GABBA, Luigi Angelo
Nacque a Milano il 2 ag. 1841 da Melchiade, professore di belle lettere, e da Maria Cavezzali, quinto di sette figli. Frequentò la scuola di chimica della Società di incoraggiamento d'arti e mestieri, dove insegnava L. Chiozza, e con questo collaborò per due anni. Si iscrisse poi all'università di Pavia quale praticante di farmacia. Dal 1861 al 1866 insegnò fisica e chimica nell'istituto agricolo di Corte Palasio, presso Lodi; contemporaneamente frequentò i laboratori di Milano e di Pavia e compì viaggi di studio in Germania e in Inghilterra. Nel 1866 si laureò in scienze fisiche e chimiche nell'Università di Pisa; subito dopo, scoppiata la terza guerra d'indipendenza, si arruolò nelle file dei volontari garibaldini combattendo nel Trentino, in particolare a Bezzecca.
Negli anni 1867-68, con una borsa di studio, frequentò a Berlino il laboratorio del Gewerbe-Institut, lavorando sotto la guida di A. von Bayer a ricerche di chimica organica; altre ricerche di chimica organica effettuò poi nel laboratorio privato di A.W. Hofmann. Nel 1869 divenne titolare di chimica e merceologia nell'istituto professionale di Treviso e successivamente di chimica nella scuola professionale di Brescia, di cui fu direttore dal 1870.
Nel 1872 fu nominato professore straordinario di chimica generale e tecnologica nell'istituto tecnico superiore (divenuto poi politecnico) di Milano. Quando nel 1883 la cattedra fu divisa in due - chimica generale e chimica tecnologica - il G. optò per quest'ultima e la tenne con la direzione del relativo laboratorio fino al 1914, data del suo collocamento a riposo.
Il G. morì a Milano il 2 ag. 1916.
L'opera didattica del G. fu varia e complessa, tutta imperniata sui più recenti sviluppi teorici e applicativi della chimica, caratterizzata dall'emancipazione da nozioni empiriche e tradizionali per diventare una vera scienza esatta, filtro-barriera a tutto ciò che non presentava caratteristiche di riproducibilità, interpretabilità razionale e organicità. Il G. fu anzitutto rigoroso divulgatore in Italia di alcune scoperte basilari della chimica e di numerose applicazioni industriali che negli anni in cui operò erano state realizzate nelle nazioni europee più progredite.
Per quanto riguarda la teoria, si interessò del concetto di valenza, del concatenamento degli atomi di carbonio nelle molecole organiche e in particolare in quelle aromatiche, della stereoisomeria. Nel settore applicativo divulgò la sintesi dell'essenza di mandorle amare (subito industrializzata), dell'essenza di cannella, della vaniglina, di vari coloranti organici (colori d'anilina, indaco, alizarina), di numerosi medicinali (acido salicilico, antipirina, fenacetina, salolo), nonché nuovi metodi analitici. Seguì con estremo interesse le ricerche di J. Liebig sulla nutrizione dei vegetali e ne illustrò i risultati pratici nel suo corso di chimica agraria.
Notevole anche il contributo del G. all'igiene pubblica. Come assessore all'igiene del Comune di Milano progettò il laboratorio chimico municipale della metropoli lombarda, primo in Italia, che molto operò per la repressione delle frodi alimentari. Contribuì inoltre al rinnovamento igienico della città dedicandosi ai problemi dell'acqua potabile, delle fognature, delle industrie insalubri, del macello, dei cimiteri.
Particolare cura dedicò ai problemi della didattica; soprattutto insistette sull'insegnamento della chimica tecnologica nelle scuole tecniche e nelle università, sottolineando l'importanza della parte sperimentale, assai più curata in Germania che in Italia, e dell'abbinamento fra insegnamento e ricerca scientifica.
È ancora da ricordare che egli si fece promotore, nel 1870, della costituzione di un'associazione dei chimici italiani; dopo molti anni, nel 1895, venne costituita la Società chimica di Milano (di cui fu vicepresidente e poi presidente), mentre la Società chimica italiana nacque soltanto nel 1908. Fu anche cofondatore (1870) della Gazzetta chimica italiana.
Il G. è noto soprattutto per tre opere: il Trattato di analisi chimica generale ed applicata (I-II, Milano 1880-81), il Trattato elementare di chimica generale, inorganica ed organica (ibid. 1883; ebbe tre edizioni), e il Manuale del chimico industriale (ibid. 1889; furono pubblicate varie edizioni: la 6ª fu riveduta e ampliata da E. Molinari).
Accanto a queste opere ebbero buona diffusione due manuali Hoepli: L'industria della seta (ibid. 1878) e Falsificazione e adulterazione delle sostanze alimentari (ibid. 1884). Tra le numerose pubblicazioni riguardanti questioni tecniche e didattiche sono da ricordare: Le università tedesche e l'insegnamento della chimica, Treviso 1870; Sulla conservazione delle sostanze organiche (alimentari), in Rend. dell'Istituto lombardo di scienze e lettere, IX (1876), pp. 714-718; Sui processi d'indagine dei grassi e in particolare sull'assaggio dell'olio d'oliva, ibid., XIX (1886), pp. 656 ss.; Una nuova proprietà del cloruro ferrico e sue applicazioni pratiche, ibid., XXII (1889), pp. 238 s.; Le condizioni dell'insegnamento della chimica tecnologica in Italia, ibid., XXXVII (1904), pp. 734-744; Su alcuni risultati della sintesi chimica, in Atti della Soc. ital. di scienze naturali, XXXVII (1897), pp. 98-102.
Il G. tradusse inoltre il Trattato pratico di chimica agricola di Th. Anderson (Milano 1864), l'Introduzione alla chimica moderna di A.W. Hofmann (ibid. 1869) e il Trattato di chimica generale di H.E. Roscoe e C. Schorlemmer (ibid. 1887).
Fonti e Bibl.: Milano, Archivio del Politecnico, fasc. personale; necr. in Corriere della sera, 3 ag. 1916; ampia biografia di G. Carrara in Rend. della Soc. chimica ital., s. 2, X (1918), pp. 1-30; cfr. anche A. Coppadoro, I chimici italiani e le loro associazioni, Milano s.d. [1961], ad Ind.