ALIFIO (d'Alifio, Masati de Aliphia), Ludovico
Nacque a Bari nei primi mesi del 1499, da Masotta, ascritto alla nobiltà barese, ma appartenente a una famiglia originaria della Campania (Alife). Ebbe tre fratelli e quattro sorelle, tra cui Lucrezia, dama di corte di Bona Sforza. Assai giovane iniziò i suoi studi presso l'università di Napoli, dove nel 1518 si addottorò in diritto civile e canonico. Concluso il matrimonio di Bona con Sigismondo I Jagellone (1518), egli seguì la regina in Polonia, in qualità di segretario o cancelliere.
Iscrittosi alla facoltà giuridica dell'università di Cracovia il 10 ag. 1518, iniziò un corso a commento di un libro delle Istituzioni, ma presto il suo ufficio di cancelliere lo costrinse ad interrompere le lezioni; sappiamo che queste furono molto apprezzate, sebbene gli studi di romanistica, dopo la sporadica apparizione dell'A., non abbiano trovato per quel tempo altri cultori nello Studio di Cracovia.
Con un privilegio del 17 giugno 1521, nel quale venivano rammentati, oltre alla cultura e alla capacità del giovane A., i servizi da lui resi a Sigismondo e a Bona, il re gli donava una rendita annua di 150 złoty e il possesso vitalizio della terra reale di Łętkowice, nel distretto di Proszowice. Dall'estate all'autunno del 1522, egli svolse una missione in Lituania, incaricato dalla regina di prendere possesso del principato di Pińsk, che le era stato assegnato da Sigismondo già nel 1519. Il 26 dic. 1523, il re lo nominò burgravio del castello di Cracovia e, poco più tardi, Bona fece costruire per lui nel Wawel un palazzo rinascimentale.
Morta la duchessa Isabella nel febbraio 1524, Bona ne ereditava i feudi nell'Italia meridionale; con un diploma del 13 marzo di quell'anno, l'A. venne nominato, insieme con Jan Dantyszek, legato presso Clemente VII, con l'incarico di ventilare un progetto di lega antiturca, nonché di occuparsi dei beni sforzeschi e delle questioni che sorgevano da quella eredità; i legati, inoltre, dovevano rappresentare a Bari la regina Bona, con facoltà di nominare e deporre funzionari e di amministrare la giustizia civile e criminale. I due giunsero a Bari il 27 maggio, ma, verso la fine di giugno, il Dantyszek proseguì il suo viaggio per Madrid, dove si recava in qualità di ambasciatore presso Carlo V.
Rimaneva, così, esclusivamente all'A. l'incarico di luogotenente di Bona in Italia. Incarico tutt'altro che facile, date le difficoltà che sorgevano dall'atteggiamento dell'imperatore e dalla scarsa docilità dei sudditi; oltre che porre a frutto la sua perizia di giurista, l'A. dovette anche dar prova di notevole energia, reprimendo una rivolta di fautori dì Francesco II Sforza. Non sappiamo precisamente quando fu richiamato in Polonia.
Il 28 ag. 1530 Sigismondo I e Bona lo nominarono ancora proprio luogotenente e governatore generale nei principati di Bari e Rossano. Nell'esercizio di questo incarico entrò in urto col tesoriere di Bona in Puglia, Gian Giacomo Affaitati, che, nella seconda metà del 1534, rientrato in Polonia insieme all'A., fu imprigionato nel castello di Pińsk e finì col rimetterci la testa.
L'A. non ebbe più la sua carica di governatore a Bari: sul finire del 1535 venne inviato a Venezia in qualità di agente diplomatico di Bona presso la Repubblica. A Venezia morì nel 1543.
Fonti e Bibl.: Acta Tomiciana. Epistolae, legationes, responsa, actiones, res gestae... Sigismundi... primi, Regis Poloniae...,VII, Posnaniae s.d., pp. 96-98 (104), 98-100 (105), 111 (121); V. Massilla, La cronaca di Vincenzo Massilla sulle famiglie nobili di Bari...,a cura di F. Bonazzi, Napoli 1881, pp.17, 31; G. Palmieri, Lettere alla duchessa di Bari,in Spicilegio Vaticano di documenti inediti o rari,I, Roma 1890, p. 302; L. Pepe, Storia della successione degli Sforzeschi negli stati di Puglia e Calabria,Bari 1900, pp. 173 s., 182-185; H. Barycz, Historja Uniwersytetu Jagiellońskiego w epoce humanismu,Kraków 1935,pp. 209 s.; W. Pociecha, Królowa Bona (1494-1557). Czasy i ludzie Odrodzenia,I-IV, Poznań 1949-58, passim.