SERGARDI, Ludovico
Poeta satirico, nato a Siena nel 1660 di nobile famiglia, morto a Spoleto il 7 novembre 1726, noto anche sotto lo pseudonimo di Quinto Settano. Si trasferì, verso il 1684, a Roma, dove seguì la carriera degli uffici di corte, sebbene non fosse sacerdote. Fu, tra l'altro, vicario generale di sanità e anche direttore della fabbrica di S. Pietro.
Oltre ad alcune orazioni e relazioni, scrisse versi italiani e latini, nei quali sfogò l'innato umore satirico e battagliero. Di scarsa importanza i primi, che sono capitoli ed epistole contro le donne, gl'ipocriti, e in particolare contro i frati: temi tradizionali della letteratura satirica, svolti senza novità e senza nerbo. Notevolissime invece le satire latine, divulgate con lo pseudonimo, pubblicate la prima volta nel 1694, e poi accresciute e ripetutamente ristampate. Esse destarono, specialmente nella prima metà del Settecento, grande ammirazione anche fuori d'Italia. Sono diciotto sermoni in esametri, scritti fra il 1691 e il 1696, dei quali ben sedici gli vennero ispirati dall'odio violento che nutrì contro Gian Vincenzo Gravina, dipinto, sotto le spoglie di Filodemo, come un mostro da esecrarsi per colpe d'ogni maniera. Non conosciamo esattamente le ragioni di questo odio: forse il Gravina aveva denigrato componimenti poetici del S. Comunque, le satire di Quinto Settano non sono solamente un vigoroso libello; almeno a tratti, egli leva il suo sguardo più in alto e più in largo sui contemporanei, e colpisce con la sua sferza i loro vizî e le loro debolezze: la stessa società curialesca in mezzo a cui viveva offre il fianco alle punture della sua arguzia, che non fu senza efficacia sul Parini. Ma il pregio vero delle sue satire è nel vigore dello stile e nella lingua; egli riesce spesso a fare del latino uno strumento ammirevole di espressione artistica, senza punto asservirsi ai modelli classici.
Bibl.: R. Battignani, Studio su Quinto Settano, Girgenti 1894 (cfr. Giorn. stor. della letter. ital., XXV, pp. 140-143); I. Carini, Le satire di Q. Settano, in Bull. senese di storia patria, I; M. Mandalari, Le satire di L. S., Catania 1894; G. Moroncini, Un prelato epicureggiante del sec. XVII, in Rass. pugliese, XIII; id., Sul classicismo di Q. Settano, Napoli 1895; id., Il curculione di B. Menzini e il Filodemo di L. S., in Rass. pugliese, XIII; D. Bassi, I mss. milanesi delle Satire di Q. Settano, in Bull. senese, III.