BREA, Ludovico
Nacque a Nizza verso il 1450 da Monone, artigiano bottaio di quella città. Non sappiamo chi l'avviasse alla pittura, forse il Miraglietti, ma già nella sua prima opera certa, il trittico con la Pietà della chiesa di Cimiez nei pressi di Nizza, firmata e datata 25 giugno 1475, possiamo ben scorgere quei caratteri che troveremo poi sviluppati nei suoi posteriori lavori.
Caratteri che, se indubbiamente sono legati a forti influssi fiamminghi, si estendono non solo verso modi della più o meno coeva pittura provenzale, ma anche verso la pittura catalana, toscana e napoletana e principalmente ligure-piemontese-lombarda, quella pittura insomma che fiorisce nelle regioni bagnate dal Mediterraneo occidentale fra il sec. XIV e il XV, i cui esponenti passano oggi sotto il nome, poco appropriato, di "primitivi mediterranei".
Dalla Pietà di Cimiez, ove i caratteri provenzali e fiamminghi del pannello centrale contrastano fortemente con quelli tutti italiani (liguri e lombardi) dei due laterali, giungiamo alla Crocifissione e al S. Pietro di Palazzo Bianco a Genova, molto probabilmente elementi del polittico che il genovese Biagio De' Gradi aveva commesso all'artista per la chiesa di S. Bartolomeo degli Armeni. Terminato il 17 agosto 1483 il polittico con l'Ascensione di Gesù per la chiesa della Consolazione a Genova (opera oggi in collezione privata, già nella galleria genovese Negrotto-Cambiaso-Giustiniani), il B. si dedica alle numerose opere che avrebbero dovuto ornare la chiesa e il convento dei domenicani a Taggia (Imperia). Il primo retablo, che ebbe gli intagli di Francesco da Pavia e raffigurava la Vergine di Misericordia, fu certo iniziato nello stesso anno 1483. Il perduto S. Sebastiano per l'omonima chiesa di Taggia è di due anni posteriore: sempre del 1485 è il S. Giovanni Battista e santi della parrocchiale di Montalto Ligure. Quest'ultima opera, che per contratto prevedeva la collaborazione fra il B. e Gerolamo da Genova, è anch'essa scomparsa, come gli affreschi della biblioteca del convento di Taggia, che il B. avrebbe eseguito verso il 1487. Resta invece nella chiesa del detto convento il polittico di S. Caterina da Siena, commessogli il 28 febbr. 1488. L'anno 1490 vede il B. collaboratore di Vincenzo Foppa nel grandioso retablo commesso al grande bresciano verso il 1485 dal savonese cardinale Giuliano Della Rovere, futuro papa Giulio II, per l'altare maggiore della cattedrale di Savona (oggi nell'oratorio di S. Maria di Castello). Il B. completò gli scomparti (Certamente iniziati dal Foppa) raffiguranti rispettivamente S. Giovanni Evangelista (firmato e datato 1490) e i Ss. Ambrogio e Agostino;eseguì poi intieramente il pannello centinato di destra con i Ss. Luca e Marco.
D'ora in poi il B., pur non subendo in misura tanto pressante l'influsso del Foppa, imprimerà spesso ai suoi personaggi una rilevante monumentalità e li plasmerà con un maggiore senso di volumetria. Sempre più, inoltre, si faranno insistenti le forme prossime a quelle della pittura ligure-piemontese-lombarda.
Sono purtroppo andati perduti i due polittici del 1492 (con la Pietà e con S. Ludovico di Tolosa)per i frati minori di Ventimiglia, ma degli svolgimenti pittorici del B. dopo il 1490 è testimone non tanto la pala, firmata e datata 1494, con S. Margherita e santi, già nella collezione Paranque a Marsiglia (oggi al Foyer de Charité, Châteauneuf de Galaure, Drôme) quanto il polittico, tipicamente italiano, con l'Annunciazione (verso il 1494) della chiesa di S. Domenico a Taggia in cui si riscontrano anche evidenti influssi, fiammingheggianti, dell'affresco con l'Annunciazione eseguito nel 1451 da Giusto d'Alemagna (Giusto di Ravensburg) nel chiostro del convento di S. Maria di Castello a Genova. Prossima allo stile foppesco di Giovanni Mazone è la pala con l'Assunzione di Maria Vergine, oggi nel duomo di Savona (firm. e datata 1495). Da questa città il B. passa nuovamente a Taggia e nello stesso anno 1495 pone termine al polittico con il Battesimo di Gesù per la chiesa di S. Domenico.
Firmato e datato 1500 è il polittico con S. Nicola della cattedrale di Monaco, opera capitale dell'artista che qui sembra riassumere le esperienze della sua già lunga attività pittorica. A Nizza fu quasi certamente eseguito il polittico per la chiesa di Les Arcs (Var) con la Vergine,il Bambino e santi. Il contratto fu steso il 20 maggio 1501 con il priore di quella chiesa nell'abbazia di St. Honoré di Lérins (Alpi Marittime); l'opera doveva essere quasi identica a quella eseguita dal B. per questa abbazia, della quale si conservano in sacrestia alcuni frammenti. Nel 1502 il B. era di nuovo a Genova, compagno a Lorenzo Fasolo e Giovanni Barbagelata, prima in duomo e quindi (1503) al Carmine, in lavori ormai scomparsi (Alizeri, II, pp. 203 s.). Ma ben presto egli dovette nuovamente tornare a Monaco ove il 1º apr. 1505 pose fine alla Pietà di quella cattedrale. A Nizza poi il B. eseguì altri polittici: quelli, perduti, con S. Antonio e con l'Annunciazione per Châteauneuf de Grasse e l'altro, con la Crocifissione, per gli osservanti, oggi nella cattedrale di Cimiez (1512).
D'ora in poi il paesaggio acquista maggiore importanza nei dipinti del B.; così nella Crocifissione di Cimiez e nella predella della sua fondamentale opera (1513) detta il Paradiso o la Vocazione dei giusti, oggi nel Museo di S. Maria di Castello a Genova, e soprattutto in quella sacra conversazione all'aperto che è la pala con la Vergine del Rosario in S. Domenico a Taggia, eseguita lungo il corso del 1513 (di tale anno sono anche i perduti polittici genovesi con S. Anna e con l'Annunciazione, rispettivamente per la chiesa dell'Annunziata e per gli ospedalieri di Prè). Nel S. Giorgio (1516) di Montalto Ligure il B. torna curiosamente a primitivi modi goticheggianti e così pure nel trittico della S. Devota nella parrocchiale di Dolceacqua, presso Ventimiglia (1515-1516: vedi Castelnovi, 1949).
Sono queste le ultime opere documentate accanto alle quali possiamo porre almeno il polittico con la Vergine,il Bambino e santi (chiesa di Six-Fours, Var), la S. Margherita (chiesa di Luceram, Alpi Marittime), la Madonna con s. Giacomo Maggiore e santi (chiesa di Bar-sur-le-Loup, Alpi Marittime), il S. Giovanni Battista (cappella omonima di Coursegoules, Alpi Marittime), le Pietà (inS. Agostino a Nizza e in S. Domenico a Taggia), le Madonne del Rosario (cattedrale di Antibes; chiese di Biot e di Briangonnet, Alpi Marittime), le Annunciazioni (parrocchiale di Lieuche, Alpi Marittime; chiesa della Madonnetta a Genova), la Crocefissione (Pinacoteca di Savona), la Vocazione di S. Paolo (Museo di S. Maria di Castello a Genova).
La critica più recente (Labande, Thirion) tende inoltre a vedere la mano del B. nel famoso polittico della Vergine di Misericordia di Giovanni Miraglietti (Nizza, sacrestia della arciconfraternita della Misericordia): un B. non certo collaboratore di tale artista, ma ridipintore, verso il 1475-80, di alcune parti (forse deteriorate) e precisamente delle figure della Vergine e dei Ss. Cosma e Damiano.
Il B. morì tra il 9 marzo 1522 e il 24 marzo 1523.
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