Francesconi, Luca
Compositore, nato a Milano il 17 marzo 1956. Musicista antiaccademico per istinto e vocazione, interessato a tutte le dimensioni possibili del suono, è una delle personalità più originali e 'irregolari' emerse sulla scena compositiva europea a partire dagli anni Ottanta del Novecento. Il percorso formativo di F. è classico: studia pianoforte presso il Conservatorio di Milano e poi composizione con A. Corghi, K. Stockhausen e L. Berio, del quale è anche assistente dal 1981 al 1984. Nel 1990 ha fondato Agon, uno dei più attivi centri di produzione e di ricerca musicale in Italia.
Fin dagli esordi, le sue composizioni hanno rivelato, in modo sorprendentemente maturo, i cardini di una poetica che sarebbe rimasta costante e che si possono ricondurre a due linee di forza fondamentali. Da un lato, la ricerca di un equilibrio sempre inquieto tra i materiali sonori, colti nella loro primitività, di quella che F. definisce 'pressione semantica', vale a dire i processi di formalizzazione linguistica ai quali il compositore, storicamente, non si può sottrarre. Dall'altro, la tendenza ad accostare, secondo le regole del contrasto o della fusione, suoni e linguaggi di matrice assai diversa: il jazz, la musica popolare, il rock. In questo continuo 'attrito dei contrari' risiede il motore estetico della musica di F., nonché la carica di seduzione sonora delle sue opere. I lavori realizzati nei primi anni Ottanta del Novecento contengono, in modo esplicito, il nucleo generativo di questi procedimenti: Suite 1984 per orchestra, percussionisti africani e quartetto jazz (1984), presenta, a partire dalla scelta dell'organico, un preciso programma compositivo. Al medesimo orizzonte stilistico appartiene, in questo periodo, anche Mambo per pianoforte (1987), in cui si sovrappongono un ostinato ritmico nel registro grave, una serie di linee diatoniche ascendenti-discendenti e, infine, una sequenza di accordi martellati di quattro suoni. L'oscillazione tra 'primitivismo sonoro' e 'pressione semantica', invece, si riflette coerentemente in due lavori vicini: in Da capo per nove strumenti (1985-86), prevale il gusto per sonorità dense e ribollenti, mentre in Plot in fiction per oboe o corno inglese e undici strumenti (1986), emerge con maggiore nitidezza, grazie all'utilizzo di note-cardine intorno alle quali si costruisce la trama sonora, nonché la costruzione di un ordito formale rigoroso.
Questa stessa dicotomia è riapparsa, a conferma della coerenza di un ventennale percorso creativo, in due pezzi ben più recenti: se Cobalt scarlet - Two colors of dawn per grande orchestra (1999-2000), eseguito nel 2003 alla Walt Disney Concert Hall di Los Angeles, cerca di liberare, nonostante il recupero di un evidente tematismo, energie sonore allo stato puro, Rest - Concerto per violoncello e orchestra (2004), composto in ricordo di L. Berio, presenta invece una scrittura severa, fortemente formalizzata, lontana da qualsiasi concessione alla 'facilità' dell'ascolto. Considerazione particolare meritano le rare ma cruciali incursioni nei territori del teatro musicale. Nel 2002 il compositore ha realizzato Ballata, su libretto di U. Fiori, tratto da The rime of the ancient mariner di S.T. Coleridge (Bruxelles, Théatre de la Monnaie), una sorta di ricapitolazione critica della tradizione musicale novecentesca che per F. assume il valore di un'opera-cardine a partire dalla quale si schiudono nuove energie compositive. Nello stesso anno è nata Buffa opera, su un testo originale di S. Benni, e, ancora, nel 2004, per l'Holland Festival di Amsterdam, Gesualdo, considered as a murderer, su libretto di V. Sermonti, in cui la vicenda pubblica e privata di C. Gesualdo diventa il reagente di una delle più stupefacenti rivoluzioni della storia della musica: la transizione dalla polifonia all'opera in musica. Esplicita è anche l'attenzione di F. per la dimensione politica e sociale della storia presente, come ben dimostra Let me bleed per coro misto (2001), su testo di A. Bertolucci, 'quasi un requiem' dedicato alla morte del giovane C. Giuliani, ucciso a Genova nello stesso anno dalle forze dell'ordine nel corso delle manifestazioni di protesta contro il G8.