PASTOR, Ludwig von
Storico, nato ad Aquisgrana il 31 gennaio 1854, morto a Innsbruck il 30 settembre 1928. A Francoforte conobbe lo storico cattolico Johannes Janssen, che lo avviò agli studî storici. Erano gli anni della formazione nel centro cattolico in Germania e del Kulturkampf e il problema storico e dogmatico del papato era allora aspramente discusso. Il giovane P., che, figlio di padre protestante e di madre cattolica, era divenuto fervido cattolico, studiò alle università di Lovanio, Bonn, Berlino, Vienna e Graz, laureandosi in quest'ultima nel 1878 con una dissertazione sui tentativi di riunione della Chiesa sotto Carlo V. Due anni dopo pubblicava la corrispondenza del cardinale Gaspare Contarini durante la sua legazione in Germania, rivelando le sue attitudini alle ricerche archivistiche. Libero docente nel 1881, professore di storia all'università di Innsbruck nel 1886, si accinse all'opera che doveva renderlo celebre, alla storia dei papi dalla fine del Medioevo. Ottenne per primo, da papa Leone XIII, la facoltà di consultare liberamente gli archivî segreti del Vaticano. Investigò pure gli archivî delle biblioteche e archivî pubblici e privati d'Italia e di Europa, dimostrando una straordinaria capacità di lavoro e rara sagacia nello scoprire documenti interessanti. Dal 1901 diresse l'Istituto storico austriaco di Roma; nel 1908 fu creato nobile e nel 1916 barone von Campersfelden; dal marzo 1920 rappresentò la repubblica austriaca presso la Santa Sede.
Il P. cominciò la sua storia con l'epoca moderna, da Martino V (con un'ampia introduzione sul Rinascimento in genere e sul periodo avignonese e del grande scisma) perché i documenti autentici che rimangono del Medioevo non gli apparivano sufficienti per una ricostruzione compiuta, ma soprattutto perché, dal suo punto di vista cattolico, quello che lo interessava maggiormente era il riprendere in esame il papato, così discusso, del Rinascimento e della Riforma,. Il primo volume apparve nel 1886 (9ª ed., Friburgo in B. 1925). Si susseguirono fino al 1926 altri 12 volumi, raggruppati secondo i grandi periodi della storia moderna (Rinascimento, Scisma luterano, Riforma e Restaurazione cattolica, guerra dei Trent'anni, periodo dell'assolutismo). Uscirono postumi la seconda parte del volume XIII (Friburgo 1928), il XIV (ivi 1929-30), il XV (ivi 1931) e il XVI (ivi 1932-33), che conducono la trattazione sino alla morte di Pio VI. (L'intera opera che va quindi dal 1417 al 1799 consta, nell'ed. tedesca, di 22 tomi. Trad. it. dei primi tre volumi, Trento 1890-1895; dell'intera opera, a cura di A. Mercati e P. Cenci, Roma 1908-1934; del Supplemento ai voll. I e II secondo l'ultima edizione tedesca, a cura di A. Mercati, Roma 1931).
Il merito principale della storia consiste nell'abbondanza delle notizie generalmente ben vagliate, che permette al P. di sfatare numerose leggende e calunnie e di far prevalere negli studî un giudizio più equo nei riguardi di alcuni pontefici. Anche gli storici protestanti rimasero impressionati dalla serietà dei suoi metodi, tanto più che egli non mancò di rilevare gli errori e le colpe di alcuni papi del Rinascimento, evitando di dare alla sua opera il tono di un'apologia a qualunque costo. Le luci però prevalgono sulle ombre nel suo quadro, e le critiche, sempre moderate e accompagnate spesso da attenuanti, colpiscono le persone private e non i pontefici come tali. Di sentimenti perfettamente ortodossi, storico gradito alla Santa Sede, esaltatore della grandezza e maestà del papato, il P. ha narrato ciò che i papi fecero per tenere testa ai movimenti intellettuali e politici del loro tempo, ma con una comprensione non profonda di questi movimenti. Di fronte e alla politica degli stati e alle correnti di pensiero (anche religiose, anche cattoliche, che non fossero grate a Roma), il P. rimane per lo più alla superficie: caratteristica, al riguardo, la sua trattazione sul Rinascimento, estesa quantitativamente, ma priva di penetrazione psicologica e ideologica. In generale, in questo tipico cattolico tedesco, si nota lo studio di tenere ben distinti i pontefici dal loro ambiente romano e italiano, di scindere cioè nettamente la storia del papato dalla storia italiana, che egli mostra di non amare.
Il P. alternò il suo lavoro con opere di minor mole, alcune alle quali sono propriamente capitoli estratti dall'opera generale: un saggio sul Savonarola (Friburgo 1898), una storia della città di Roma alla fine del Rinascimento (ivi 1915; 4ª ed., 1925), alcune biografie di cattolici tedeschi (J. Janssen, Friburgo 1892 e Colonia 1924; A. Reichensperger, Friburgo 1899; M. v. Gagern, Kempten 1912; F. Kaufmann, Friburgo 1921; J. B. Heinrich, ivi 1925), due profili di generali austriaci (Conrad v. Hötzendorf, ivi 1916; V. v. Dankl, ivi 1916); pubblicò, oltre a varî atti e documenti inediti, i Decreti dell'Inquisizione romana dal 1555 al 1597 (ivi 1912), descrisse gli affreschi della Cappella Sistina, delle stanze e logge del Vaticano (Friburgo 1925), promosse, con M. Dvorák, la collezione Quellenschriften zur Geschichte der Barockkunst in Rom, compose una serie di profili dei riformatori cattolici del sec. XVI (ivi 1924), curò la pubblicazione delle lettere di J. Janssen e completò la Geschichte des deutschen Volks seit dem Mittelalter, di questo suo primo maestro, corredandola di chiarimenti (ivi 1920).
Una sua autobiografia si trova in Die Geschichtswissenschaft d. Gegenwart in Selbstdarstellungen (voll. 2, 1926).
Bibl.: K. Hoeber, L. P., in Akad. Monatsblätter, 1892; Ph. Dengel, Das österr. hist. Inst. in Rom, Friburgo 1914; L. P. Denkschrift an d. 70. Geburtstag, ivi 1926; Ph. Dengel, L. P., in Hist. Jahrbuch, LI (1929); W. Goetz, L. P., in Hist. Zeitschrift, CXLV (1932), p. 3. Per recenti polemiche sulla composizione e sul valore del volume XVI, v. L. Cicchitto, Il pontefice Clemente XIV, ecc., Roma 1934; e in difesa dell'opera, G. Kratz, e P. Leturia, Intorno al Clemente XIV del barone von Pastor, Roma 1935, e E. Rosa, Intorno al pontificato di Clemente XIV, in Civiltà cattolica, 5 gennaio 1935.