Melegari, Luigi Amedeo
Giurista e uomo politico (Castelnuovo di Sotto, Reggio Emilia, 1805 - Berna 1881). Figlio di poveri agricoltori, conseguì la laurea in giurisprudenza a Roma. Maestro di scuola, partecipò ai moti del 1831 nel ducato di Parma. Costretto all’esilio, si rifugiò a Marsiglia, dove conobbe Mazzini e si affiliò alla Giovine Italia. Partecipò al tentativo d’invasione della Savoia del febbraio 1834 e il 15 aprile successivo firmò con Mazzini il patto di fratellanza della Giovine Europa. Trasferitosi a Losanna, prese gradualmente le distanze dall’azione rivoluzionaria, pur mantenendo, fino al 1848, buone relazioni con Mazzini. Nella città svizzera ottenne un insegnamento all’università e dal governo cantonale ebbe incarichi nella compilazione del Codice penale (1843), di quello di procedura civile e di un progetto di costituzione (1844). Nel 1846 perse la cattedra e si trasferì a Parigi. Due anni dopo tornò in Italia e fu nominato professore di Diritto costituzionale all’università di Torino. Conservò la cattedra fino al 1860, quando venne nominato consigliere di Stato. Fu uno dei più autorevoli costituzionalisti del Regno subalpino, contrario al progetto di una costituente, propugnato tra gli altri da Mazzini, e sostenitore invece del principio dell’«onnipotenza parlamentare», vale a dire del potere delle Camere di modificare lo Statuto, fatta salva la forma monarchico-rappresentativa. Fu deputato dal 1849 al 1862, nello schieramento di centro-sinistra, e, da quell’anno, senatore. Nel marzo del 1862 fu designato segretario generale all’Interno nel governo Rattazzi e nel 1867 venne inviato come ministro plenipotenziario a Berna. Dal marzo 1876 al dicembre 1877 fu ministro degli Esteri nel governo Depretis. Tra le sue pubblicazioni più rilevanti figura Question de Menton et de Roccabruna (1857).