dei caduti (1920), Dal Polo all'Equatore, Perché il mondo sappia e gli italiani ricordino (1920).
Dopo il tentativo di fare il fotografo per la compagnia di rivista Schwarz, si ritirò deluso e senza lavoro a vita privata, sostenuto dagli aiuti economici della seconda moglie Maria. Cercò un impiego, come è testimoniato da una lettera inviata a Mussolini il 7 giugno 1938 e da una del 15 genn. 1940diretta al ministero delle Finanze. Si rivolse senza successo all'Istituto Luce e al Centro sperimentale di cinematografia.
Nell'aprile del 1940 fu ricoverato nell'ospedale psichiatrico di Mombello, ove morì il 5 luglio 1940.
La rivalutazione dell'attività del C. come fotografo-cineasta è abbastanza recente, culminando nel 1979, quando gli fu dedicata una serie di mostre monografiche sulla sua produzione documentaria e fotografica (Milano, Padiglione d'arte contemporanea, 27 settembre-20 nov. 1979; Modena, 24 nov. 1979-6 genn. 1980; Bergamo, 9 gennaio-3 febbr. 1980; Genova, 5 marzo-31 marzo 1980; Firenze, 9 maggio-5 giugno 1980).
Il catalogo di queste mostre (L. C., fotografo e cineasta, a cura di C. Vanenti-N. Monti-G. Nicodemi, Milano 1979) rappresenta finora l'unica monografia dedicata al C. (alle pp. 104-106 viene ricostruita la sua ricca filmografia).
Bibl.: Necrologio di E. Ceretti, Il fotografo di S. M. il Re, in Cinema, V (1940), pp. 280 s., e in Corriere della sera, 20 ag. 1940. Vedi inoltre: V. D'Incerti, Ricordo di L. C., in Ferrania, giugno 1950, pp. 19-23;M. A. Prolo, Storia del cinema muto ital., Milano 1951, pp. 25, 36 s.;R. Paolella, Storia del cinema muto, Napoli 1956, p. 80; Enc. dello Spettacolo, III, coll.1159 s. Attenzione all'attività dei documentaristi di fine secolo, e in particolare a quella del C., si trova nel volume di G. P. Brunetta, Storia del cinema italiano 1895-1945, Roma 1979, pp. 32-34.