luddismo
Movimento operaio nato in Gran Bretagna negli anni 1810, con l’obiettivo di sabotare le macchine introdotte nelle industrie (ritenute causa di disoccupazione e di bassi salari). Mentre l’origine del nome è questione controversa (sembra discendere dal nome dell’operaio N. Ludd, sabotatore di un telaio nel 1779), le ragioni della nascita possono essere probabilmente individuate nei problemi sociali e politici che accompagnarono la rivoluzione industriale inglese, nonché la crisi economica sperimentata dalla Gran Bretagna nel corso delle guerre napoleoniche.
Per le difficoltà economiche seguite alla proclamazione del blocco continentale voluto da Napoleone nel 1806, esasperate dai cattivi raccolti agricoli registratisi tra il 1808 e l’anno successivo, in Inghilterra si venne a determinare un generale abbassamento del livello dei salari reali e l’introduzione di macchine labour saving. Un repentino peggioramento si abbatté di conseguenza sulle generali condizioni di vita degli inglesi e, tra gli altri negativi effetti, si rilevò l’incremento del tasso di disoccupazione degli artigiani specializzati, peraltro già marginalizzati nell’ambito del processo di adozione di nuove tecniche industriali, avviato nella seconda metà del 18° secolo. Le nuove macchine introdotte vennero identificate da alcuni lavoratori tessili come la causa principale dei disagi sofferti, diventando, quindi, l’oggetto di distruttivi attacchi.
Il movimento, sorto nella contea di Nottingham nel 1811 ed estesosi a tutte le Midlands, agì come un’organizzazione strutturata e clandestina. L’assenza di un vero e proprio corpo di polizia spinse le autorità a fare un diffuso uso di spie e, date le difficoltà del governo nell’affrontare i disordini, la vicenda conquistò il centro della scena politica. Nel gennaio 1812, il Parlamento inglese decretò la pena di morte per i luddisti. Tra il 1811 e il 1812 la rivolta si espanse nelle contee del Leicestershire, del Derbyshire e dello Yorkshire; al contempo, il ramo militarizzato del movimento realizzò collegamenti con esponenti del nazionalismo irlandese, del giacobinismo francese e con i tessitori scozzesi. La protesta tese ad acquisire un significato non solo in funzione delle rivendicazioni di tipo economico, ma anche di vere e proprie istanze di carattere politico, tanto che alcuni videro nel movimento un’opportunità per sostenere iniziative di natura democratico-radicale e, più in generale, di riforma parlamentare, in relazione all’estensione del diritto di voto. Tale prospettiva sembra essere stata particolarmente evidente negli sviluppi della protesta nelle contee del Lancashire e del Cheshire. Dopo aver subito la forte reazione governativa e aver trascorso una fase di minore intensità nel corso del 1813, il l. riprese vivacità tra il 1814 e il 1816. La repressione che seguì segnò la fine di ogni ulteriore iniziativa. Nel complesso, alcuni storici hanno giudicato il l. come un’esperienza fallimentare, in considerazione dell’incapacità del movimento di conquistare un consenso diffuso presso la classe lavoratrice.