LUCANI
. I più antichi abitatori della Lucania non si distinguono da quelli del resto dell'Italia eneolitica. Alcune grotte (per abitazione usuale o per rifugio) con suppellettile varia sono state esplorate a SE. di Salerno, nella valle del Tanagro (grotta della Pertosa, Grotta del Zachito, Monte Cervaro), presso Albano di Lucania e a Latronico. La toponomastica ci conserva di questo tempo alcune forme, riconoscibili dalle corrispondenze lontane, nell'Italia superiore, nella Grecia, nell'Asia Minore, per es., Armento, Atina, casuentus (fiume), Eburum (oggi Eboli), Forentum, Melpes (fiume), Silarus (oggi Sele), Sinnis (fiume), Volcei, Μανδόνια, Paestum, Tanager (fiume), Thebae. I più antichi abitanti di cui si conosca il nome sono verosimilmente già indoeuropei, gli Enotrî. I Lucani propriamente detti compaiono in una fase successiva.
Il nome non è stato ancora interpretato. Le due eventualità più attendibili sono che esso faccia parte della famiglia toponomastica ricordata più sopra, riconnettendosi a Luca (Lucca) e a Luceria (Lucera) oppure che si tratti di parola connessa col latino lux e il greco λευκός nel qual caso potrebbe rappresentare i "chiari" (cfr. Rutuli "rossi"), oppure gli "orientali": cioè denominazioni nate tra i popoli indigeni o confinanti che si sono trovati a contatto con essi.
Il primo autore che ne parla è Polieno, nei suoi Stratagemmi (II, 10, 2): egli li ricorda all'assedio di Turii sulla fine del sec. V. La tradizione, senza dubbio degna di fede, li considera Sanniti, distaccatisi dal ceppo originario poco dopo la conquista sannitica della Campania, dubbio tuttavia che si tratti di un'invasione di popolamento, in regioni non precisamente fertili, in cui le posizioni migliori della costa erano occupate da colonie greche. L'espansione dal nord è stata anche un fatto culturale di cui è testimonianza importante l'unità linguistica che si constata in tutto il mezzogiorno d'Italia. Nella Lucania si trovano iscrizioni in alfabeto greco (per es., ad Anxa) dapprima, in alfabeto latino poi (per es., l'importante tavola bantina), ma sempre in lingua osca. Sussistono anche monete con la scritta ΛΟΥΚΑΝΟΜ. L'influsso greco, irradiato specialmente da Metaponto, ha attenuato il carattere guerriero degli antichi Sanniti e ne ha elevato notevolmente la civiltà. Ciò non toglie che la conquista delle colonie greche da parte dei Lucani rappresenti un taglio netto rispetto al passato, riconoscibile per es., a Paestum anche oggi attraverso gli scavi.
Caratteristico del loro ordinamento costituzionale (che ricorda, secondo gli antichi, quello di Sparta) è il βασιλεύς (Strabone, VI, 253) o dittatore, che entrava in funzione qualora un pericolo lo consigliasse, come capo federale. Normalmente, nessun potere superiore limitava l'indipendenza delle singole civitates.
Sul confine dei secoli V e IV i Lucani conquistano Posidonia, Pixunte, Lao, ma non Elea, sul versante Tirreno. La loro espansione provoca fra le colonie greche una lega che comprende Sibari sul Traente, Crotone, Caulonia, Elea e Metaponto (secondo Diodoro nel 393), rinforzata da un'alleanza con Siracusa. Nel 389 i Lucani, dopo aver attratto gli alleati, li battono a Lao con un potente esercito di 30.000 fanti e 4000 cavalieri.
Nel decennio successivo (389-379) la potenza di Siracusa collega invece i Lucani con i Greci, e l'interessamento verso il mezzogiorno registra un nuovo progresso nel 356 con la costituzione dello stato dei Bruzî. La frontiera sudorientale diventa da allora di particolare interesse per i Lucani. Alleati di Taranto si battono con i Lucani: Archidamo III che cade combattendo a Manduria (338), dieci anni dopo Alessandro il Molosso che muore a Pandosia sull'Acheronte, Cleonimo nel 303, infine Agatocle (300-295).
Il primo contatto con Roma pare che sia nel 317, anno in cui i Romani occupano Nerulum, non si sa se con il consenso della federazione lucana. Nel 298 i Lucani si alleano a Roma; sui precedenti di questa alleanza forzata, ci orienta l'epigrafe degli Scipioni "subigit omne Loucanam opsidesque abdoucit" (Corp. Inscr. Lat., I2, 2, 7). Durante la guerra di Pirro furono suoi alleati, e la Lucania cominciò allora a subire le devastazioni che dovevano alterarne profondamente l'economia. Dopo la battaglia cosiddetta di Benevento (279) furono costretti a pace definitiva. Nel 273 s'inizia la colonizzazione romana con la colonia di diritto latino a Paestum. Durante la seconda guerra punica i partiti favorevoli e avversi ai Romani si contesero il potere con varia fortuna. Anche se Annibale ebbe libertà di manovra nella regione, non si può dire che l'atteggiamento dei Lucani sia stato così significativo come quello dei Campani. Dopo la pacificazione (206) che seguiva a nuove devastazioni, le colonie romane o latine si accrebbero: Copia (193), nella sede dell'antica Turii Buxentum (194), Forum Popilii (159 o 132). Città alleate furono Velia, Atina, Bantia, Potentia, Volcei. Nella guerra sociale furono alleati dei ribelli: l'importanza della loro partecipazione si accrebbe di mano in mano che i Romani, con le armi o con le disposizioni legislative, facevano declinare la resistenza in Abruzzo. La loro prima battaglia è quella del 90 in cui il lucano Lamponio batte Crasso presso Grumento. Furono presenti anche all'ultima, combattuta presso la Porta Collina l'1 novembre 82, in cui Silla ebbe ragione definitivamente del movimento. Furono ascritti compatti alla Tribù Pontina. Nella ripartizione augustea costituiscono con i Bruzî la III regione (v. lucania e bruzio). Di origine lucana fu un imperatore dell'ultimo periodo, Libio Severo (461).
Bibl.: Honigmann, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XIII, col. 1541-1552; E. Ciaceri, Storia della Magna Grecia, I-III, Milano 1924 segg.; M. v. Duhn, Italische Gräberkunde, I, Heidelberg 1924, pp. 50-52; F. Ribezzo, in Riv. indo-greco-italica, IV, p. 87 segg.; VIII, p. 222 segg.; G. Devoto, Gli antichi Italici, Firenze 1932, passim; A. Rosenberg, Der Staat der alten Italiker, Berlino 1913; J. Beloch, Röm. Gesch., Berlino 1926, p. 591 segg.