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LUCIFERO di Cagliari

Enciclopedia Italiana (1934)
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LUCIFERO di Cagliari


Vescovo di questa città, fu nell'inverno 354-55 mandato, con altri, da papa Liberio presso l'imperatore Costanzo, a chiedergli la convocazione di un nuovo concilio per risolvere la controversia ariana. Ma chi nel sinodo, tenuto nel 355 a Milano, non volle sottoscrivere la condanna di Atanasio, fu esiliato: e tra gli altri L., inviato a Germanicia di Commagene, poi a Eleuteropoli di Palestina, finalmente nella Tebaide. Qui si trovava, allorché l'editto di Giuliano gli permise di tornare in patria. Non partecipò di persona al sinodo di tendenze concilianti convocato da S. Atanasio ad Alessandria; ma si recò ad Antiochia, dove la sua intransigenza aggravò lo scisma meleziano. Ritornato poi nella sua sede, e fatto da quella sua intransigenza scismatico, vi morì nel 370 o 371 (v. anche arianesimo).

Durante l'esilio, L. compose varî opuscoli polemici diretti contro Costanzo e redatti con una violenza di linguaggio che nessun altro scrittore raggiunse in quella polemica. S'intitolano: De non conveniendo cum haereticis; De regibus apostaticis (dell'Antico Testamento); Quia absentem nemo debet iudicare nec damnare (o Pro S. Athanasio, che era infatti assente al concilio di Milano); De non parcendo in Deum delinquentibus; Moriendum esse pro Dei Filio. E i titoli bastano a dare un'idea del contenuto e delle idee "poche ma chiare" che ispirano L., teologo mediocre, scarso conoscitore e spregiatore della cultura classica, scrittore inelegante e poco originale, ma importante per le sue citazioni bibliche - numerosissime e di tipo italico, cioè affine al testo del codice vercellese a (v. bibbia, VI, p. 896 seg.) - e per la storia del latino. Abbiamo anche un suo breve epistolario, che comprende due lettere di lui ad altri (i e 4) e 6 di altri a lui, tra le quali 3 di S. Atanasio (5, 6 e 8: le prime due ritenute falsificazioni, la terza interpolata) e due di papa Liberio (2 e 7).

Sullo scisma luciferiano c'informa anche il Libellus precum o De confessione verae fidei, ecc., inviato da due preti, Faustino e Marcellino, agl'imperatori Valentiniano II, Teodosio e Arcadio nel 383 o 384; Teodosio li riconobbe come ortodossi in un rescritto al prefetto del pretorio Cinegio. Faustino scrisse poi, dirigendoli all'imperatrice Flaccilla, sette libri Adversum Arianos et Macedonianos (o De fide adversus Arianos) che dipendono dal De fide di Gregorio d'Elvira, citato nel libellus come uno dei capi del partito e una Fides Theodosio imp. oblata, che combatte l'accusa di sabellianismo e apollinarismo.

Bibl. e Ediz.: Di L., ed. W. Hartel, Luciferi Calar. opuscula, Vienna 1886 (Corpus script. eccles. lat., XIII); il Libellus di Faustino è nella Collectio Avellana, per il resto, v. Patrol. Lat., XIII, col. 37 segg.; anche A. Wilmart, in Sitzungsber. Akad. Wien, Ph. hist. Kl, CLIX (1908), Abhandl. 1. Su L. e i luciferiani, S. Girolamo, De vir. ill., 95 (Lucifero); Gennadio, De vir. ill., 16 (Faustino); G. Krüger, Lucifer, Bischof von Calaris, Lipsia 1886 e in Realencykl. f. prot. Theol. u. Kirche, 3ª ed., XI 1902), s. v.; W. Hartel, L. v. C. und sein Latein, in Archiv f. lat. Lexikogr., III (1886), p. 1 segg.; L. Saltet, Fraudes littéraires des schism. lucif., in Bull. de litt. ecclés., 1906, p. 314 segg.; A. Merk, in Theol. Quartalschr., XCIV (1912), p. 1 segg.; A. Wilmart, Un manuscrit du "De cibis" et des œuvres de L., in Rev. Bénéd., XXXIII (1921), p. 124 segg.; H. J. Vogels, in Theol. Quartalschr., CIII (1922), pp. 23 segg., 183 segg. (citazioni di Luca e Giovanni); A. Protti, Un passo di L. Cagl., in Athenaeum, 1925, p. 40 segg.

Vedi anche
Eusèbio vescovo di Vercelli, santo Eusèbio vescovo di Vercelli, santo. - Di origine sarda (m. nel 370 o 371); fu eletto alla diocesi di Vercelli nel 345. Oppostosi alla politica filoariana dell'imperatore Costanzo, fu esiliato (355) a Scitopoli e poi in Cappadocia. Restituito a Vercelli nel 361, lottò contro Aussenzio, usurpatore della ... Arnòbio di Sicca Arnòbio di Sicca (o il Vecchio). - Apologista cristiano (m. 327 circa), vissuto a Sicca Veneria (od. el-Kef) nell'Africa proconsolare. Retore pagano e maestro di Lattanzio, si sarebbe convertito in tarda età, secondo s. Girolamo, offrendo al vescovo, quale prova del completo suo mutamento, i sette libri ... Claudiano, Claudio (lat. Claudius Claudianus). - Poeta latino (4º-5º sec. d. Claudiano, Claudio), nato in Alessandria d'Egitto, visse a Roma dal 395 d. Claudiano, Claudio al 404 (forse data della sua morte) e frequentò la corte imperiale; fra il 400 e il 401 ottenne la dignità di patrizio. Fu pagano ed ebbe come lingua ... Ilàrio di Poitiers, santo Ilàrio di Poitiers (lat. Hilarius Pictaviensis), santo. - Teologo e vescovo (Poitiers inizî sec. 4º - ivi 367 circa). Dottore della Chiesa (proclamato nel 1851), uno dei maggiori teologi latini. Poco dopo il battesimo fu eletto vescovo (circa 350), esiliato in Frigia (356) da Costanzo II per aver combattuto ...
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  • VALENTINIANO II
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  • Lucìfero di Cagliari
    Enciclopedia on line
    Vescovo (m. Cagliari 370 o 371) di Cagliari, nel Concilio di Milano (355) resistette all'imperatore Costanzo, rifiutando di firmare la condanna di s. Atanasio, e fu esiliato in Oriente; liberato dall'editto di Giuliano (361), consacrò in Antiochia come vescovo legittimo Paolino (362), aggravando lo ...
Vocabolario
luciferiano
luciferiano s. m. – 1. Aderente allo scisma causato dal vescovo Lucifero di Cagliari, il quale diede vita a un movimento di intransigenza contro la riammissione degli ariani pentiti. 2. Nome dato ai seguaci di varie correnti ereticali più...
lucìfero
lucifero lucìfero agg. e s. m. [dal lat. lucĭfer -a -um, comp. di lux lucis «luce» e -fer «-fero», calco del gr. ϕωσϕόρος]. – 1. agg., letter. In senso etimologico, che porta la luce, che dà luce: Il dio dalla l. quadriga (D’Annunzio),...
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