ADEMOLLO, Luigi
Pittore e incisore (di cognome Adamolli mutato poi in Ademollo) nacque a Milano il 30 aprile 1764, e ivi frequentò l'Accademia di Belle Arti; a diciotto anni si recò a Roma e vi si infervorò per l'antichità classica e per le teorie accademiche, acquistandosi ben presto una certa rinomanza come freschista. Chiamato nel 1789 a Firenze ad eseguire la decorazione (rinnovata poi nel 1814) del Teatro della Pergola, dovette più tardi stabilirvisi per il gran numero di lavori che gli vennero chiesti da tutta la Toscana; e in Firenze morì l'11 febbraio 1839. Dotato di vasta se non profonda erudizione archeologica e letteraria, di fecondissimo ingegno, di grande facilità di mestiere (oltre l'affresco usò anche d'una sua specie d'encausto), l'A. eseguì un numero assai notevole di decorazioni sacre e profane, di gusto essenzialmente accademico, e nelle quali la parte ornamentale è scarsissima e preponderante la figurazione biblica, eroica o storica, composta con sbalorditiva abilità, ma con deficente chiarezza e non senza affollamenti farraginosi, condotta poi con disegno trascurato e spesso scorretto, con colorito fiacco e sgradevole. Le medesime qualità e i difetti medesimi compaiono nelle circa quattrocento acqueforti a guisa di disegno acquerellato, incise tra il 1794 e il 1827, con soggetti tolti dalla Bibbia e dal Vangelo, dai poemi omerici, dall'Eneide e dalla Gerusalemme Liberata, dalla storia greca e romana, o ispirati agli spettacoli dell'antica Roma. Delle molte sue pitture, sopra tutto murali, ricorderemo: a Firenze, la cappella terrena di Palazzo Pitti e le sale della Musica e delle Reliquie nella Galleria palatina, la cappella dell'Assunta all'Annunziata, e decorazioni diverse nei palazzi Capponi, Giuntini, Pucci, ecc.; a Lucca, la Sala delle Guardie nel palazzo provinciale; a Pisa, sale diverse del palazzo Scotto-Corsini; a Livorno, la cappella della Concezione nel Duomo, e il Teatro di San Marco; ad Arezzo, la cappella della Madonna del Conforto nel Duomo; a Siena, sale diverse dei palazzi Bianchi-Bandinelli, Sozzini, Malavolti, Sergardi, Biringucci, ecc. Inoltre pitture innumerevoli in chiese e ville della Versilia e della Lucchesia, del Fiorentino e dell'Aretino, del Senese e del Volterrano, e fin della Val Tiberina.
Suo nipote, Carlo Ademollo, nato a Firenze nell'ottobre del 1825 e quivi morto il 14 luglio 1911, fu allievo del Bezzuoli all'Accademia di Belle Arti, frequentò la brigata del caffè Michelangiolo, ma non aderì al movimento macchiaiuolo. Dedicatosi specialmente alla pittura di soggetto patriottico, per eccezione al paese ed al ritratto, eseguì numerose opere che ebbero un buon successo momentaneo, e nelle quali non mancano anche buone qualità pittoriche. Ricorderemo, tra l'altro: l'Incontro di Vittorio Emanuele e di Garibaldi a Teano e la Breccia di Portn Pia. Nel Museo del risorgimento a Firenze si vedono di lui l'Ultimo assalto a San Martino e Pasquale Cova alla battaglia di Varese, e nella pinacoteca di Arezzo un Episodio della battaglia di San Martino.
Bibl.: Esaurienti notizie biografiche su L. A. si trovano in A. Ademollo, Gli spettacoli dell'antica Roma, Firenze 1837. Per le incisioni, cfr. Catalogo delle tavole ecc. incise ad acquaforte da L. A., Firenze 1837.