ACQUISTI, Luigi
Scultore, nacque a Forlì nel 1745 o 1747. Comunemente noto con il prenome di Luigi, dovette in realtà chiamarsi Luigi Antonio, se egli stesso così firmava l'A talanta (Milano, Galleria d'arte moderna), se come tale è ricordato dal Reina nella Descrizione dell'Arco della Pace a Milano e se dobbiamo sciogliere in Antonio Acquisti la sigla riportata dal Meyer, non si sa da quale fonte. Scarsissime sono le notizie della sua vita: una nota di G. Bianconi, scritta quando l'A. era ancora operante (1820), lo dice scolaro dei bolognesi F. Balugani e C. Bianconi. Del resto, le sue prime opere note si trovano a Bologna e confermano un'educazione avvenuta nell'ambiente dell'Accademia pontificia, rientrando pienamente nei modi consueti della tradizione settecentesca bolognese di G. Mazza e di A. Piò. Posteriori di poco al 1775 sono i bassorilievi con aquile nella scala della casa Berti (oggi Minutoli-Tegrini) a Bologna, citati dal Bianconi (p. 346) e gli stucchi decorativi del palazzo Zambeccari, oggi Banca popolare di credito (Ricci-Zucchini, p. 207). Poco dopo il 1780 l'A. partecipò al rinnovamento della chiesa di S. Filippo a Forlì con quattro sculture in stucco, l'Umiltà, l'Amore del prossimo, la Carità, il Disprezzo delle cose terrene,da collocarsi nei piloni di crociera. Di non molti anni posteriori sono la decorazione dell'interno di S. Maria della Vita a Bologna, condotta verso il 1787, quando venne terminata la cupola grande sotto la direzione di G. Tubertini (G. Gatti, pp. 186-187) e quella dell'oratorio di S. Giobbe, anch'esso riedificato sotto la direzione di G. Tubertini nel 1788 (G. Gatti, p. 45).Ricercata risulta, perciò, la collaborazione dell'A. nell'opera di ammodernamento di chiese e palazzi bolognesi: tralasciando numerose opere di minore impegno, è da ricordare l'elegante decorazione della chiesa del Crocefisso del Cestello. Non sappiamo esattamente quando l'A. lasciasse Bologna per recarsi a Roma: ma certo ai primi del secolo, se nel 1806 (G. A. Guattani, II, p. 19) aveva già eseguito la decorazione del monumentale scalone di palazzo Braschi con rilievi di soggetto omerico e della storia di Roma. In questo stesso anno l'A. è ancora ripetutamente ricordato dal Guattani, e alla data del 22 giugno, riportandosi una sua lettera di carattere professionale sulla tecnica della preparazione dei modelli in scultura, viene detto "eccellente modellatore". Del resto proprio intorno al 1806 è da collocarsi tutta la produzione romana dell'Acquisti. In quell'anno, ancora il Guattani (I, p. 13; II, pp. 113-114) ci dà notizia di quella che venne considerata come l'opera di maggior successo dell'A.: commessagli dal conte G. B. Sommariva, del quale scolpì un ritratto semicolossale: il gruppo allegorico della Pace,noto anche come Marte e Venere (Cadenabbia, villa Carlotta). Accanto ad essa (Guattani, II, pp. 115-116) sono citate una Vestale e un'Atalanta, da identificarsi quest'ultima con la scultura conservata nella Galleria d'arte moderna di Milano, firmata A. s. Acquisti s.t.. Infine in quello stesso anno (Guattani, II, p. 19) l'A. terminava il grande rilievo in stucco con S. Giuseppe Calasanzio che presenta dei fanciulli alla Madonna, per l'altar maggiore di S. Pantaleo, mentre era ancora in lavorazione il delicato fregio della facciata. A Roma, dove entrò a far parte dell'accademia di S. Luca (15 maggio 1803), lo stile dell'A. subì una sostanziale trasformazione, avvicinandosi a quell'interpretazione - eminentemente archeologizzante e coltivata - che, ad esempio, il Thorvaldsen dava delle raffinate eleganze canoviane. Questo suo aggiornarsi aumentò senza dubbio la fama dell'A., sì che venne chiamato a Milano per partecipare alla grande impresa della decorazione della facciata del duomo. All'A. sono da attribuirsi (Nebbia, p. 275) il David, il Profeta Gioacchino, un altro Profeta, eseguiti nel 1809, e la Legge Mosaica del 1810 (cfr. Annali della Fabbrica del Duomo di Milano..., VI, pp. 270, 272-273). L'A. dette la sua opera anche per la decorazione dell'Arco del Sempione, detto poi della Pace: a lui sono dovute la Storia e la Poesia, oltre ai rilievi raffiguranti il Congresso di Praga e l'Entrata di Francesco I a Vienna. Queste ultime opere avrebbero dovuto rappresentare in origine rispettivamente I Comizi di Lione e L'ingresso di Napoleone a Milano. Iniziate e forse anche parzialmente eseguite tra il 1807, anno di fondazione dell'Arco, e il 1814, anno in cui, per la caduta di Napoleone, l'opera fu interrotta, esse vennero rilavorate dallo stesso A. dopo il 1822, quando la costruzione del monumento venne ripresa dedicandosi l'Arco a Francesco I d'Austria. Ma l'A. morì a Bologna il 10 dic. 1823, prima di condurre a termine il rilievo del Congresso di Praga, compiuto poi da F. Somaini. Negli ultimi anni della sua vita aveva fatto due modelli per le statue di Nicolò IV, fondatore del duomo di Orvieto e di Pio VI, autore dei restauri della stessa chiesa (Fumi, p. 102, nota 1).
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio dell'Accademia di S. Luca, Registro delle Congregazioni, 1803, 15 maggio; vol. 182, n. 8; G. Gatti, Descrizione delle più rare cose di Bologna, Bologna 1803, pp. 45, 186-187; G. A. Guattani, Memorie enciclopediche romane sulle Belle Arti, Roma 1806, I, p. 13; 11, pp.19, 41, 113-114, 116-118; Marte e Venere rappresentante la Pace, Gruppo di L. A., scultore bolognese, Roma 1807; M. Vasi, Itinerario istruttivo di Roma antica e moderna, II, Roma 1819, p. 330; Nuova descrizione del Duomo di Milano, Milano 1820, pp. 14, 15; G. Bianconi, Guida del Forestiere per la Città di Bologna, Bologna 1820, pp. 101, 223, 266, 269, 346, 374, 449; D. Sacchi, L'Arco della Pace a Milano, Milano 1838, pp. 21, 22, 43, 48, 62; G. Reina, Descrizione dell'Arco della Pace in Milano, 5 ediz. con correzioni e aggiunte di D. Maglia, Milano 1856, pp. 10, 11, 12; A. Caimi, Delle arti del disegno e degli artisti nelle provincie di Lombardia dal 1777 al 1862, Milano 1862, p. 164; G. Casali, Guida per la Città di Forlì, Forli 1863, pp.8, 36; C. Mongeri, L'arte in Milano, Milano 1872, pp.518, 521; Annali della Fabbrica del Duomo di Milano dall'origine fino al presente, VI, Milano 1883, pp. 270, 272; L. Fumi, Il Duomo di Orvieto, Roma 1891, p. 102; E. Calzini-G. Mazzatinti, Guida di Forlì, Forlì 1893, pp. 22, 99; U. Nebbia, La scultura del Duomo di Milano, Milano 1908, pp. 225-226, 261, 275; A. Michel, Histoire de l'art, VIII, Paris 1925, p. 197; C. Ricci-G. Zucchini, Guida di Bologna, Bologna 1930, pp. 20, 41, 72, 79, 91, 134, 135, 192, 201, 207; A. Mambelli, I Forlivesi illustri nel Risorgimento nazionale, Forlì 1936, p. 1; La Galleria d'arte moderna. Le sculture, catalogo a cura del Comune di Milano, Milano 1938, pp. 1-2; R. Buscaroli, Forlì, Predappio, Rocca delle Caminate, Bergamo 1938, p. 71; A. Caldenini-R. Paribeni, Milano, Roma 1951, p. 202; E. Lavagnino, L'arte moderna dai neoclassici ai contemporanei, I, Torino 1956, pp. 184-186; M. Fabi, Nuovissima guida di Milano, Milano s.d., pp. 12, 28; G. K. Nagler, Neues allgem. Künstler-Lexicon, I, p. 13; J. Meyer, Allgem. Künstler-Lexikon, I, p. 55;U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lex. der bild. Künstler, I, p. 54; Encicl. Ital., I, p. 422.