Fulci, Lucio
Regista e sceneggiatore cinematografico, nato a Roma il 17 giugno 1927 e morto ivi il 13 marzo 1996. La sua notorietà, consolidatasi anche all'estero dopo la sua morte, si deve ai thriller e agli horror diretti dalla fine degli anni Settanta all'inizio dei Novanta: film nei quali F., esasperando gli elementi sensazionalistici, ha saputo conferire alle storie narrate un ritmo incalzante, spesso indipendente dai vincoli narrativi, e una plasticità feroce esaltata dagli effetti speciali. La volontà di oltrepassare le 'gabbie' dei generi (non soltanto nel campo dei thriller e degli horror) ha caratterizzato la sua vasta filmografia.
Dopo aver abbandonato gli studi di medicina e dopo una breve parentesi da giornalista e redattore nel cinegiornale La settimana INCOM, nonché da documentarista, si diplomò al Centro sperimentale di cinematografia di Roma ed esordì nel 1950 seguendo come assistente la seconda unità sul set di Les derniers jours de Pompéi, noto anche come Gli ultimi giorni di Pompei, diretto da Marcel L'Herbier e Paolo Moffa. Partecipò quindi, sempre come aiuto, a un gran numero di opere, specializzandosi nel genere comico a partire dal 1951. Fu inoltre autore, in collaborazione con altri, delle sceneggiature di molti film interpretati da Totò (tra i quali i più riusciti sono Totò a colori, 1952, di Mario Monicelli e Steno, e Totò, Peppino e… la dolce vita, 1961, di Sergio Corbucci) e da Alberto Sordi (Un giorno in pretura e Un americano a Roma, entrambi del 1954 e diretti da Steno); non vanno inoltre dimenticati Cinema d'altri tempi (1953) ancora di Steno e Ci troviamo in galleria (1953) di Mauro Bolognini. L'attività di sceneggiatore continuò anche dopo aver iniziato quella di regista (Ettore lo fusto, 1972, di Enzo G. Castellari; La gabbia, 1985, di Giuseppe Patroni Griffi e Night club, 1989, di Sergio Corbucci). Come regista esordì nel 1959 con I ladri e per alcuni anni si dedicò esclusivamente al genere comico lavorando soprattutto con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. L'eclettica formazione culturale e l'esperienza di critico d'arte, unita alla passione per la musica jazz, hanno dato alla sua filmografia un carattere non omologabile, anche in virtù del fatto che spesso, con un gusto dell'eccesso visionario, risultano contaminate le convenzioni dei generi. I film che meglio rappresentano il suo talento sono Beatrice Cenci (1969), dramma storico costruito come un lungo flashback a partire dal momento dell'esecuzione della protagonista, All'onorevole piacciono le donne (1972), commedia satirico-politica in cui F. innesta nei meccanismi della farsa sexy elementi cari al cinema di denuncia, e i thriller dalle insolite ambientazioni, con nuances erotiche ed efferate parentesi oniriche, Una sull'altra (1969), Una lucertola con la pelle di donna (1971) e Non si sevizia un paperino (1972).
Anche il genere western venne affrontato da F. seguendo la sua personale propensione al 'teatro della crudeltà': Le colt cantarono la morte e fu… tempo di massacro (1966) e I quattro dell'Apocalisse (1975) furono tra i pochi film di questo tipo a essere vietati ai minori. Tra gli horror più riusciti sono da citare Zombi 2 (1979), Quella villa accanto al cimitero (1981) e E tu vivrai nel terrore! L'aldilà (1981), nei quali il 'fantastico spiritualista e brutale' vagheggiato dal regista viene esaltato da una messa in scena autorevole, capace perfino di irridere le esagerazioni e le convenzioni del genere. Limitati da budget ridotti e da esecuzioni frettolose sono invece gli ultimi titoli firmati dal regista, tra i quali però si segnalano Un gatto nel cervello (1990), autoironico riferimento metacinematografico su un regista maniaco e omicida interpretato da F. stesso, e Le porte del silenzio, noto anche come Door to silence (1991), delicata riflessione sul tema della morte in cui un uomo (John Savage) si ritrova a inseguire il suo carro funebre. Il suo ultimo copione fu M.D.C. ‒ Maschera di cera, portato sullo schermo, sebbene ampiamente modificato, da Sergio Stivaletti nel 1997 e prodotto da Dario Argento.
Uno, nessuno, cento Fulci, e Una psicanalista per compagna, interviste raccolte da M. Garofalo, in "Segnocinema", 1993, 64, pp. 2-7 e 1994, 65, pp. 9-15; L'opera al nero. Il cinema di Lucio Fulci, "Nocturno Dossier", 3 (allegato a "Nocturno cinema", sett. 2002, 3).