STANZANI, Ludovico
– Non si dispone di notizie certe relative alla nascita: verosimilmente oriundo di Roma, Stanzani morì all’età di 88 anni, dettaglio che ne collocherebbe l’anno di nascita nel 1784, sebbene alcune biografie ucraine riportino il 1793. Dal testamento, redatto in russo il 19 giugno 1872, si apprende il nome del padre, Vincenzo.
Sposato con una contessa polacca, la pittrice dilettante Michalina Dziekońska, Stanzani viene talora chiamato Luigi [sic] nelle fonti polacche (Melbechowska-Luty, 1975).
Di professione architetto, il percorso di formazione e studio di Stanzani non è noto. Certo è che nel 1821 fu invitato a Odessa dall’allora governatore della città, il francese Louis Alexandre Andrault de Langéron, membro della massoneria napoleonica. Si deve probabilmente far risalire a quest’epoca l’affiliazione massonica di Stanzani, alla quale alluderebbero il compasso e la squadra presenti nel busto in gesso, a firma dello scultore Guido Galli, conservato presso la Pontificia Insigne Accademia di belle arti e letteratura dei Virtuosi al Pantheon.
Dopo aver lavorato nella regione di Kamianets-Podilskyi (Ucraina meridionale), della quale fu nominato architetto ufficiale nel 1832, Stanzani, dal 1833 al 1847, assunse il ruolo di capo architetto di Kiev, città nella quale realizzò diverse strutture: la chiesa cattolica di S. Alessandro, una parte consistente del quartiere di Lypky e la struttura della locale Università, progettata, nel 1836, assieme a Vincenzo Beretti. Nel 1848 diede le dimissioni dall’incarico di capo architetto di Kiev, ruolo che però continuò a rivestire fino all’arrivo, nel 1849, di un suo sostituto.
Dall’incontro, a San Pietroburgo, di Giuseppe De Fabris – reggente perpetuo della congregazione dei Virtuosi al Pantheon – con i coniugi Stanzani seguì, nel dicembre del 1857, la loro nomina a membri corrispondenti della congregazione.
Collezionista di monete e gemme, Stanzani, vedovo senza figli, destinò nel testamento parte delle sue ricchezze al mantenimento nel secondo ginnasio locale di Kiev di un allievo e, parte, all’istituzione di pensioni per tre allievi dei corsi di architettura, scultura e pittura, presso «l’Accademia di Roma delle Belle Arti detta di S. Giuseppe in via di S. Luca» (Roma, Archivio storico capitolino, Ufficio VI, b. 20, f. 1/2 - [22], Odessa, 23-24 settembre 1872). Quest’ultima designazione, vaga e non rispondente ad alcuna istituzione romana, venne poi intesa essere la congregazione artistica dei Virtuosi al Pantheon. La medesima congregazione dovette ricevere un album di modelli dell’antica architettura russa disegnato da Stanzani e fu depositaria della collezione di monete e gemme da lui riunita e destinata a un non meglio identificato «Gabinetto archeologico di Roma».
Il processo di acquisizione di questa ricca collezione numismatica – costituita da 9251 medaglie e monete antiche, medievali e moderne (romane, bizantine, arabe, polacche, tedesche e russe) accompagnata da una raccolta di 681 pietre (ametiste e crisoliti) – ebbe inizio all’indomani della morte di Stanzani e si collegò alla creazione del Medagliere capitolino (1872), la cui esistenza permise al Comune di Roma di reclamare il legato numismatico.
La risoluzione della vertenza relativa alla destinazione della collezione si ebbe con la consegna legale della cassa contenente il medagliere Stanzani ai Musei Capitolini nel settembre del 1877.
Circa la metà della raccolta Stanzani è costituita da monete arabe – specialmente in argento e bronzo – cosa che la rendeva la seconda più grande collezione privata europea di monete arabe dell’epoca, dopo quella di Frédéric Soret (1795-1865) che contava 5500 esemplari. Gli esemplari romani e bizantini, confluiti nelle collezioni del Medagliere capitolino, non sono attualmente rintracciabili; ben distinto rimase invece il corposo nucleo di monete arabe. Una volta acquisita dal Medagliere capitolino, la collezione Stanzani venne inizialmente affidata, per essere catalogata, al barone Pietro Ercole Visconti, il quale però, dopo poco, ne interruppe lo studio, lasciando i pezzi in disordine e senza identificazione. Nel 2003 la catalogazione degli esemplari arabo-islamici della collezione Stanzani è stata ripresa e ricerche sulla biografia di Ludovico Stanzani sono in corso.
Morì a Kiev il 6 agosto 1872.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Roma, 30 notai capitolini, n. 90 (27 settembre 1877); Roma, Archivio della Pontificia Accademia dei Virtuosi al Pantheon, faldone 1, filza 6, Eredità Stanzani. Corrispondenza epistolare del r.o con. Castiglia relativa ai suoi resoconti – Corrispondenza 1873; Archivio storico capitolino, Commissione archeologica, Medagliere Stanzani; Archivio storico dell’Accademia di San Luca, Stanzani Ludovico, legati, 1634; Archivio storico del Ministero degli Affari esteri, serie D, b. 72, 1856-1899, f. 1256.
P. Savelieff, Numizmaticheskiya zamyetki, in Izvyestiya Imperatorskoy Arkheologicheskoy Komissii (Notizie della Società imperiale di archeologia»), III (1861), coll. 387-421 (in partic. col. 420, n. 4); W. Tiesenhausen, Mélanges de numismatique orientale, in Revue belge de numismatique, XXXI (1875), pp. 329-379 (in partic. p. 379); Gazzetta ufficiale del Regno d’Italia, n. 229, 1° ottobre 1877, p. 4065a; C. Serafini, Ritrovamenti numismatici, in Bullettino della Commissione archeologica comunale di Roma, IV (1891), pp. 3-7 e tavv. I-II; M. Panvini Rosati Cotellessa, Il Medagliere capitolino, in Capitolium, X (1960), pp. 3-12; A. Melbechowska-Luty, Dziekońska Stanzani Michalina, in Słownik artystów polskich i obcych w Polsce działających (zmarlych przed 1966 r.). Malarze, rzeżbiarze, graficy (Dizionario di artisti polacchi e artisti stranieri attivi in Polonia (deceduti ante 1966). Pittori, scultori, incisori), II, Wrocłw-Warszawa-Kraków-Gdańsk 1975, pp. 145 s.; E. Lo Gatto, Gli artisti italiani in Russia, I-IV, Milano 1990-1994, ad ind. (1ª ed., I-III, Roma 1932-1943); H. Waga, Vita nota e ignota dei Virtuosi al Pantheon: contributi alla storia della Pontificia Accademia dei Virtuosi al Pantheon, Roma 1992, ad ind.; M. Varvarcev, Italiitsi v kulturnomu prostori Ukraieny: (kinet 18-20-ti rr. 20st.): istoryko-biohrafichne doslidzhennia: (slovnyk) (Gli italiani nell’ambito culturale dell’Ucraina dalla fine del Settecento al primo ventennio del Novecento. Ricerca storico-biografica. Dizionario), Kyiev 2000, pp. 235 s.; O. Tyshchenko, Alcuni aspetti del contributo degli architetti italiani del classicismo all’architettura dell’Ucraina, in Umanesimo in Ucraina. Atti della Conferenza internazionale, Leopoli... 2002, Treviso 2004, pp. 105-107; M.C. Molinari - V. Piva, A collection of coins from the northern Black sea in the Capitoline coin cabinet, in Ex nummis lux. Studies in ancient numismatics in honour of Dimitar Draganov, a cura di D. Boteva, Sofia 2017, pp. 427-440; V. Tymofiyenko, Zodchi Ukrayiny kintsya XVIII - pochatku XX stolit’. Biohrafichnyy dovidnyk, http://alyoshin.ru/Files/ publika/timofienko/tim_zodchi_032.html#stanzani. Per la collezione numismatica in particolare: A. D’Ottone, Un nucleo di dirham della collezione S. nel Medagliere capitolino, in Bullettino della Commissione archeologica comunale di Roma, CVI (2005), pp. 253-268; Ead., Un secondo nucleo di dirham della collezione S. nel Medagliere capitolino, ibid., CXI (2010), pp. 141-156; Ead., L’eredità S. e la storia dell’omonima collezione attraverso i documenti d’archivio della Pontificia Insigne Accademia di belle arti e lettere dei Virtuosi al Pantheon, in Annali della Pontificia Insigne Accademia di belle arti e lettere dei Virtuosi al Pantheon, X (2010), pp. 193-207; Ead., Oriental coins in the Capitoline museums. Further researches on S. collection history, in Proceedings of the XIV international numismatic Congress... 2009, I-II, a cura di N. Holmes, Glasgow 2011, II, pp. 1807-1812; Ead., L. S.: Freemason architect and coin connoisseur. Notes on his biography and collection, in The 3rd Simone Assemani Symposium on Islamic coins, a cura di B. Callegher - A. D’Ottone, Trieste 2012, pp. 155-174; A. D’Ottone Rambach, «L’affare S.». Documenti inediti dagli archivi romani, in The 4th Simone Assemani Symposium on Islamic coins, a cura di B. Callegher - A. D’Ottone Rambach, Trieste 2015, pp. 243-277.