BELLOCCHI (de Belloculis), Luchino
Originario di Voghera, fu medico molto noto tra la fine del sec. XIV e la prima metà del seguente. Poco sappiamo della sua vita e questo poco non concorda sempre con quanto, sommariamente, riferiscono i suoi biografi. Dai documenti dell'università di Pavia non risulta, infatti, come vuole la tradizione biografica, che egli abbia insegnato medicina in quella università fin dal 1386; ècerto, invece, che egli fu, licenziato il 17 febbr. 1390 e che fu preposto "ad legendum in scientia medicinae" dal 1391 in poi, unendo all'insegnamento nell'ateneo pavese quello nello Studio di Piacenza, ove risulta incaricato della lettura di medicina pratica nel 1399 e nel 1407. Nel 1403 scoppiò un'aspra contesa fra il B. e il giurista Bartolomeo Dini che voleva occupare le aule riservate al lettore di medicina; in essa si inserì il rettore della facoltà di medicina ed arti, Bonifacio da Genova, il quale ne scrisse in data 26 aprile alla duchessa di Milano, sostenendo le ragioni del B., "qui doctor est excellentissimus et antiquus in medicina et qui iam annis duodecim centinue legit, tam in civitate Papie, quam Placentie" (Codice diplomatico..., II, n. 41, p. 30). L'11 apr. 1407 al B. fu assegnata la cattedra di medicina pratica dell'ateneo pavese, resasi vacante per l'allontanamento dalla città di Bemardo Magnani. Ma egli ben poco poté godere della nuova carica accademica, in quanto nel settembre 1408 fu cassato dall'insegnamento per ragioni rimaste ignote. Da allora le notizie che lo riguardano divengono ancora più scarse. Risulta soltanto che fu archiatro di Teodoro Paleologo II marchese del Monferrato (morto nel 1418), della vedova di costui Margherita di Savoia e, dal 1431 fino alla morte, di Filippo Maria Visconti duca di Milano. Il 4 sett. 1437 fu ascritto al collegio dei medici milanesi; morì nel genn. 1440.
Non pare che il B. abbia lasciato opere, teoriche di medicina, e nessuna di quelle che sono state a lui attribuite èpervenuta sino a noi. La sua fama è comunque legata strettamente a quella, assai più ampia e significativa, del suo maggiore allievo, il grande medico e teorico di medicina Antonio Guainerio, che lo ricorda più volte nelle sue opere con alti elogi (Thorndike, IV, p. 221). Alla collaborazione con il Guainerio è legata anche una precisa testimonianza dell'attività pratica del B.: si tratta di un consulto che i due medici furono chiamati a dare, per incarico di Amedeo VIII di Savoia, sul caso di una donna maniaca, cui il B. prescrisse, con esito positivo, l'applicazione di un caustico potenziale sulla sutura coronale della fronte.
Pare, inoltre, che il B. unisse alla pratica medica un vivo interesse per l'astrologia; ma anche per quest'altro aspetto della sua attività l'unica testimonianza è, rappresentata dalle generiche affermazioni della tradizione biografica.
Fonti e Bibl.: Codice diplomatico dell'università di Pavia, I, Pavia 1905, passim (cfr. Indice, p. 439); II, 1, ibid. 1913, passim (cfr. Indice in, II, 2, ibid. 1915, p. 569); G. c. Bonino, Biografia medica piemontese, I, Torino 1847, p. 47; A. Maragliano, Biografia e profili vogheresi, Voghera 1897, p. 378; L. Thorndike, A History of magic and experimental Science, IV, New York 1934, pp. 220 s.