LUDOVICO duca di Savoia
Figlio cadetto di Amedeo VIII e di Maria di Borgogna, nacque nel 1413. La morte del fratello maggiore Amedeo lo fece principe ereditario nel 1431. Nel 1434, essendosi il padre ritirato nell'eremitaggio di Ripaglia, assunse il governo dello stato come luogotenente generale. Finalmente il 6 gennaio 1440, quando il padre, fatto papa (Felice V), abdicò, diventò duca di Savoia.
L. cercò di continuare la politica paterna così all'esterno come all'interno, ma, a lui mancava l'alta mente di Amedeo VIII, e si trovava, del resto, in una situazione europea del tutto differente. La Francia mentre si liberava dall'invasione inglese cercava di riprendere il primiero influsso così sull'Italia come sullo stato sabaudo; e L. fu costretto a cedere in tutte quelle questioni che il padre non aveva potuto risolvere. Così nel 1445 dovette abbandonare il Valentinois, ma in cambio seppe imporre a Carlo VII la rinuncia ai diritti feudali sul Faucigny. Un grave pericolo per lo stato sabaudo fu offerto dalla persistenza di Felice V a difendere la causa dello scisma contro il papato romano: il re di Francia minacciò persino d'intervenire militarmente in Savoia. Felice V si affrettò allora ad abdicare. Per avere nella corte di Parigi amici e alleati si era ottenuto nel 1436 per il primogenito di L., Amedeo, la mano di una figlia di Carlo VII, Iolanda. Ma per molti anni non si riuscì a influire sulla politica francese. Anzi, quando L. si trovò in grave imbarazzo per le agitazioni della feudalità sabauda, il re di Francia sostenne i nobili profughi contro il duca. E poiché, contro la volontà di Carlo VII, L. acconsentì che la figlia Carlotta sposasse il Delfino, il futuro Luigi XI, il re impose con minacce alla Savoia l'aspro trattato di Cleppié, che ribadiva la supremazia della monarchia sul ducato sabaudo (27 ottobre 1452).
Meno felice ancora fu la politica italiana di L. Nel 1447 alla morte di Filippo Maria Visconti, seguendo le direttive paterne, agì con le armi e la diplomazia per essere riconosciuto signore dai Milanesi. Ma la sua attività non si svolse con continuità ed energia sufficiente e dovette da ultimo riconoscere la signoria di Francesco Sforza su Milano. Così lo stato sabaudo venne ad essere in una difficile posizione tra Francia e Sforza amici e alleati. Più tardi L., che aveva sposato Anna di Lusignano sorella del re di Cipro, procurò al figlio cadetto Ludovico la mano di Carlotta di Lusignano erede di quell'isola (1458) e si sforzò perché il figlio fosse riconosciuto come re di Cipro. Molti sacrifici furono compiuti senza successo definitivo.
Gli ultimi anni del regno di L. furono amareggiati dall'atteggiamento ribelle del figlio cadetto, Filippo di Bresse. L. morì a Lione il 29 gennaio 1465. Gli successe il figlio Amedeo.
Bibl.: S. Guichenon, Histoire généalogique de la royale Maison de Savoye, Lione 1660; F. Gabotto, Lo stato sabaudo da Amedeo VIII ad Emanuele Filiberto, Torino 1892.