LIBONE, Lucio Scribonio (L. Scribonius Libo)
Fratello di Scribonia che diede ad Augusto l'unica figlia Giulia, pare fosse nato parecchio prima di lei (verso il 90 a. C.), fosse stato questore in Sicilia, e come edile avesse dato quegli spettacoli per i quali fu creato il primo teatro in pietra. Ma la prima apparizione certa di lui nella vita politica è il suo intervento nel 56 a. C. (come tribuno della plebe?) perché fosse affidata a Pompeo (al cui figlio, Sesto, aveva dato o stava per dare in sposa la propria figlia) la soluzione della questione egiziana. Pretore nel 50 a. C., nell'anno appresso cercò di proteggere l'Etruria da Cesare, fece armamenti per Pompeo a Formia e a Capua, e tenne con successo il comando della squadra, che doveva sorvegliare le comunicazioni dell'Italia con l'Oriente. Nel 48, dopo vani tentativi di conciliazione con Cesare, prese, alla morte di Bibulo, il comando dell'intera flotta. Dopo la battaglia di Farsalo si rappacificò col vincitore e mostrò di dedicarsi tutto agli studî, prediligendo quelli di carattere storico-cronologico, ma, dopo la morte di Cesare, riapparve subito nella vita politica, e, approfittando delle sue relazioni di parentela con Sesto Pompeo (suo genero) e poi con Ottaviano (suo cognato), fu mediatore tra il primo e i triumviri. Nel 34 ebbe il consolato prima con M. Antonio e, dopo l'abdicazione di lui, con L. Sempronio Atratino.
Bibl.: P. Willems, Le sénat de la république romaine, I, Lovanio 1879, p. 495 seg.; W. Ihne, Römische Geschichte, VII, pp. 23, 41; VIII, p. 324, Lipsia 1890; E. Babelon, Monnaies de la république romaine, I, Parigi 1885, p. 123; H. Peter, Historicorum Romanorum Reliquiae, p. ccclxiv seg.; F. Münzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., s. 2ª, II, col. 881 segg.