Emmer, Luciano
Sceneggiatore e regista cinematografico, nato a Milano il 19 gennaio 1918. La sua notorietà è legata soprattutto ai documentari d'arte (per i quali v. film sull'arte) e ai film corali femminili da lui realizzati negli anni Cinquanta, la cui struttura narrativa avrebbe ispirato, molti anni più tardi, alcune fiction televisive di successo: Una domenica d'agosto (1950), Le ragazze di piazza di Spagna (1952), Terza liceo (1954). Dopo aver abbandonato il cinema nel 1961, amareggiato dalla censura che si era accanita sul suo film La ragazza in vetrina, è tornato al lungometraggio per le sale soltanto nel 1990 con Basta! Ci faccio un film, noto anche come Basta! Adesso tocca a noi, e nel 2001 con Una lunga lunga lunga notte d'amore, un'altra storia corale di donne, a sfondo drammatico, con la quale ha confermato le sue doti di narratore 'al femminile' e la notevole eleganza della messa in scena.
Fu una vera e propria passione a spingere il giovanissimo E., ancora studente universitario, sulla via del cinema. Assieme all'amico Enrico Gras fondò nel 1939 una casa di produzione di documentari e si specializzò in cortometraggi sul mondo dell'arte, ottenendo diversi premi in festival specializzati. Nel 1950 il suo esordio nel lungometraggio, Una domenica d'agosto, fu un successo: dimostrando notevole abilità nel costruire strutture corali, con mano sicura e con un'ottima direzione degli attori E. riuscì a coniugare situazioni che riecheggiano il Neorealismo con un deciso approfondimento dei personaggi, soprattutto quelli femminili. Considerato da quel momento, insieme ad Antonio Pietrangeli, il 'regista delle donne', diresse quasi tutte le attrici più famose dell'epoca e da ciascuna seppe estrarre i toni migliori, sempre sospesi tra commedia e dramma: Lucia Bosè è moderna ed elegante come non mai in Le ragazze di piazza di Spagna, mentre Ilaria Occhini offre in Terza liceo la sua migliore interpretazione. Un delicato ritratto di donna risultò Camilla (1954) con Luciana Angiolillo, mentre con Il bigamo (1955) realizzò un caustico resoconto del rapporto dell'italiano medio con il mondo femminile. In questo periodo E. lavorò di preferenza con lo sceneggiatore Sergio Amidei, in grado di storicizzare i personaggi attraverso felici notazioni di costume: ma la regia risulta più leggera della sceneggiatura, più calibrata nel valorizzare gli attori e attenta alle sfumature psicologiche. Con Parigi è sempre Parigi (1951) diresse il suo primo film all'estero, ottenendo una fama internazionale che lo avrebbe accompagnato per lungo tempo. Nel 1961 con La ragazza in vetrina affrontò con lucidità e accorata partecipazione il tema della prostituzione femminile, ma la censura si accanì sul film imponendo numerosi tagli e una versione finale quasi incomprensibile, che non ottenne alcun successo (le parti censurate sarebbero apparse poi nel programma televisivo Italiataglia ‒ 1999, di Tatti Sanguinetti ‒ antologia di sequenze colpite dalla censura nel dopoguerra). Per la delusione E. lasciò il cinema dedicandosi alla pubblicità televisiva, e realizzando alcuni tra i migliori Caroselli degli anni Sessanta e Settanta.
Dopo il primo, sfortunato, Basta! Ci faccio un film, E. è tornato al lungometraggio con Una lunga lunga lunga notte d'amore, interpretato da un cast internazionale (Ornella Muti, Isabelle Pasco ecc.) e particolarmente apprezzato al Festival di Berlino. Anche con queste due ultime opere E. ha confermato la modernità del suo stile sia nella direzione degli attori sia nell'utilizzo particolarmente innovativo di musica e sonoro.
Personale Luciano Emmer, a cura di F. Bo, Roma 1988; G. Moneti, Luciano Emmer, Milano 1992.