Stazio Ursulo, Lucio
Retore latino dell'età neroniana (sec. I d.C.), peraltro ignoto al Medioevo, se non fosse per il fatto che fu identificato con il poeta Publio Papinio Stazio (v.). L'unica fonte del Medioevo per la biografia di Stazio fu la Vita Statii che precede in alcuni manoscritti gli scholia che vanno sotto il nome di Lattanzio Placido.
Questa vita sviluppa Girolamo (Chron. 01. 209): " Statius Ursulus Tolosensis celeberrime in Gallia rhetoricam docet ", attribuendo i dati relativi al retore al poeta Stazio che è detto " Tholosensis " e che " in Gallia celeberrime docuit Rhetoricam " e ricavandone perfino i nomi: " dictus fuit proprio nomine Statius, Papinius cognomine, Surculus agnomine ".
I manoscritti di Girolamo hanno le varianti " sursulus " e " ursuculus ", donde il " surculus " della Vita. Come la Vita anche l'Expositio super Thebaidem del Parisinus Lat. 3012 del sec. XI, ivi attribuita a Fulgenzio, chiama Stazio " Papinius Furculus ", confermando che la corruttela " sursulus " del testo geronimiano è alla base della notizia.
L'errore della Vita fu dominante per tutto il Medioevo: Boccaccio Amorosa visione 34 " Stazio di Tolosa "; G. Chaucer, House of Fame III 370 " The Tolosan that highte Stace ". D. vi incorre in Pg XXI 89 facendo Stazio tolosano.
Bibl. - G. Brugnoli, Due note dantesche, in " Rivista Cultura Class. e Mediev. " VII (1965) 248-251; ID., S. in D., in " Cultura Neolatina " XXIX (1969) 117 ss.