KROLL, Lucien
Architetto belga, nato a Bruxelles il 17 marzo 1927. Ha condotto i suoi studi presso l'Athénée Royal de Huy, l'Ecole Nationale Supérieure de la Cambre, l'Institut Supérieur de la Cambre e l'Institut Supérieur et International d'Urbanisme Appliqué di Bruxelles. Con il suo gruppo di lavoro, l'Atelier d'Urbanisme et d'Architecture, opera dal 1952, tenendo contemporaneamente conferenze e seminari nelle maggiori città del mondo.
Oppositore dell'intera tradizione razionalista, rende i suoi progetti architetture bizzarre e inattese, secondo il principio che sono le circostanze e le specifiche condizioni a produrre la varietà delle soluzioni possibili. Premesse fondamentali di K. sono l'alto sentimento per l'architettura simbolica dei luoghi e la profonda riflessione sull'''abitare'' umano. I viaggi e le molteplici esperienze condotte attraverso le più varie condizioni di vita della nostra epoca, infondono in lui il dubbio nel progresso e nella supremazia occidentale e lo inducono a rimarcare e a ricercare il sopravvissuto legame con quella ''cultura del sogno'' appartenuta alle antiche civiltà celtiche, azteche o indù. Da qui il persistente uso di forme organiche contro le astrazioni geometriche, l'attenzione per l'abilità artigiana contro l'ingegneria, per il processo creativo contro la perfezione.
Il progetto per il monastero di Gihindamuyaga in Ruanda (1968), per una comunità di monaci benedettini, è spontanea manifestazione di un senso del luogo: adesione quindi al territorio e al valore del suo paesaggio. Il forte segno diagonale che attraversa l'insediamento di Alençon-Perseigne in Normandia (1978) vuole significare la perpetua presenza di un disegno collettivo. Per K. l'architettura giustifica se stessa soltanto attraverso la volontà di coloro per i quali è fatta; egli subordina il progetto ai suoi effetti, al suo uso, e per questo i fruitori sono chiamati a parteciparvi. Per il progetto della facoltà di Medicina a Woluwé-Saint Lambert, a Bruxelles (1968-71), lunghi e molteplici sono stati gli incontri con gli studenti; anche in questo caso problemi di realizzazione, difficoltà burocratiche, interruzioni del lavoro, hanno ''colorato'' il corso della sua opera. Sospensione e incompiutezza, più che una veloce esecuzione, sono in accordo con la filosofia di K. perché vissute come una condizione di evoluzione e non come difetto. K. ha operato sempre dove gli era possibile applicare e sviluppare la sua estetica di conflitto, di varietà e di vitalità; il suo lavoro non è mai celebrazione di un'istituzione anonima, nemmeno la Stazione della metropolitana di Alma a Bruxelles (1979-82), che è parte inseparabile del quartiere studentesco, e che si assimila ai suoi giardini, alle case, ai sentieri, e prende parte al suo anarchico stile di vita. K. ha concepito questa architettura come rappresentazione della società che immagina: strutture diverse, irregolarmente e organicamente chiamate a lavorare insieme, a cooperare strettamente nel definire una visione naturalistica di città.
Oltre alle già citate opere, altri progetti realizzati insieme al suo atelier e a sua moglie Simone Marti, da sempre accanto a lui nel lavoro, sono: Abbazia di Maredsous vicino a Namur, Belgio (1957-72); edifici residenziali ad Auderghem, Bruxelles (1962-65); centro per congressi del complesso abbaziale di Chevetogne, Belgio (1963); scuola elementare a Braine-l'Alleud, Bruxelles (1965-66); piano urbanistico generale per la nuova capitale Kimihurura, Ruanda (1966-67); casa delle suore domenicane a Ottignies, Belgio (1974-75); complesso residenziale di Vignes Blanches a Cergy-Pontoise, Francia (1977-79); di Emerainville, Marne-la-Vallée, Francia (1978); di Laroche-Clermault, Indre-et-Loire, Francia (1982); edifici scolastici a Saint-Ouen, Parigi (1989); edifici per l'università a Saint-Etienne, Francia (1990).
Bibl.: Architecture d'Aujourd'hui, 183 (febbraio 1976); Techniques et Architecture, 311 (novembre 1976); Architecture Intérieure, 157 (gennaio 1977); Architecture, 401 (febbraio 1977); Techniques et Architecture, 318 (febbraio 1978); Architecture d'Aujourd'hui, 196 (aprile 1978); numero monografico di The Architect's Journal, giugno 1978; Techniques et Architecture, 327 (novembre 1979); Architecture d'Aujourd'hui, 217 (ottobre 1981); The Architectural Review, 1027 (settembre 1982); The Architect's Journal, luglio 1983; Architecture, agosto 1983; Spazio e Società, 23 (settembre 1983); Architecture Contemporaine, 5 (novembre 1983); Techniques et Architecture, 352 (febbraio-marzo 1984); Industria Italiana del Cemento, aprile 1985; Architecture d'Aujourd'hui, 239 (giugno 1985); Techniques et Architecture, 360 (giugno-luglio 1985); Architecture d'Aujourd'hui, 244 (aprile 1986); Les Annales de la Recherche Urbaine, 32 (luglio-agosto 1986); The Architectural Review (marzo 1986); Lucien Kroll buildings and projects, New York 1987; F. Zagari, L'architettura del giardino contemporaneo, Roma 1988; L. Kroll, J.P. Canivet, Architecture écologique universitarie, in Le Progrès, marzo 1990; Architectural Review, 1124 (ottobre 1990); Spazio e Società, 56 (ottobre 1991).