DESMOULINS, Lucie-Simplice-Camille-Benoît
Pubblicista e uomo politico francese, uno degli uomini più rappresentativi della Rivoluzione, nato a Guise nel 1760, ghigliottinato a Parigi il 5 aprile 1794. Educato nel collegio Louis Le Grand, ov'era stato camerata di Robespierre, era venuto a Parigi, nel 1785, per darsi alla professione dell'avvocato. Ma un leggiero difetto di pronuncia gli aveva impedito di raggiungere nella carriera forense il successo che la prontezza dell'intelligenza, la feracità dell'immaginazione, la generosità del sentimento, l'originalità delle doti di scrittore parevano dovergli procurare. Assai più che la stoffa dell'avvocato, c'era in lui la stoffa del giornalista. E probabilmente egli sarebbe rimasto un oscuro avvocato, se a destare in lui il giornalista latente non fosse venuta la Rivoluzione, da lui quasi presentita e precorsa, nel 1788, con un opuscolo sulla Filosofia del popolo francese, che lo mise subito in vista. Egli non era un temperamento di guidatore di uomini: la sua natura nervosa, debole, facilmente suggestionabile faceva sì che egli tendesse sempre ad appoggiarsi a qualcuno più forte di lui. Allo scoppio della Rivoluzione, egli apparve sotto l'influenza di Mirabeau. La sua parola e il suo gesto nei giardini del Palais Royal furono, il 14 luglio 1789, come il grido di raccolta degl'insorti. Ma, ben più che coi discorsi, egli sin d'allora agiva sugli animi con i suoi articoli e i suoi opuscoli, scritti in forma popolare, vivacissima, scintillante di vena e d'ironia.
Già l'11 luglio '89, con l'opuscolo La France libre aveva audacemente proclamato il diritto della nazione a scegliersi il proprio governo. Poco dopo, col Discours de la Lanterne aux Parisiens, egli, ispirato da Mirabeau, aveva fatto un eloquente appello alla moderazione. Dal novembre 1789 al luglio 1791 pubblicò un periodico dal titolo Les Révolutions de France et de Brabant, che combatté con estrema violenza di linguaggio la controrivoluzione. Sennonché in questo linguaggio l'influenza del pensiero di Mirabeau si venne facendo rapidamente sempre più debole, e si venne man mano rivelando come il D. stesse ormai per passare sotto l'influsso di un altro agitatore ben più violento e torbido di Mirabeau: l'influsso di Danton. Questi lo condusse all'Assemblea del distretto dei Cordeliers, e non tardò a esercitare su di lui un fascino, da cui il D. non si sarebbe più sciolto che con la morte. D'altro lato, Danton, scrittore pigro e faticoso, sentiva di aver guadagnato nel D. una penna d'inestimabile valore.
Dopo l'increscioso episodio del Campo di Marte, anche il D. parve raccogliersi un istante, ma già nell'aprile del 1792 era tornato alla ribalta politica con la pubblicazione della Tribune des patriotes. Pochi mesi dopo, prendeva parte attiva alla giornata del 10 agosto, diventava segretario di Danton, era nominato deputato di Parigi alla Convenzione. Ma la deficienza delle sue doti oratorie, qualche incongruenza pratica da parte sua, alcune imprudenze verbali gl'impedirono di ottenere, come deputato, lo stesso successo che otteneva come giornalista, prima attaccando con inesauribile efficacia satirica i Girondini, nella sua Histoire des Brissotins, poi rivolgendo i suoi attacchi contro gli hébertisti, nel dicembre del'93, col suo Vieux Cordelier. Ma questo giornale, da principio incoraggiato da Robespierre, ne suscitò le diffidenze, non appena il D. lo rivolse a sostegno della polìtica moderatrice di Danton. Ciò lo espose alla collera di Robespierre, e lo condusse a seguire le sorti di Danton e dei dantonisti. Arrestato con questi il 31 marzo 1794, fu tradotto dinanzi al Tribunale rivoluzionario e ghigliottinato. Lo segui sul patibolo, qualche giorno dopo, la moglie Lucilla.
Delle opere di D. vi sono le edizioni M. Matton, Parigi 1838, voll. 2; N. Despois, Parigi 1865, voll. 3; J. Claretie, Parigi 1874, voll. 2.
Bibl.: É. Fleury, Biographie de C. D., Parigi 1850; J. Claretie, C. D., Lucile Desmoulins: étude sur les Dantonistes, Parigi 1875; J.-F.-E. Robinet, Les procès des Dantonistes, Parigi 1879; J. Claretie, C. D., Parigi 1908; F. Godart, C. D. d'après ses oeuvres, Parigi 1889; F.-A. Aulard, Les orateurs de la Législative et de la Convention, 2ª ed., II, Parigi 1907; V. M. Methby, C. D., Parigi 1914; K. Hilt, C. D., seine polit. Gesinnung u. Parteistellung, Berlino 1915.