CAPPELLINI, Luigi Alfredo
Nato a Livorno il 31 dic. 1828 da Gaetano e da Riccarda Rigoli, nel 1842 entrava nel collegio della R. marina sarda a Genova, uscendone guardiamarina nel 1848, dopo aver fatto nel '46 e nel '47 due campagne d'istruzione sulla corvetta a vela "Aurora". Nel '48 partecipava alla campagna di guerra in Adriatico, a bordo della corvetta a vela "Aquila" da 24 cannoni, in forza alla 2ª divisione della squadra sarda, restando però deluso, come del resto buona parte dei giovani ufficiali e degli equipaggi, per la condotta delle operazioni, specie durante il blocco di Trieste. Dopo aver fatto una campagna d'istruzione nel Mediterraneo centrale e occidentale sulla fregata a vela "Des Geneys", superava gli esami a sottotenente di vascello, dimostrando buona conoscenza della condotta in combattimento di una nave da battaglia.
Nel 1855-56 il C. fece la campagna di guerra di Crimea, a bordo della pirofregata a ruote "Governolo", addetta al comandante della spedizione e alle truppe a sua disposizione. Nel 1860, col grado di tenente di vascello, dapprima comandò la pirocannoniera corazzata "Curtatone" del governo provvisorio di Toscana; quindi, di nuovo nei quadri della R. marina sarda, comandò la cannoniera ad elica "Veloce" da 40 cavalli e 274 tonnellate. Con questa partecipò al blocco ed all'assedio della fortezza di Gaeta (operazioni alla foce del Garigliano, bombardamento della batteria del Torrion francese ai piedi di monte Orlando) meritandosi la medaglia d'argento (r.d. 19 maggio 1861). Promosso il 12 sett. 1861 capitano di fregata di seconda classe, ebbe il comando della fregata a vapore "Archimede", ex borbonica, che, con la flotta napoletana, era stata aggregata da Garibaldi il 7 nov. 1860 alla R. marina sarda. Promosso alla prima classe, passò al comando della nuova pirocannoniera corazzata "Palestro", sulla quale il 20 luglio 1866, nella battaglia di Lissa, trovò la morte. Ebbe la medaglia d'oro alla memoria (r.d. 1º ag. 1866).
La "Palestro" stazzava 2.200 tonnellate ed era armata di quattro cannoni da mm 200, due rigati e due lisci. La mattina del 20 luglio, quando le corazzate della divisione Vacca, che dovevano costituire la riserva, ma che, nello schieramento in linea di fila assunto dalla flotta italiana, si trovavano all'avanguardia, aprirono il fuoco contro le navi austriache, la "Palestro" era al centro dello schieramento, tra la "Re d'Italia" e la "San Martino" con le quali formava la divisione Faà di Bruno. Le navi austriache manovrarono subito contro il centro italiano: mentre la "Re d'Italia" era circondata, ed in seguito affondata, la "Palestro", arretrata per la minor velocità, cercando di serrare in aiuto era soverchiata dal tiro convergente. Evitato abilmente lo speronamento da parte dell'ammiraglia austriaca, che investì di striscio i quartieri di poppa spezzando l'albero di mezzana, la "Palestro" era centrata da una bordata, causa tra l'altro di un incendio a poppa. Incrementandosi questo per il carbone di riserva ammucchiato sui ponti, ed estendendosi al centro, il C. faceva mettere la prua al vento per rallentare le fiamme e ordinava di allagare la santabarbara. Mentre la "Governolo", mandata in aiuto, e sulla quale erano stati trasbordati i feriti, procedeva ai preparativi per il traino, la "Palestro" saltava in aria affondando subito.
Bibl.: A. Vismara, E.Faà di Bruno e A. C. eroi di Lissa, Alessandria 1891; D. Guerrini, Lissa 1866, Torino 1907, passim; S.Romiti, Le marine militari ital. nel Risorgimento (1848-1861), Roma 1950, ad Ind.; G. Stefani, La flotta sardo-veneta e il blocco di Trieste, in La Venezia Giulia e la Dalmazia nella rivol. naz. del 1848-49, II, Trieste 1950, pp. 11 s.; C. Manfredi, La spediz. sarda in Crimea nel 1855-56, Roma 1956, passim; A. Iachino, La campagna navale di Lissa 1866, Milano 1966, passim.