LUCCHESI PALLI, Edoardo Febo
Nacque a Milano il 13 ott. 1837, secondogenito del conte Ferdinando e di Adelaide Tosi. Il padre, capostipite di un ramo laterale della famiglia, era cugino del palermitano Antonino Lucchesi Palli principe di Campofranco, padre di Ettore, protagonista, nel 1831, di un discusso matrimonio con Maria Carolina di Borbone duchessa di Berry. Ferdinando fu console generale del Regno delle Due Sicilie negli Stati Uniti d'America, inviato straordinario e ministro plenipotenziario in Spagna; fu inoltre diplomatico in vari Paesi d'Europa e d'Italia.
Alla morte del padre, nel 1847, il L. ne ereditò, insieme con la sorella Clotilde, parte cospicua della fiorente fortuna immobiliare, fondiaria e finanziaria sparsa al di qua e al di là del Faro. Poté dunque permettersi di vivere di rendita e nel 1859 sposò Giovanna de Gregorio, figlia del principe di Sant'Elia, aristocratico tra i più in vista nel tramonto della corte borbonica.
Il nome del L. - i cui figli, nati ormai nel Regno d'Italia, percorsero al servizio della dinastia regnante la carriera diplomatica e quella in magistratura - è legato soprattutto alla vicenda della sua biblioteca, svoltasi a Napoli tra il 1888 e i primi anni del Novecento. Appassionato bibliofilo, il L. aveva costruito nel tempo una cospicua raccolta di opere drammatiche, musicali e letterarie: si trattava di un'eredità spirituale della madre, che era stata artista lirica di talento (talvolta "recitava lui stesso [(] sulla ribalta di un teatrino che aveva fatto costruire a casa sua", Frascani), e aveva intrattenuto cordiali rapporti con molti fra gli autori e gli attori attivi dopo l'Unità sulle scene napoletane. Dopo aver tentato la donazione della biblioteca al Museo Filangieri, impraticabile per la mancanza di spazi in Palazzo Cuomo, la sede del Museo, e dopo aver invano tentato ancora con la Provincia e con il Comune, nell'ottobre 1888 il L. fece la sua donazione allo Stato, grazie alla disponibilità del ministro della Pubblica Istruzione, P. Boselli, con l'intesa che la collezione sarebbe confluita come sezione autonoma all'interno della Biblioteca nazionale di Napoli. Il L. si impegnò inoltre a mettere a disposizione una rendita annua di 3000 lire (calate poi a 1500) per la gestione ordinaria della raccolta, nonché a far decorare e abbellire a proprie spese le tre sale destinate a ospitarla. Avrebbe però voluto mantenere una corposa ingerenza nell'organizzazione del servizio e riservarsi il diritto di nominare lui stesso il personale di biblioteca. Ne scaturì un lungo contenzioso con il ministero della Pubblica Istruzione, inasprito da un conflitto personale nel frattempo divampato tra lo stesso L. e il drammaturgo Achille Torelli, che l'aveva a suo tempo convinto a effettuare la donazione.
Finalmente, il 1( sett. 1903 - quasi quindici anni dopo l'avvio della pratica di donazione - Salvatore Di Giacomo, nella sua qualità di bibliotecario della Nazionale di Napoli addetto alla sezione Lucchesi Palli, firmò la ricevuta dell'arrivo in sede delle 288 casse nelle quali era conservata la raccolta, collocata come sezione dotata di regolamento autonomo all'interno della Biblioteca nazionale di Napoli.
Ma il L. non poté presenziare alla cerimonia perché era morto a Napoli venti giorni prima, il 10 ag. 1903.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Napoli, Lucchesi Palli, ff. 1, 2, 4, 12; E. Capuano, La Lucchesi Palli alla Biblioteca nazionale di Napoli, in La Rassegna agraria, industriale, commerciale, politica, I (1892), vol. 2, nn. 13-14, pp. 413-418; Atti parlamentari, Camera dei Deputati, Discussioni, XVIII legisl., 3 maggio 1893, pp. 3131-3133; E. Capuano, Che cos'è la Biblioteca Lucchesi Palli, in La Rassegna agraria, industriale, commerciale, politica, VII (1899), vol. 2, n. 7, pp. 286-296; F. Frascani, Le benemerenze culturali del conte Lucchesi Palli, in Il Mattino, 18 nov. 1960, p. 3; G. Alifuoco - R. Borrelli, Le arti dello spettacolo in biblioteca: la "Lucchesi Palli", in La Biblioteca Nazionale di Napoli. Memoria e orizzonti virtuali, Napoli 1997, pp. 144-157.