ZODIACALE, LUCE
. È un bagliore, spesso forte quanto quello della Via Lattea, che si scorge nel cielo, in certe epoche dell'anno, dopo il tramonto del Sole o prima del suo sorgere. La forma è approssimativamente quella di un cono, con la base verso il Sole, e giacente lungo lo zodiaco. Alle nostre latitudini, si vede distintamente nelle sere del mese di marzo, e nelle mattine del settembre. Nei mesi invernali ed estivi, invece, la sua visibilità non è buona, poiché l'inclinazione dell'eclittica rispetto all'orizzonte è, alla sera e al mattino, troppo grande, talché la luce zodiacale viene a confondersi con il chiarore crepuscolare.
Il vertice del cono, più o meno tronco, giunge fino a circa 90° dal Sole lungo l'eclittica, e in condizioni atmosferiche buone, specialmente ai tropici, le sue estremità si vedono distendersi su tutto il giro dell'eclittica, formando un anello completo (fascia zodiacale), nel quale, dal lato opposto al Sole, si vede una chiazza relativamente più luminosa, di 10° di diametro, detta Gegenschein (luce opposta o quasi riflessa) o counterglow.
Lo spettro della luce zodiacale è stato fotografato da E. A. Fath, ed è stato trovato molto simile a quello del Sole; la sua luce è in parte polarizzata, come se essa fosse riflessa, parzialmente almeno, da minutissime particelle o molecole di gas. Tutto porta a ritenere che la luce zodiacale sia luce del Sole riflessa da innumerevoli corpuscoli disseminati in uno spazio lenticolare o in un ellissoide di rivoluzione molto schiacciato, con il suo diametro maggiore quasi nel piano dell'eclittica, ed estendentesi oltre l'orbita della Terra. La luminosità della fascia zodiacale che forma il Gegenschein può essere spiegata da una più forte luminosità delle particelle individuali, o da una concentrazione di queste stesse particelle che avrebbe luogo per effetto dell'attrazione combinata della Terra e del Sole nei dintorni di un punto sulla linea che unisce questi due corpi, a circa 1 milione e mezzo di km., al difuori dell'orbita della Terra.
La luce zodiacale fu segnalata scientificamente la prima volta da Gian Domenico Cassini nel 1683 ma era già stata veduta da altri.