ALDROVANDI MARESCOTTI, Luigi
Conte di Viano, nacque a Bologna il 5 ott. 1876 da Pietro e da Giuseppina di Marsano, di famiglia patrizia bolognese nota sin dal sec. XII. Laureato in giurisprudenza presso l'università di Bologna (5 luglio 1897) entrò nella carriera consolare il 14 febbr. 1900 in seguito ad esame di concorso con qualifica di applicato volontario.
Destinato a Costantinopoli (24 febbr. 1900), viceconsole di terza classe (7 apr. 1901) fu destinato a San Paolo il 6 apr. 1902, quindi a Campinas (28 luglio 1902). Collocato a disposizione del ministero (23 febbr. 1905), venne destinato a New York il 14 marzo 1905. Fu promosso viceconsole di prima classe il 14 febbr. 1906 e console di seconda classe il 5 ag. 1907. Trasferito a New Orleans (17 ott. 1907), fu poi reggente della legazione in Caracas dal marzo 1908 al luglio 1909, quando venne destinato a Filadelfia (29 luglio). Chiamato a prestar servizio al ministero (5 febbr. 1911), fu delegato alla IX conferenza internazionale della Croce rossa in Washington (maggio 1912). Fu in seguito nominato primo segretario di legazione (2 febbr. 1913), consigliere di legazione di terza classe (5 giugno 1913), cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro (12 giugno 1913) e consigliere di legazione di seconda classe dal 29 giugno 1914.
Segretario della Commissione internazionale di Parigi per le questioni finanziarie ed economiche relative al nuovo assetto degli stati balcanici (maggio 1913), nel novembre 1913 fu destinato all'ambasciata di Vienna e vi fu incaricato d'affari in assenza dell'ambasciatore duca G. Avarna all'inizio del 1914; fu quindi attivo in questa sede nel periodo della crisi internazionale che nel luglio-agosto 1914 provocò la conflagrazione mondiale.
Richiamato da Vienna per assumere l'ufficio di capogabinetto del nuovo ministro degli Esteri S. Sonnino, che ve lo aveva richiesto, vi succedeva a G. De Martino: avrebbe mantenuto tale incarico dall'8 nov. 1914 al 29 giugno 1919, durante l'intero arco politico sonniniano.
Sul periodo, e sulle delicatissime incombenze che in esso fu chiamato ad espletare, l'A. ha scritto due libri che raccoglievano saggi già apparsi sulla Nuova Antologia: Guerra diplomatica. Ricordi e frammenti di diario (1914-1919), Milano 1936, e Nuovi ricordi e frammenti di diario per far seguito a Guerra diplomatica (1914-1919), ibid. 1938: opere il cui interesse memorialistico è accresciuto dal frequente impiego di inedita documentazione ministeriale; tanto più che, ad oltre vent'anni dalle vicende trattate, l'A. era in grado di portare autorevole testimonianza su numerose e rilevanti questioni relative alla condotta della guerra ed all'atteggiamento dei protagonisti politici, specie circa i criteri prevalsi da parte italiana, spesso per rettificare asserzioni correnti o per integrare un quadro di ragioni. Ciò egli fa in atteggiamento pacatamente ma energicamente apprezzativo di Sonnino, del quale mancavano, sino alla scoperta recente, i diari politici. Si rilevano alcune asprezze di giudizio nei confronti di L. Bissolati e, più marcate, di F. S. Nitti.
Ufficiale dei SS. Maurizio e Lazzaro (8 giugno 1916), consigliere di legazione di prima classe (31 ag. 1916), commendatore della Corona d'Italia (21 dic. 1916), l'A. fu con V. Scialoja membro della commissione interalleata inviata in Russia all'inizio del 1917 per riscontrare e possibilmente promuovere le condizioni per una rinnovata partecipazione russa alla guerra, mentre giungevano notizie allarmanti sulla instabilità politica che preludeva all'abdicazione dello zar (15 marzo) ed alla rivoluzione in quel paese.
A tale argomento è dedicato il capitolo intitolato "Con la missione interalleata in Russia (9 gennaio-3 marzo 1917) - capitolo III di Guerra diplomatica -, cui l'A. allega il rapporto sulla missione da lui redatto per Sonnino al rientro. Ugualmente ricche di indicazioni sono le testimonianze relative al convegno interalleato di San Giovanni di Moriana (19 apr. 1917) ed a quelli di Rapallo e di Peschiera del 6, 7 ed 8 novembre, utili ad integrare le succinte memorie di V. E. Orlando.
A San Giovanni di Moriana l'Italia aveva chiesto una congrua partecipazione agli accordi di spartizione dei territori ottomani dell'Asia Minore intervenuti tra Francia, Russia e Gran Bretagna fin dal marzo-aprile 1915, ai quali l'Italia non aveva partecipato. All'ordine del giorno era anche la definizione di una linea comune nei confronti della debole politica greca di re Costantino, incapace di proteggere l'armata d'Oriente; inoltre, di particolare interesse per l'Italia, la definizione di una linea di assoluto rifiuto nei confronti di tentativi austriaci rivolti a Francia ed Inghilterra dall'imperatore Carlo per il tramite del principe Sisto, intesi ad ottenere una pace separata: in tale questione Sonnino assumeva un atteggiamento assai rigido in vista delle prevedibili implicazioni negative per l'Italia. I convegni interalleati di Rapallo e di Peschiera, successivi allo sfondamento di Caporetto (trattati al capitolo IV di Guerra diplomatica), ebbero all'ordine del giorno la richiesta italiana di una adeguata assistenza militare che consentisse di riorganizzare il fronte italiano su cui si esercitava la pressione congiunta degli Imperi centrali ora alleggeriti dell'impegno sul fronte orientale a seguito del ritiro russo dalla guerra, e che minacciavano di dilagare nella pianura padana. Si istituiva in quella circostanza un Consiglio supremo di guerra interalleato inteso ad un migliore coordinamento dell'azione militare.
Inviato straordinario e ministro plenipotenziario di seconda classe dal 21 febbraio 1918, nell'ottobre di quell'anno fu nominato membro della Commissione del dopoguerra per la sezione 22/a (emigrazione). Segretario generale della delegazione italiana alla conferenza della pace di Parigi e segretario per l'Italia nel Consiglio supremo degli alleati (il cosiddetto Consiglio dei quattro, composto da V.E. Orlando, G. Wilson, D. Lloyd George e G. Clemenceau), dal 19 apr. 1919 partecipò alle riunioni verbalizzando le discussioni.
Tale verbalizzazione resta del massimo interesse, costituendo, accanto a quelle dell'interprete Manteux e del segretario ufficiale sir Maurice Hankey, la terza fonte diretta per seguire lo svolgimento delle discussioni, sia pure limitatamente alle questioni italiane. Nella registrazione l'A. usa la forma diretta e non tralascia di sottolineare il tono con cui certe dichiarazioni venivano fatte ed i gesti che le accompagnavano, così che il confronto fra queste annotazioni e quelle di Hankey (pubblicate integralmente nella raccolta dei documenti diplomatici americani) riveste una certa utilità, tuttavia senza divergenze di reale rilievo.
Commendatore dei SS. Maurizio e Lazzaro (motu proprio del 10 nov. 1919), dopo la ratifica del trattato di Versailles fu inviato con credenziali d'incaricato d'affari a riprendere le relazioni diplomatiche con la Germania: resse l'ambasciata di Berlino dal 16 genn. al 18 apr. 1920. Fu successivamente ministro all'Aja (19 febbr. 1920), quindi a Sofia (1º sett. 1920), al Cairo (10 marzo 1923), ed ambasciatore a Buenos Aires (18 nov. 1923).
Inviato straordinario e ministro plenipotenziario di prima classe dal 16 marzo 1924; grande ufficiale dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia (motu proprio del 26 luglio 1924); ambasciatore dal 29 giugno 1924; cavaliere di gran croce dell'Ordine della Corona d'Italia (motu proprio del 1º luglio 1924); grande ufficiale dei SS. Maurizio e Lazzaro (7 febbr. 1926), fu ancora ambasciatore a Berlino dal 1º marzo 1926 al 14 dic. 1929, in periodo contrassegnato dalla adesione tedesca alla diplomazia di Locarno, cui il governo italiano si adattava assai malvolentieri, dato che la garanzia delle frontiere occidentali della Germania lasciava maggior spazio ad un revisionismo germanico nella regione sud-orientale d'Europa, dove influenza ed interessi italiani erano preminenti.
Posto a disposizione del ministero dal dicembre 1929 e confermato in tale posizione dal 14 dic. 1930, rappresentò l'Italia nelle commissioni internazionali per la Manciuria (1932) e per il Chaco (1933-34). Fu quindi delegato italiano per l'incidente di Ual-Ual (1935) e primo delegato italiano alle conferenze di Montreux e di Bruxelles (1937). Fu senatore del Regno dal 24 aprile 1939.
Partecipò al secondo convegno nazionale per gli studi di politica estera organizzato dall'ISPI e tenutosi a Milano il 2, 3 e 4 giugno 1938 con una relazione generale dal titolo "Interessi e direttive delle Potenze nel Pacifico", che esprimeva giudizi cauti e realistici nei confronti del triangolo Tokio-Berlino-Roma recentemente stabilito.
L'A. morì a Roma il 9 luglio 1945.
Fonti e Bibl.: G. Stresemann, La Germania nella tormenta. Diari e doc., III, Milano 1933, ad Indicem; Ministero degli Affari Esteri, I documenti diplom. italiani, s. 5 (1914-1918), I-IX, Roma 1954-1983; s.6 (1918-1922), I-II, ibid. 1956-1980; s. 7 (1922-1935), I-IX, ibid. 1953-1981, ad Indices; P. Alatri, Nitti, D'Annunzio e la politica adriatica, Milano 1959, ad Indicem; V.E. Orlando, Memorie (1915-1919), Milano 1960, ad Indicem; M. Toscano, Storia dei trattati…, I, Torino 1963, ad Indicem; C. Seton Watson, Storia d'Italia dal 1870…, Bari 1967, ad Indicem; G.P. Carocci, La politica estera dell'Italia fascista (1925-1928), Bari 1969, ad Indicem; A. Salandra, Iretroscena di Versailles, Milano 1971, ad Indicem; S. Sonnino, Carteggio 1914-1916 e Carteggio 1916-1922, Bari 1974-1975, ad Indices; G. Candeloro, Storia dell'Italia moderna, VIII, Milano 1978, ad Indicem. Alcune informazioni utili sono in: S. Cilibrizzi, Storia parlamentare, politica e diplomatica…, V, (1914-1916), Napoli 1940; VI, (1916-1917), ibid. 1943; VII, (1917-1918), Roma s.d.; VIII, (1918-1920), ibid. s.d.: v. l'indice generale nell'VIII volume. Vedi inoltre: Annuario diplomatico del Regno d'Italia per l'anno 1931, Roma 1931, pp. 234 s.; Chi è?, Roma 1940, ad vocem; Enciclopedia Italiana, App., Roma 1948, ad vocem.