LUCREZIA
. Figura centrale delle leggende relative alla caduta della monarchia in Roma. La tradizione (Liv., I, 58 segg. Dionys. Halic., IV, 64 segg.) raccontava che, mentre Tarquinio il Superbo assediava Ardea, essendo sorta una disputa tra i figli e i parenti del re sui pregi delle rispettive mogli, fu proclamata più saggia fra tutte la bella e pudica Lucrezia, figlia di Spurio Lucrezio e moglie di L. Tarquinio Collatino, cugino del re, la quale fu trovata a filare e ad accudire alle cure domestiche. Avendo ella ispirato, senza volerlo, un'insana passione in Sesto, figlio del re, e avendole questi usato violenza, ella volle sottrarsi all'involontario disonore uccidendosi. Allora Bruto, nipote del re, mostrato al popolo il cadavere insanguinato dell'onesta matrona, eccitò il popolo alla ribellione, e il padre di lei fu nominato prefetto della città con l'obbligo di chiudere le porte a Tarquinio, che in tal guisa fu costretto a recarsi esule in Cere coi due figli. In questo racconto colorito e drammatico si sente, assai più che il giuoco dell'invenzione o della riflessione erudita degli annalisti, il soffio della poesia popolare che anima e abbellisce la caduta della tirannide dandole per motivo l'attentato all'onore di una donna. È il motivo stesso che si riscontra nel racconto dell'uccisione di Virginia, che segna la caduta del governo decemvirale, e sarebbe vano tentare di trarre luce di storia dal giuoco della fantasia poetica. È anche assai dubbio che la figura di Lucrezia si riconnetta, come quella di Clelia, con la statua di Venere Cloacina, posta nel Foro presso il tempio di Giano, al limite del Comizio.
Bibl.: G. De Sanctis, Storia dei Romani, I, Torino 1907, p. 396 segg.; II, p. 48 segg.; E. Pais, Storia di Roma, 3ª ed., II, Roma 1926, pp. 41, 173; C. Applwron, Trois épisodes de l'histoire ancienne de Rome, in Revue historique du dorit français et étranger, 1924, pp. 193 segg., 592 seg. Cfr. G. De Sanctis, in Rivista di filologia classica, LV (1927), p. 110 segg.