NESBITT, Ludovico M
Esploratore, nato a Roma nel 1891 da padre inglese e da madre italiana; morto nel luglio 1935. Laureatosi ingegnere minerario in Inghilterra, nel 1912 andò nel Transvaal, addetto alle miniere d'oro di Johannesburg, dove trascorse quattro lunghissimi anni, rievocati più tardi in un bel volume descrittivo: La febbre dell'oro (Firenze 1933). Fu in seguito negli Stati Uniti, a Cuba, in mezzo ai llanos dell'Orenoco per la delimitazione dei confini del Venezuela e la ricerca del petrolio, in Egitto e nel Sudan. Ai primi del '28, attraverso le provincie dei Beni-Sciangull e del Uollega entrò in Etiopia e il 13 marzo con Tullio Pastori, di Padova, e Giuseppe Rosina, di Trecate, partiva da ponte dell'Auasc, a mezza strada tra Addis Abeba e Dire Daua, per attraversare da sud a nord la grande depressione dancala, ancora inviolata. Il viaggio, svoltosi in una regione compresa tra circa il 10° e il 15° lat. nord e tra i meridiani 40° e 41°30′ est Green., si trascinò per 106 giorni attraverso paurose solitudini e con temperature infernali, e permise al N. di eseguire il rilievo topografico di oltre 50 mila kmq. di terre inesplorate, di studiare le possibilità agricole dell'Aussa e di rintracciare presso la pozza di Tio, nel sultanato del Birù, a 15 giorni dal confine eritreo, il luogo del massacro della spedizione Bianchi. Per questa ardita impresa, narrata dall'esploratore in un ampio volume (La Dancalia esplorata, Firenze 1930), la Società Geografica di Londra gli conferì il premio Murchison. Morì sulle Alpi in un incidente di volo a bordo di un trimotore olandese, mentre si preparava a compiere la traversata del continente nero dal Cairo al Capo in automobile. Dei suoi scritti ricordiamo ancora: La strada dell'Etiopia (Roma 1931), e Desolate Marshes (Londra, New York 1935).
Bibl.: C. Giardini, Italiani in A.O., Milano 1936; C. Zaghi, L'ultima spedizione di G. Bianchi, I, Milano 1930; id., in Nuova Antologia, 1° settembre 1935.