ACERBI, Ludovico
Figlio di Bartolomeo, nacque a Milano nella seconda metà del sec. XVI. Addottoratosi in utroque iure,si iscrisse al collegio dei giureconsulti di Milano e, come il fratello Borso, fu al servizio della corona di Spagna.
Dopo aver rappresentato a Roma gli interessi spagnoli presso la Curia pontificia, per un certo tempo, nel 1595si recò a Napoli, al seguito del viceré, conte di Olivares, che lo nominò nel 1596 reggente della Gran Corte della Vicaria. Rimase in carica fino al 1598, e pare che abbia esercitato l'ufficio con estremo rigore. Ritornato a Milano, il 7 nov. 1600 fu nominato senatore e l'anno dopo, il 1 nov. 1601, ottenne, insieme con il fratello Borso, la riconferma della cittadinanza milanese. Anteriormente al 1607 subì un processo i cui atti si conservano, insieme con un volume di scritture che lo riguardano, nell'Archivio generale di Simancas. Il 21 sett. 1619 fu nominato presidente del Magistrato ordinario, e a questa nomina seguì ben presto, secondo l'uso, quella di membro del Consiglio segreto (28 marzo 1620; ma giurò il 30 marzo).
Dispose certamente di grandi mezzi finanziari, che gli permisero la costruzione di un palazzo sul corso di Porta Romana. Morì a Milano il 24 apr. 1622.
Poco prima aveva testato, istituendo una primogenitura in favore del nipote marchese Giovanni, figlio di Borso.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Milano, Uffici e tribunali regi, parte antica, Consiglio segreto, n. 39; Fondo di religione, SS. Antonio ed Anna, legati A, n. 983; Biblioteca Ambrosiana, S.I.L. IV, I, Miscellanea fam. nobili milanesi, f. 31; N. Toppi, De origine Tribunalium urbis Neapolis, III, Neapoli 1666, p. 6; O. A. Summonte, Tribunali della fedelissima città di Napoli, in Historia della città e Regno di Napoli, VI, Napoli 1750,p.42; V. Forcella, Iscrizioni delle chiese... di Milano, I, Milano 1889, p. 445, nn. 656-657; S. Guerra, Diurnali, a cura di G. De Montemayor, Napoli 1891, pp. 49-50; E. Casanova, Nobiltà lombarda. Genealogie, Milano 1930, tav. 5; L. Bulferetti, Documenti di storia lombarda nei secc. XVI e XVII, in Arch. stor. lombardo, LXXXI - LXXXII (1954-1955), pp. 345, 352.