BENEDETTI, Luigi
Nacque in data imprecisata nella prima metà dei sec. XVIII a Roma dove, secondo il Bartoli, iniziò la carriera di attore, e "molto esercitossi nel carattere d'Innamorato". A una rappresentazione della Pamela fanciulla del Goldoni, nella quale sosteneva il ruolo di Milord Bonfil, assistette anche l'autore, che gli rivolse una pubblica lode.
Nell'anno 1767, ormai celebre, il B. venne scritturato dal celebre Truffaldino Antonio Sacchi, coi ruolo di primo innamorato. Arrivato a Venezia, diede ottima prova di sé e, stabilitosi definitivamente nella compagnia del Sacchi, ne sposò la nipote, Chiara Simonetti.
Il B. venne coinvolto nella nota polemica suscitata dalla messa in scena della commedia Le droghe d'amore del Gozzi. Benché l'autore gli avesse affidato il ruolo di don Adone il B., convinto dal Sacchi, che dei resto non era meno coinvolto nei raggiri della Ricci, cedette la sua parte ad A. Vitalba, accettando di sostenere quella di Don Alessandro "di carattere d'un geloso furente, molto comica e teatrale". La giustificazione del Sacchi a proposito di questa sostituzione fu che al B. più che ad altri si adattava la parte dei geloso. In realtà, come apparve chiaro alla prima della commedia, avvenuta al teatro S. Salvatore il 10 genn. 1776, il Sacchi aveva scambiato le parti riscontrando nel Vitalba una maggiore rassomiglianza col Gratarol, personaggio preso di mira dal Gozzi perché più fortunato presso la Ricci Bartoli, attrice notoriamente cara allo scrittore. Lo scandalo fu assai notevole, ed anche il B. fu chiamato in causa, ma poiché era "il più giudizioso e flemmatico della comica compagnia" fu subito scagionato da ogni addebito. Del resto le sue capacità di paciere erano state già sfruttate dal Sacchi allorché questi ebbe un ennesimo scontro col Gozzi, causato come sempre dalle bizzose predilezioni della Ricci Bartoli, che sapeva accortamente dividersi fra il poeta e il capocomico della compagnia.
Scioltasi la compagnia del Gozzi per le follie del Sacchi, il B. si unì a una nuova compagnia della quale non si ha notizia più precisa; nel 1780 infine si ritirò dalle scene concludendo la propria vita a Bologna. Era ancora vivo nel 1782 quando il Bartoli pubblicò le sue Notizie istoriche. Non si conosce la data della morte.
La moglie del B., Chiara Simonetti, ancora giovinetta mostrò notevoli attitudini per la danza, tanto da esibirsi nella compagnia dello zio, sia come ballerína sia come attrice, in piccole partì di ingenua. In seguito al matrimonio col B. si appassionò tanto all'arte comica che lo stesso Gozzi le affidò parti da protagonista, scrivendo commedie appositamente per lei, come La caduta di donna Elvira regina di Navarra, La punizione nel precipizío, Il pubblico secreto, Le due notti affannose. Fu notevole la sua interpretazione dell'Eugenia del Beaumarchais, tradotta nel 1769 dall'abate L. Pieroni e presentata per la prima volta in Italia dalla B. con molto successo.
Allorché nella compagnia dei Sacchi cominciò a dominare l'astro della Ricci Bartoli la B. dovette rassegnarsi alle parti di seconda donna, che sostenne tuttavia con la stessa abilità e passione di prima. Ritiratosi il marito a Bologna, lo seguì solo per breve tempo. Rientrata nella compagnia del Sacchi, si presentò al teatro S. Luca accolta col massimo successo. Di lei non si hanno altre notizie.
Fonti e Bibl.: F. S. Bartoli, Notizie istor. de' comici ital., I, Padova 1782, pp. 119 s.; C. Gozzi, Memorie inutili, a cura di G. Prezzolini, Bari 1910, I, p. 330; II, pp. 30, 54, 58, 219; L. Rasi, I comici ital., I, Firenze 1897, pp. 343 s.; Enc. d. Spett., II, coll. 235 s.