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LUDOVICO III Gonzaga, marchese di Mantova

di Romolo Quazza - Enciclopedia Italiana (1934)
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LUDOVICO III Gonzaga, marchese di Mantova

Romolo Quazza

Fu il secondo marchese di Mantova e il terzo di tal nome nella famiglia, dopo Ludovico I podestà di Mantova nel 1328, e Ludovico II signore dal 1369 al 1382. Nacque nel 1414 da Gianfrancesco e da Paola Malatesta; a 19 anni sposò la dodicenne Barbara di Brandeburgo, nipote di Sigismondo imperatore. Venuto in discordia col fratello Carlo, si allontanò dalla corte e si pose ai servigi dei Visconti, contro l'indirizzo politico del padre, il quale lo pose al bando e ottenne il consenso imperiale alla successione di Carlo (1436). Ma in seguito avvenne la conciliazione, auspice Vittorino da Feltre; e nel 1444 L. successe al padre. Alla morte di Filippo Maria Visconti, il Gonzaga si alleò con Venezia contro lo Sforza; ma venne poi a patti col nuovo duca di Milano. L'alleanza doveva essere suggellata da un matrimonio tra Galeazzo Maria, primogenito di Francesco Sforza, e Dorotea figlia di L. Nella lotta tra Venezia e lo Sforza, L. rimase fedele a quest'ultimo, ma la pace di Lodi riconobbe alla repubblica tutti i possessi cui il marchese ambiva, cioè Asola, Lonato e Peschiera.

Nel 1459 il Gonzaga, accordando in Mantova cordiale ospitalità ai convenuti alla dieta, che doveva bandire una crociata contro i Turchi, si cattivò la simpatia di Pio II e dei più alti prelati. Sollecitato dal papa a entrare al suo servizio, egli declinò l'offerta per non urtare troppo la suscettibilità di Venezia. Mantenne con lo Sforza buone relazioni, anche quando vide fallire il matrimonio tra Galeazzo Maria e sua figlia Dorotea. Ma, alla morte di Francesco, temendo che Venezia volesse suscitare una guerra egli le offrì l'opera sua. Avutane una ripulsa, il 1 aprile 1466 sottoscrisse in Mantova una lega col re di Napoli e col duca di Milano. Esplicò un'ultima volta la sua attiva azione politica, quando fu ucciso Galeazzo Sforza il 26 dicembre 1476. Chiamato a Milano da Bona di Savoia, seppe ristabilire l'ordine e momentaneamente assicurare la successione al figlio dello scomparso.

L. morì l'11 giugno 1478, colpito dalla peste, che infieriva in tutto il Mantovano. L., che durante il suo governo aveva riunito nelle sue mani l'intero stato mantovano, divise per testamento, come aveva già fatto il padre, il territorio tra i cinque suoi figli. Da questa divisione, con l'andar del tempo e col ramificarsi della famiglia, sempre più frazionata, risultarono i principati di Castiglione delle Stiviere, di Bozzolo e di Sabbioneta; i marchesati di Gazzuolo, di Luzzara, di Castelgoffredo e le signorie di S. Martino e di Solferino.

Sotto il suo governo la corte mantovana divenne una delle più splendide del Rinascimento. La dimora ducale si arricchì di nuovi appartamenti, di sale dagli ornamenti e dagli affreschi stupendi. Luca Fancelli e Andrea Mantegna vi lasciarono l'impronta del loro genio. Affabile, benigno, amante delle lettere, facile parlatore e appassionato costruttore di edifici, il marchese Ludovico fece bonificare l'Ancona, ora piazza Virgiliana, e molti terreni paludosi. Fece costruire un grande ospedale dedicato a S. Leonardo, il sostegno di Governolo e il canale di navigazione da Goito a Mantova. Furono eseguiti per suo ordine lavori di arginature, livellate e selciate le principali strade; si scavarono acquedotti, fu eretto il tempio di S. Sebastiano e iniziata la basilica di S. Andrea su disegno di L. B. Alberti e sulla torre fatta innalzare nel 1473 venne collocato il famoso orologio del Manfredi. L'industria delle stoffe prese grande incremento e Adamo de' Micheli introdusse l'arte tipografica.

Mantenne relazioni col Guarmo, con Francesco Filelfo, con Bartolomeo Sacchi, detto il Platina, e con tutta un'eletta schiera di grammatici, naturalisti e miniaturisti. Giovan Pietro Arrivabene cantò le gesta di questo principe mecenate in un elegante poema latino Gonzagidos.

Bibl.: A. Bertolotti, Architetti, ingegneri e matematici in relazione coi Gonzaga signori di Mantova nei secoli XV, XVI e XVIII, in Giorn. ligustico, 1889; S. Davari, Il matrimonio di Dorotea Gonzaga con Galeazzo Maria Sforza, in Giornale ligustico, 1890; P. Kristeller, A. Mantegna, Berlino e Lipsia 1902; G. B. Intra, Donatello e il marchese L., in Arch. stor. lomb., 1886; A. Luzio, L'Arch. Gonzaga di Mantova, Verona 1922; G. Fochessati, I Gonzaga di Mantova e l'ultimo duca, Milano 1929; R. Quazza, Mantova attraverso i secoli, Mantova 1933.

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Vocabolario
marchéṡe¹
marchese1 marchéṡe1 s. m. [der. di marca2]. – 1. Nel medioevo, il conte di una marca, cioè di un territorio di confine. 2. Titolo nobiliare che nella gerarchia araldica segue quello di duca; anche la persona investita di tale titolo. Corona...
Disforia di genere
disforia di genere loc. s.le f. Condizione di intensa e persistente sofferenza causata dal sentire la propria identità di genere diversa dal proprio sesso anatomico. ♦ «Come ha appena detto la compagna transgender...». I delegati di fabbrica...
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