Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Lucian Freud è stato tra i decani della pittura inglese e uno tra i più costosi artisti europei. Ossessionato dalla realtà e dal pensiero della morte, Freud descrive la vita senza reticenze e con estrema diligenza. I suoi soggetti ricorrono negli anni: amici, familiari o conoscenti, colti in un momento di abbandono, magari su un letto sfatto; i loro corpi vengono restituiti dal pittore senza alcuna idealizzazione o pudore, con una lucidità sensibile a ciascun segno che l’esistenza vi scrive.
Un artista figurativo
Lucian Freud è uno dei più grandi pittori inglesi del Novecento. Nato a Berlino nel 1922, a 11 anni segue la famiglia in Gran Bretagna, dove avviene la sua formazione: prima alla Central School of Arts and Crafts di Londra e poi alla East Anglican School of Painting and Drawing sotto la guida di Cedric Morris, pittore inglese che suggerisce a Freud l’attenta osservazione dal vero e che gli consente di lavorare nella propria stanza, isolato e direttamente sui modelli.
Nel 1948 sposa Kitty Garman, figlia dello scultore espressionista Jacob Epstein, protagonista di molti ritratti degli anni Quaranta e Cinquanta, tra cui Ragazza con rose (1947-1948), edita nel catalogo della XXVII Biennale di Venezia del 1954, dove Freud, trentunenne, è invitato a rappresentare la Gran Bretagna assieme a Ben Nicholson e Francis Bacon.
William Feaver, curatore delle due retrospettive dedicate a Freud – alla National Gallery di Londra (2002) e al Museo Correr di Venezia (2005) – definisce Ragazza con rose il primo capolavoro dell’artista. L’olio è una variazione di Ragazza col gattino (1947, collezione privata); Ragazza con la giacca scura (1947, collezione privata) e Ragazza con foglie (1948, New York, Museum of Modern Art), dipinti nei quali il soggetto è sempre Kitty. Freud definisce ogni dettaglio dell’immagine: l’incresparsi dei riccioli, il riflesso della finestra nelle pupille della modella, la paglia della sedia, il velluto della gonna. Kitty posa immobile per giorni e in una recente intervista ha ricordato come si sentisse arranged (“fissa”).
Quando il dipinto appare in Italia il giudizio sull’artista non è unanime. John Rothenstein, che firma la presentazione nel catalogo veneziano, sottolinea come in passato Freud sia stato erroneamente considerato “un classico eccentrico” o “un seguace di Ingres ostinatamente spinoso”. Secondo Rothenstein, Freud “vede qualcosa – con suo occhio, interno o esterno – e, più il suo sguardo è lungo, più affascinante diviene: tanto affascinante, che nulla, neppure una macchia deve essere omessa”.
Quando posa per questo ritratto, Kitty è incinta della figlia Annie e alla luce di questo elemento il dipinto si carica di una forte valenza simbolica: la rosa, così ostentata dalla ragazza, allude al fiore dell’annunciazione e Kitty incarna così, indirettamente, una Vergine moderna. L’atteggiamento dimesso, le spalle incurvate e lo sguardo assente legano Ragazza con rose all’Ecce Ancilla Domini (1850, Londra, Tate Gallery) dipinto di Dante Gabriel Rossetti, che Freud può ammirare nel museo londinese. È lo stesso Freud, del resto, ad ammettere l’importanza della lezione dei maestri del passato, in particolare Hals, Velázquez, Vermeer, Chardin e Cézanne, fonti individuate anche dal critico inglese Lawrence Gowing, autore della prima e fondamentale monografia sull’artista (1982). E quando nel 1987 Neil Mac Gregor, in veste di direttore della National Gallery di Londra, invita Freud a selezionare 27 opere del museo per una mostra immaginaria intitolata The Artist’s Eye, la scelta dell’artista cade in massima parte su tele del Seicento olandese, e poi Chardin, impressionisti e postimpressionisti francesi, Constable e Turner.
Vicini e lontani
Freud ha dunque presente modelli rigorosi, che traspaiono nella nitidezza pittorica di Ragazza con cane bianco del 1952. La modella è di nuovo Kitty che, dopo una crisi, è tornata nel ruolo di moglie, come dimostra la fede all’anulare sinistro. L’atmosfera è familiare; nonostante l’apparente distacco l’artista concede all’osservatore di entrare nella sua vita privata. Ragazza con cane bianco è un quadro che narra anche della loro vicenda matrimoniale: Kitty, che è di nuovo incinta, mostra un seno – come talvolta accade nei dipinti rinascimentali – indossa l’anello nuziale e ha accanto a sé il bull terrier, dono di nozze dell’artista. Per la precisione della pennellata e la linearità nella definizione dei contorni, la critica ha visto in quest’opera un richiamo formale ai ritratti del pittore francese Jean-Auguste-Dominique Ingres.
La ritrattistica occupa buona parte della carriera di Freud: “il mio lavoro è autobiografico [...] riguarda me e chi mi sta attorno. Lavoro con persone che mi interessano e di cui mi importa, in stanze che conosco”. Nel 1945, grazie all’amicizia con Graham Sutherland, conosce Francis Bacon, il pittore inglese con cui condivide vita, critica e anche mercato: entrambi infatti hanno difeso la linea del figurativo anche in anni in cui questa sembrava non pagare affatto. I loro reciproci ritratti sono l’emblema della loro differenza: Bacon dipinge una grande figura intera studiando il soggetto da una fotografia, mentre Freud impiega tre mesi per un ritratto del solo volto di Bacon (1952, Londra, Tate Gallery). Entrambi toccano la sofferenza dell’esistenza: Bacon in maniera più spregiudicata e urlante, Freud è più riflessivo e intimo. Ha bisogno di creare un contatto con i suoi soggetti, siano essi amici, parenti, amanti, bambini, levrieri o conoscenze estemporanee; così anche gli ambienti gli devono essere familiari. Dipinge nel suo studio, lentamente, pulendo il pennello in una pezza dopo ogni colpo e lasciando sul pavimento pile di stracci sporchi, le stesse che spesso compaiono nelle sue tele.
Gli anni Sessanta si possono definire di transizione: Freud abbandona la precisione dei contorni per una pennellata più densa, strabordante. Ha raggiunto un virtuosismo pittorico che gli permette di dipingere qualsiasi cosa: la venatura di una cravatta in seta, lo scintillio di una luce, la trasparenza di una foglia. Tecnicamente infatti un dipinto come Large Interior, Paddington è inappuntabile. Il quadro mostra una ragazzina, seminuda, addormentata sul pavimento dello studio. Freud calibra perfettamente il rapporto tra immobilità e angoscia: da un lato il sonno inerme, la giacca del padre appesa alla parete, la grande pianta e dall’altra l’ambiguità della scena. È innaturale infatti che la ragazzina dorma nuda per terra. L’incongruenza iconografica è sostenuta dalla tecnica pittorica: l’assoluto controllo sulla luce che si diffonde pacatamente nella stanza è in contrasto col vertiginoso innalzamento del punto di vista. Quest’ultimo aspetto si deve anche a un cambiamento di posizione davanti al cavalletto: Freud infatti inizia a dipingere in piedi di fronte alla tela imprimendo un ritmo vitalistico ai suoi dipinti. Per Large Interior, Paddington William Feaver ha individuato una fonte visiva in Il pittore e la modella di Matisse (1917, Parigi, Musée d’Art Moderne, Centre Georges Pompidou), a prova di come il ricordo del soggiorno parigino del 1946 sia ancora vivo. Nel dipinto del 1968-1969 compare un nuovo tipo di bianco, granulare e pastoso, che caratterizzerà l’opera della maturità in cui i contorni divengono sempre più sfaldati e i nudi brutali.
Ritratti
La forza introspettiva di Freud, il toccare l’essenza di ciò che dipinge, è stata per anni messa in relazione dalla critica con le ricerche del nonno, Sigmund Freud, che per altro Lucian ha appena conosciuto. Freud indaga impietosamente i suoi soggetti anche quando si trova di fronte a personalità dell’alta aristocrazia inglese come Andrew Parker Bowels, protagonista di The Brigadier (2003-2004, collezione privata), o bellezze della carta patinata come la modella Kate Moss (1974-), immortalata nel 2002 in una posa innaturale e tutt’altro che “bella”. Come non può dirsi adulatorio il ritratto a Elisabetta II d’Inghilterra per cui la regina ha posato 74 volte, contro le cinque convenzionali. Ritratto della regina (2001) è un olio di piccole dimensioni a cui Freud lavora per un anno e mezzo. Quando lo presenta alla Queen’s Gallery a Buckingham Palace, viene giudicato come un atto di lesa maestà. La pennellata – materica e stratificata – attribuisce al dipinto i tratti della caricatura, la corona assomiglia a un cappellino. Freud non è pittore celebrativo, dipinge un volto cupo che rivela le ansie di una regina che ha assistito prima allo sgretolarsi del suo impero e ora vede a rischio il destino della monarchia.
L’eredità di Lucian Freud, morto a Londra nel 2011, è stata raccolta da alcuni esponenti della young british art, come Jenny Saville, Mark Wallinger, Victoria Chalmers e, in modo meno letterale, Simon English.