PISONE, Lucio Calpurnio (L. Calpurnius L. f. L. n. Piso Frugi [?] pontifex)
Figlio del precedente. Fu pontefice e 4 volte magister del collegio dei fratelli Arvali. Prima del consolato amministrò, in posizione straordinaria, la Gallia Transpadana; nel 16 avrebbe combattuto contro i Venoneti, ma questo potrebbe attribuirsi anche al P. console nel 7 a. C. Nel 15 a. C. fu console ordinario. Era governatore della Pamfilia e della Cilicia, secondo molti anche della Siria, quando Augusto lo richiamò per affidargli il governo della Macedonia e l'incarico di soffocare in Tracia la ribellione dei Bessi e di altre popolazioni, compito che egli assolse brillantemente, probabilmente dall'11 al 9 a. C., meritando le insegne trionfali. Nominato praefectus urbi da Tiberio, verosimilmente nel 17 d. C., tenne fino alla morte in maniera mirabile l'alta carica, che con lui acquistò la sua grande importanza. Morì nel 32 d. C. a 80 anni. Dotato di eccellenti qualità, di alto senso del dovere, fu uno degli amici più accetti a Tiberio, quantunque scevro di ogni servilità; componeva versi ed era protettore di poeti. A lui e ai suoi due figli Orazio dedicò l'Ars Poetica.
Bibl.: E. Klebs, Prosopographia Imperii Romani, I, Berlino 1897, pp. 286-87, n. 249; E. Groag, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III, coll. 1396-1399; Suppl. I, col. 272; id., in Fasti des römischen Deutschland unter dem Prinzipat, Vienna 1932, p. 7, n. 10; Drumann-Groebe, Geschichte Roms, II, Lipsia 1902, pp. 65-66, 539-540. Cfr. A. v. Premerstein, in Jahreshefte des österr. archäol. Institutes, I (1898), Suppl., coll. 160-161; J. Keil-A. Wilhelm, ibid., XVIII, coll. 51-52; Groag, ibid, XXI-XXII, col. 475, n. 128; Rittelring in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XII, col. 1230; Fluss, ibid., XV, col. 2372; M. Reinhold, M. Agrippa, Geneva, N. Y., 1933, p. 175; E. Ciaceri, Tiberia, Milano 1934, pp. 280-282.