COLUMELLA, Lucio Giunio Moderato (Lucius Iunius Moderatus Columella)
Nato, come egli stesso ci dice, a Cadice da famiglia spagnola (nota anche per il nome di un suo zio paterno, "dottissimo e diligentissimo agricoltore", e forse d'un filosofo epicureo), fu tribuno militare della legione VI ferrata (Corp. Inscr. Lat., IX, 235) che fu per qualche tempo, forse nel 36 d. C., in Siria e in Cilicia, dove C. appunto dichiara di aver osservato egli stesso alcuni modi particolari di coltura dei campi. Nel 41 d. C., secondo alcune probabili testimonianze, era a Roma e certo visse lungamente in Italia dove possedette varî campi, ad Albano.
L'opera sua fu in origine di 4 libri Rei rusticae, dei quali ci rimane uno intitolato De arboribus; tale opera fu poi rifusa e ampliata in una seconda edizione, a noi rimasta integra, in 10 libri ai quali lo scrittore aggiunse 2 altri libri supplementari. Si allude forse come ad opere sue anche a un Liber singularis ad Eprium Marcellum, ad alcuni libri Adversus astrologos e a un libro, forse solo rimasto nelle intenzioni dell'autore, per illustrare ai coloni i sacrifici di purificazione dei campi e di propiziazione per il buon raccolto. L'opera che possediamo in 12 libri in prosa (tranne il decimo che vuole in versi attuare il programma espresso da Virgilio nelle Georgiche, IV, 148, di un libro sui giardini) è dedicata a Publio Silvino, un proprietario di terre, e contiene un trattato completo di economia e di tecnica agricola. Essa è un'ottima fonte per lo studio dell'agricoltura in Italia nel secolo primo dell'impero, agricoltura fondata quasi esclusivamente sulla produzione dell'olio e del vino e poggiata in gran parte sul lavoro servile; nessuna visione larga e profonda, ma una diligente raccolta di precetti e d'informazioni, senza nessuna pretesa letteraria, se non qua e là qualche ricercatezza nello stile. C. servì come fonte a scrittori rustici del sec. I, del III, del IV, come Plinio il Vecchio, Gargilio Marziale e Palladio, e serve a noi di ottima fonte per autori andati perduti, quale Magone cartaginese.
Manoscritti e edizioni: I manoscritti si suddividono in due classi, la prima costituita dal Sangermanensis della biblioteca di Leningrado e dall'Ambrosiano L. 85, sup., ambedue del sec. IX, derivati da un archetipo comune, a cui si ricollega il testo usato dal Poliziano (cfr. Sabbadini, Scoperte, 151, n. 48); l'altra classe di codici è del sec. XV e oltre. La prima edizione fu quella del Merula (Venezia 1472), tratta da codici della seconda classe, cui tenne dietro l'Aldina di Venezia (1514) curata da Giocondo Veronese sui codici del Poliziano; la più completa è quella dello Schneider negli Scriptores rei rusticae veteres latini (voll. 2, Lipsia 1794), riprodotta dal Pomba (scriptores rei rust., II, 1828, pp. 287-712) e dall'Antonelli (L. Iuni Moderati Columellae opera cum notis, Venezia 1846); il Lundström sta curando la nuova edizione critica: Columellae opera quae extant (Coll. script. vet. Upsaliens.), Upsala-Lipsia, I, De arboribus (1897); II, libr. I e II (1917); VI, libr. X (1902); VII, libr. XI (1907).
Bibl.: Fr. Krohn, in Jahresbericht di Bursian, LIV (1928), pp. 100-103; Kappelmacher, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. klass. Altertumsw., X, colonne 1054-1068; per la vita Cichorius, Röm. Stud., Lipsia 1922, p. 417 seg.; per i manoscritti: Häusser, Die handschriftl. Überlieferung des Columella, Karlsruhe 1889; Svennung, Palladii opus agriculturae, liber XIV, de veterinaria medicina, Göteborg 1926; Trotzki, Studien zur Überlieferungsgeschichte Columellas, in Raccolta Ramorino, 1927, pp. 449-472; Sobel, Studia Columelliana palaeographica et critica, Göteborg 1928; per la composizione: Sabbadini, Le due edizioni di Columella, in Studi ital. di filol. class., XX; per l'economia e la tecnica: Gummerus, in Klio, V (1906), pp. 73-93; Gertrud, in Vierteljahrschrift für Social- u. Wirtschaftgeschichte, XIX (1926), pp. 1-47.