ARRIGUCCI, Luigi
Nacque a Firenze nel 1575. Architetto, non è ben conosciuta la sua attività fiorentina svoltasi nel primo quarto del sec. XVII, a parte la notizia dei lavori di ampliamento fatti al convento di S. Maria Maddalena de' Pazzi per incarico di Urbano VIII.
Nel 1630 l'A. era a Roma, nominato il 26 giugno da Urbano VIII architetto "soprastante alle fabbriche della nostra Camera", come successore del Maderno; il 31 agosto risulta che già aveva iniziato lavori in S. Sebastianello sul Palatino, la vecchia S. Maria in Pallara trasformata in oratorio della vigna Barberini.
Conservando l'originaria planimetria a una sola navata e l'abside con gli affreschi medievali, l'A. dette alla facciata e alle pareti laterali un disegno nitido e delicato che lascia intravedere "la forza di una tradizione, qual'è quella toscana, eminentemente disegnativa" (Battaglia).
A Roma l'A., il quale, oltre che architetto, risulta fornitore "di legnami diversi" per varie importanti fabbriche (palazzo del Quirinale, oratorio dei Filippini, campanile berniniano di S. Pietro), lavorò anche nelle chiese dei SS. Cosma e Damiano, di S. Anastasia, di S. Giacomo alla Lungara.
li rifacimento della chiesa dei SS. Cosma e Damiano, assai anodino - sia nella pianta a navata unica con cappelle laterali sia nella decorazione dell'alzato -, è opera , oltre che dell'A., di fra' Michele Cappuccino, ricordato come coautore del progetto (Baglione) e attestato come direttore dei lavori (cfr. G. Biasotti, La basilica dei SS. Cosma e Damiano,in Atti del I Congr. Naz. di Studi Romani, I,Roma 1928, pp. 698 s.).
La facciata della chiesa di S. Anastasia gli è assegnata sulla scorta del Baglione, attribuzione preferibile ai nomi del Bernini (cfr. Terzo libro del novo teatro delle Chiese di Roma edito da G. B. Falda sotto il pontificato di Clemente IX)e di Dom. Castelli (cfr. F. Titi, p. 64). Qui l'A. riprende lo schema, diffuso in Roma già dal tardo Rinascimento, di una facciata affiancata da due campanili; ma l'interpretazione è improntata a un essenziale linearismo, esaltato dal distacco del corpo centrale della facciata dai campanili, che vengono così ad assumere una aggraziata leggerezza meramente decorativa.
La facciata di S. Giacomo alla Lungara fu realizzata dall'A. nel 1641, probabilmente in collaborazione (Baglione) col Castelli e con Doni. De Quarti; è assai vicina a quella di S. Anastasia specialmente nella divisione dei due ordini e delle paraste, ma più debole, più trascurata nei particolari.
L'attribuzione all'A. della villa Barberini al Gianicolo, fatta dal Baglione, è smentita da documenti dell'Archivio Barberini (cfr. R. Battaglia, Il Palazzo di Nerone e la villa Barberini al Gianicolo, in Roma, XX[1942], pp. 401 ss.), ed è sconosciuta la parte avuta nella chiesa della SS. Incarnazione, per la quale risulta un pagamento all'A. nel 1647.
Va assegnato invece all'A. (Baglione), o al suo ambiente, il rifacimento, voluto da Urbano VIII nel 1644, dell'interno del duomo di Spoleto. L'eccessiva semplificazione, la mancanza di ogni interesse plastico, insieme al prevalere di uno schematico linearismo e a una certa accademica persistenza di moduli toscani, si traducono in freddo effetto di vastità. È uno degli ultimi frutti della tradizione cinquecentesca, che ancora si ispira, nella planimetria e nell'alzato - indicative sono le doppie lesene della cupola, ancora brunelleschiane - alla romana chiesa di S. Giovanni dei Fiorentini.
Fonti e Bibl.: G. Baglione, Le Vite de'pittori scultori ed architetti, Roma 1642, pp. 179 bis, 180, 180 bis; F. Titi, Ammaestramento utile e curioso di pittura, scoltura et architettura nelle chiese di Roma, Roma 1686, pp. 180, 183, 426; F. Milizia, Memorie degli architetti antichi e moderni, II, Parma 1781, p. 148; (M. Rastrelli), Firenze antica e moderna illustrata, IV,Firenze 1792, p. 57; E. Lubowski, G. L. Bernini als Architekt und Dekorator unter Papst Urban VIII, Berlin 1919, p. 77; A. E. Brinckmann, Die Baukunst des 17. und 18. Jahrhunderts, I, Berlin 1919, p. 58; O. Pollack, Die Kunsttätigkeit unter Urban VIII, I, Wien-Augsburg 1928, pp. 205, 344 s., 367, 370 s., 443; II, Wien-Brünn 1931, p. 121; R. Battaglia, L. A. architetto camerale d'Urbano VIII, in Palladio, VI(1942), pp. 174-183; W. u. E. Paatz, Die Kirchen von Florenz, IV,Frankfurt a. M. 1952, pp. 91, 108; V. Martinelli, Il busto di Urbano VIII di G. L. Bernini ... , in Spoletium, I-II,3-4 (1954-55), p. 43; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon,II, p. 154