AMICI, Luigi
Scultore, nato a Jesi nel 1817. Venuto a Roma fanciullo, fu ammesso nell'Ospizio di S. Michele, dove studiò disegno sotto il pittore e incisore Francesco Giangiacomo. Questi, vedendo la passione dell'A. per la plastica, lo fece accogliere nello studio di Adamo Tadolini. Le prime opere del giovane marchigiano furono ritratti, lodati per la vivacità e morbidezza dallo stesso Lorenzo Bartolini: ottimi il busto di Pellegrino Rossi, del principe e della principessa del Drago, del duca di Granata, ecc. La prima statua fu un Dio Pan, poi la Madre pompeiana che fuggendo sotto la pioggia di lapilli stringe al seno il suo pargolo, e, pel cimitero di Montevideo, la grande figura d'un Colono uruguaiano appoggiato al badile, allegoria dei pionieri che primi fecero fecondi quei territorî. Per l'Ospizio di S. Michele scolpì il busto del suo maestro Giangiacomo, con la statua della Riconoscenza che appoggiata al piedestallo svolge un foglio dove sono incisi i nomi dei maggiori discepoli del Giangiacomo: Mercuri, Calamatta, Amici, Pazzi. Vinta su trenta concorrenti la gara pel monumento a Gregorio XVI in S. Pietro, lo terminò nel 1854. Sul basamento stanno la Sapienza e la Prudenza; nel mezzo, un bassorilievo con l'Allegoria della propagazione della Fede; in alto Gregorio XVI seduto, in atto di benedire; opera fredda e dura, ma, al confronto delle sculture più tardi ammesse nella basilica, ancora degna e solenne, specie nel ritratto del papa. Accademico di S. Luca dal 27 aprile 1866, morì a Roma nel 1897. Da più anni non lavorava. Il suo scolaro più noto fu lo scultore romano Giovanni Biggi (1845-1913), allora ammiratissimo pei piccoli ritratti di illustri contemporanei: Terenzio Mamiani, Gino Capponi, Niccolò Tommaseo, Cesare Cantù, il Rattazzi, l'Aleardi, il Prati, l'architetto Vespignani, i pittori Minardi e Mariani, lo scoltore Tenerani, l'incisore Mercuri, ecc. Il Biggi scolpì nel 1882 per la facciata del Palazzo delle belle arti a Roma le statue della Pittura e della Scultura.